Il restauro del Duomo promosso dal vescovo Scalabrini a fine 800

La preziosa raccolta di documenti posseduta dalla Banca di Piacenza sarà illustrata nel corso di una conferenza inserita nel programma delle celebrazioni dei 500 anni di S. Maria di Campagna

La Banca di Piacenza possiede una preziosa raccolta di documenti che illustrano i lavori di restauro del Duomo di Piacenza promossi dal Beato Vescovo mons. Giovanni Battista Scalabrini e attuati nell’arco di oltre un decennio a cavallo tra la fine dell’800 ed i primi del ’900.

L’illustrazione dell’interessante raccolta è stata inserita tra le manifestazioni di quest’anno organizzate dalla Banca e collaterali alle iniziative per le celebrazioni dei 500 anni dalla posa della prima pietra della Basilica di Santa Maria di Campagna.

Il punto di vista è quello dei tecnici incaricati della sequela dei lavori e in particolare dell’ing. Ettore Martini e del professore di architettura e di ornato Camillo Guidotti.

La raccolta è formata da 219 documenti, datati o databili tra il 1889 e il 1901, che riguardano i rapporti con i fornitori, i rapporti tra la Commissione e la direzione tecnica, la contabilità dei lavori, rilievi tecnici e bozzetti progettuali.

Fin dal marzo 1894 era stata eletta la Commissione tecnica direttiva dei lavori nelle persone dell’ing. Manfredi, di Camillo Guidotti e del cav. don Guglielmo Dalla Cella; l’anno successivo viene presentato il progetto e il computo metrico estimativo alla Fabbriceria del Duomo e si apre il tema del finanziamento a cui concorrerà, principalmente, il Capitolo del Duomo. Seguirà l’iter burocratico dei pareri della Commissione Conservatrice dei monumenti e della Giunta Superiore di Belle arti di Roma che si concluse nel gennaio 1896.

Nel gennaio 1897, completato l’iter burocratico per l’approvazione dei lavori, viene insediata la Commissione Amministrativa dei restauri; è composta, oltre che da monsignor Scalabrini – presidente – da nove membri tra cui l’avv. Carolippo Guerra, vicepresidente.

Fra i documenti di corrispondenza tra la direzione tecnica e i fornitori, risaltano le lettere con l’impresa Cantoni Marcello di Borgomasca di Tuna (che ha due fornaci, una a Borgomasca ed una a San Nicolò), appaltatrice dei lavori della facciata e che predispone il materiale di ponteggio (assiti, antenne etc); con la ditta Steffanoni di Bergamo, che sovrintende al distacco e trasporto su tela degli affreschi dei Carracci e del Procaccino che coprivano i matronei, e con i fornitori di pietre di arenaria di Sarnico (ditta Buelli) e di mattoni (ditta Repellini della fornace di Castelvetro). Interessanti le terminologie tecniche dei materiali, le tipologie dei ponteggi (ponti mobili ai pennacchi, ponti a bilancia per i pittori etc), le pietre delle lesene di Bobbio.

Altre carte riguardano il distacco degli affreschi di Franceschini dagli spicchi posti nei quattro angoli della cupola (dove nel frattempo erano stati trovati dall’ing. Martini le trifore dei matronei). Alcune curiosità: la giustificazione dei ritardi dei vagoni da Sarnico per il capostazione che dà la precedenza ai carichi di uve (che si deteriorano), e le difficoltà conseguenti dell’ingegnere pressato dai canonici.

Nell’ambito dei documenti di corrispondenza tra la committenza e la direzione tecnica si trovano rapporti tra il prof. Carolippo Guerra – presidente della Commissione, il prof Guidotti e il tecnico ing. Martini riguardo diari di lavoro, contratti, scritture private, con risalto al trasferimento temporaneo di oggetti, la scoperta dei matronei, la modifica alle cantorie dell’organo, le pitture delle vetrate, la rassegna di alcune adunanze della Commissione dei restauri del Duomo. Curiosa la richiesta di collocare legname marmi e materiale in genere di restauro del Duomo, nelle scuderie inutilizzate di Palazzo Anguissola (si pensa – fra i tanti appartenuti ai diversi rami della stessa antica famiglia – a quello vicino al Municipale).

Numerosi i documenti di contabilità dei lavori tra cui preventivi per i ponti esterni ed esterni, il pagamento dei selciatori, bollettini e fatture con particolare risalto ai costi di Steffanoni, Repellini e Cantoni.

Tra i rilevi tecnici e bozzetti progettuali, la descrizione delle misure dell’arco e delle pietre per lesene della Madonna del Popolo, schizzi di colonne, capitelli e ponti di servizio, matronei, particolari della porta maggiore.

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