Il sindaco Barbieri (finalmente) chiede di far uscire Piacenza dalla zona rossa ma “sbaglia destinatario”

Il primo cittadino chiede alla Regione (e non al Governo) un allentamento delle misure per la nostra provincia ma da Bologna rispondono “Le norme nazionali non ci consentono di agire in tal senso”

Finalmente, come da più parti si chiedeva, il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri ha provato a fare un primo (timido) passo per far uscire Piacenza da un’assurda zona rossa in cui si trova relegata ormai da quasi due settimane (ed in cui probabilmente resterà ancora per almeno un’altra) nonostante i dati della nostra provincia non abbiano nemmeno per un istante giustificato tale colorazione.

Per qualche ignota ragione però, a differenza di altre volte, il sindaco e presidente della provincia non ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri o al ministro della salute (cui spetterebbe l’eventuale adozione di misure diversificate per il nostro territorio) ma al presidente della Regione Bonaccini che, tramite il sottosegretario Davide Baruffi ha subito e cortesemente risposto  spiegando che la missiva era “diretta all’indirizzo sbagliato”, non essendo nelle facoltà dell’Emilia-Romagna derogare le regole nazionali.

Speriamo dunque il sindaco faccia ora un bel “copia-incolla” e giri la medesima email istituzionale a Draghi. Servirà a poco ma i commercianti, baristi, ristoratori cittadini chiusi senza ragione da 15 giorni un tentativo (tardivo) se lo attendono. Anzi si attenderebbero forse una presa di posizione un po’ più energica!

Questo il comunicato diffuso dall’ufficio stampa del comune di Piacenza.

Piacenza e la sua provincia stanno “facendo registrare da un po’ di tempo a questa parte un andamento epidemiologico più basso rispetto ai valori nazionali e regionali, mostrando un trend pandemico contenuto. Ciò non significa che l’attenzione non debba rimanere alta, anzi sono convinta che serve ancora rigore e prudenza, tuttavia mi chiedo se, in zone come la nostra i cui dati epidemiologici mostrano una significativa tenuta, non sia possibile un allentamento delle misure consentendo di riprendere alcune delle attività oggi vietate”. Questa la garbata, ma ferma richiesta avanzata dal Sindaco e Presidente della Provincia, Patrizia Barbieri, al Presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in una lettera nella quale il primo cittadino evidenzia come Piacenza sia stata “una delle prime città ad essere colpite duramente dal Covid” e come stia “sopportando da oltre un anno sforzi enormi che hanno inciso e stanno incidendo sulle famiglie, sull’economia, sul sociale e sull’occupazione”.

A stretto giro, è arrivata la risposta della Regione, affidata a una lettera del Sottosegretario Davide Baruffi – “essendo il Presidente Bonaccini impegnato in queste ore a Roma nei lavori della Conferenza Stato-Regioni” – nella quale si comunica, però, come, “pur nella consapevolezza che l’istanza nasce dalla comprensibile volontà e necessità di corrispondere alle legittime aspettative di un territorio che più di altri ha sofferto gli effetti di questa pandemia”, la Regione non può accogliere la richiesta avanzata, in considerazione del vigente quadro ordinamentale e normativo in materia di contenimento del contagio da Covid-19”.

“Le norme nazionali in materia – spiega, infatti, nella lettera il Sottosegretario Baruffi – consentono ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di disporre l’applicazione di misure più restrittive rispetto a quelle relative alla classificazione determinata con le ordinanze del Ministero della Salute. Non così, invece, per misure di alleggerimento delle restrizioni stesse”.

“In particolare – entra ancora più nello specifico la Regione – l’art. 1 comma 3 del D.L. 13 marzo 2021 n. 30 prevede espressamente la possibilità di assumere provvedimenti restrittivi anche per aree provinciali o comunali, in presenza di determinati presupposti legati alla diffusione dell’epidemia in quei territori. Non è in alcun modo contemplata, viceversa, la possibilità di derogare alle restrizioni che sono state determinate a seguito dell’emanazione dell’ordinanza del Ministero della Salute del 12 marzo scorso, che ha classificato in zona Rossa la Regione Emilia-Romagna”.

Sottolineando, inoltre, come il Governo sia impegnato in questi giorni a “valutare la possibile rideterminazione di talune previsioni normative in materia, in considerazione dell’andamento dell’epidemia rispetto al quadro nazionale”, ragionevolmente “dopo le necessarie valutazioni del Comitato tecnico-scientifico e una volta sentite le Regioni e le Province autonome”, il Sottosegretario Baruffi ribadisce come sarà cura della Regione “tenere tempestivamente aggiornati e coinvolti gli Enti locali del territorio” sulle “valutazioni e proposte che verranno sottoposte”.

Infine, lo stesso evidenzia come sia “ben chiaro lo sforzo delle comunità locali e, in questo quadro, la condizione peculiare del piacentino”, di cui sarà cura della Regione “tener conto in tutte le forme che saranno possibili”, offrendo la sua disponibilità insieme a quella del Presidente Bonaccini “ad affrontare insieme le problematiche del territorio”.

“Prendo atto della tempestiva e chiara risposta resa dalla Regione alla mia richiesta e comprendo, allo stesso tempo, le motivazioni adottate anche se non posso nascondere come tale situazione sia per il nostro territorio, per le ragioni espresse nella mia lettera, difficile da sopportare. Mi auguro che i tanti sacrifici che stiamo affrontando, ormai da oltre un anno, possano permetterci di tornare quanto prima alla sospirata normalità, auspicando che nel frattempo i sostegni governativi siano quanto mai tempestivi ed efficaci.

Ringrazio il Presidente Bonaccini e il Sottosegretario Baruffi per la tempestiva risposta e per aver ribadito la volontà di mantenere alta l’attenzione nei confronti del nostro territorio e della nostra peculiare situazione”.

 

 

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