Il saluto del neo vescovo ai piacentini

"Stiamo uscendo da un tempo di prova che ci sta trasformando ed è proprio in questo tempo singolare che il Signore mi ha chiamato ad esservi pastore"

Si è firmato semplicemente don Adriano Cevolotto il nuovo vescovo di Piacenza nella sua lettera di saluto ai piacentini, lettera di cui è stata data lettura oggi in Duomo da parte del suo predecessore Gianni Ambrosio.

Ecco il testo integrale

Alle sorelle e ai fratelli in Cristo della Chiesa che è in Piacenza-Bobbio
Vi raggiunga il mio cordiale e trepidante saluto nel momento dell’annuncio della mia nomina a Vescovo di Piacenza-Bobbio.
Quello che sta accadendo è motivo di sorpresa, di curiosità e di attesa. Per quanto mi riguarda mi sto comprendendo dentro alla logica della chiamata.
Oggi il Risorto si affaccia alla mia esistenza di prete con una nuova vocazione: una chiamata a seguirlo che prevede un lasciare ed insieme è accompagnata da una promessa. La promessa di un centuplo.
Ma questo centuplo c’è già! Siete voi. La promessa la vivremo insieme. La promessa del Signore è una Chiesa con una lunga storia sulla quale desideriamo costruire il futuro in una memoria grata (Evangelium Gaudium 13).

Stiamo uscendo da un tempo di prova che ci sta trasformando. Che ha messo in discussione ulteriori certezze oltre a quelle smarrite in questo tempo di radicali e repentine trasformazioni.
Ed è proprio in questo tempo singolare che il Signore mi ha chiamato ad esservi pastore, imparando da capo con voi ad essere discepolo, con in cuore la certezza che Egli non farà mancare ciò di cui c’è bisogno: la gioia (del Vangelo), la fiducia e la speranza per saper osare. Per questo Egli ci ha affidati gli uni agli altri.
Giungo tra voi e trovo una comunità cristiana e presbiterale segnata dal lutto. Ma allo stesso tempo segnata e rafforzata dalla testimonianza di carità e di dedizione di tante persone.
Il mio saluto va innanzitutto a chi è stato attraversato nella propria carne e nei propri affetti dalla sofferenza e dal dolore.
Il saluto pieno di sincera gratitudine al Vescovo Gianni che mi ha preceduto e dal quale raccoglierò la passione per Gesù e il suo Vangelo e il testimone della fedeltà apostolica.

Il saluto, nell’attesa di incontrarci, a tutti e, idealmente, a ciascuno.
In particolare al presbiterio, ai diaconi permanenti, a coloro che testimoniano in un preciso carisma la vita consacrata. Il mio ricordo va ai Fidei Donum e ai tanti missionari e missionarie laici e religiosi sparsi nel mondo.
Un saluto cordiale ai giovani e tra questi ai seminaristi e a quanti stanno dando ascolto a domande di senso, ad interrogativi vocazionali.
Un saluto ai genitori che in questo periodo hanno sperimentato, in un contesto straordinario, il peso e la gioia della responsabilità educativa. Agli sposi felicemente confermati nella promessa di amore, come pure a quelli smarriti e che stanno cercando di ritrovarsi.

Non vorrei dimenticare nessuno.
E perciò il mio pensiero va anche a coloro che per vari motivi si sentono poco o per nulla partecipi della vita ecclesiale. A loro il mio cordiale saluto e l’auspicio che potremo percorrere insieme sentieri di umanità, che potremo pensare e condividere progetti di convivenza civile, sociale e culturale per aiutare la città e il territorio a ripartire con uno sguardo fiducioso verso una direzione da cercare insieme.

Vi confido che ho in cuore una gioia: pur non conoscendovi ancora, voi siete entrati nella mia preghiera da tempo.
Da quando, giovane seminarista, sono stato invitato a pregare per quanti il Signore mi avrebbe fatto incontrare ed, eventualmente, avrebbe affidato al mio ministero. Per questa ragione mi siete già familiari e i nostri futuri incontri sono già stati preceduti e custoditi nella preghiera.

Se a Papa Francesco va il ringraziamento per la fiducia riposta nella mia persona, non posso nascondere che in questi giorni è forte la consapevolezza della sproporzione tra ciò che sono e il compito che mi è affidato. Per questo motivo vi chiedo una speciale preghiera di intercessione, la chiedo in particolar modo alle persone anziane e ammalate la cui voce è ascoltata dal Padre che sta nei cieli.

E affido a Maria, che oggi veneriamo con il titolo di Vergine del Carmelo, ai SS. patroni Antonino, Giustina e Colombano e al beato vescovo Scalabrini il cammino che il Signore sta aprendo davanti a noi, certi che il suo buon esito dipenderà dal rimanere al nostro posto: dietro a Lui.

A presto!

 

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