Il sindaco Barbieri sulla sentenza Levante: “Respingo un’accusa gravissima che la città non merita”

Fanno discutere alcune affermazioni del giudice Fiammetta Modica che nelle motivazioni parla di “una città dalle tante facce, spesso vischiosa nei rapporti di potere" e di "Mondo di Mezzo"

Le motivazioni della sentenza sul caso della Caserma Levante del giudice Fiammetta Modica sono appena state depositate ma hanno impiegato poche ore per diventare principale argomento di scontro e confronto politico a Piacenza. Sotto la lente di ingrandimento ci sono in particolare alcune taglienti considerazioni espresse dal giudice che parrebbero potersi ascrivere più alla sociologia che non alla dottina giuridica. Secondo la dottoressa Modica la nostra sarebbe “una città dalle tante facce, spesso vischiosa nei rapporti di potere con una ricchezza diffusa, un perbenismo imperante con radicate connessioni” con il mondo sommerso della criminalità. Il giudice citando la vicenda della narcotici della questura – decapita da un’inchiesta nel 2013 – e la condanna di Caruso (ex presidente del consiglio comunale, coinvolto in vicende di ‘ndrangheta) inserisce la caserma Levante in un “Mondo di Mezzo” che evidentemente, secondo lei, esisterebbe a Piacenza come esisteva a Roma per nell’ambito di “Mafia Capitale”. Sembrerebbe dunque lasciar intendere che quanto accaduto in via Caccialupo non sia un episodio isolato, figlio di comportamenti devianti e deviati di alcuni carabinieri infedeli ma un sistema para-mafioso che permeerebbe il sonnacchioso capoluogo nord-emiliano. Sarebbe utile e financo doveroso  capire se si tratti di meri giudizi personali o se il giudice abbia trovato nelle carte del fascicolo processuale prove di queste zone grigie in cui la legalità sfuma in criminalità organizzata.

Lo chiede a chiare lettere, ed a viva voce, anche il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri che, oggi pomeriggio, ha affidato ad un post Facebook tutta la sua sbigottita perplessità per quanto uscito dal Palazzo di giustizia.

«Nel ringraziare l’autorità giudiziaria – scrive l’avvocato Barbieri – per il prezioso e importante lavoro svolto, non posso però non esprimere l’amarezza ed il dispiacere per un’affermazione grave, e a mio avviso immotivata, che colpisce la comunità piacentina.

Mi auguro che il Magistrato non abbia voluto dire quello che può apparire al lettore perché, in assenza di elementi, ritengo ingiustificato e fuori luogo definire Piacenza quale ” città dalle tante facce spesso vischiosa nei rapporti di potere etc…”.

Che cosa significa questa frase? Delle due l’una: o ci sono fatti ed elementi concreti per giustificare simile concetto , e allora il Giudice dovrà esercitare immediatamente l’azione penale nei confronti di eventuali responsabili (e gliene saremmo sempre grati e riconoscenti) , oppure è un’opinione personale che a questo punto costituisce un ingiustificato ed immeritato pensiero nei confronti di tutte quelle persone perbene che con fatica e coraggio hanno affrontato momenti difficilissimi tenendo la schiena dritta e lavorando nell’interesse della comunità. Proprio per questo plaudo ad una Procura e ad una Magistratura che hanno affrontato questo processo in maniera esemplare e in un contesto difficilissimo. Ma ciò non mi esime dal manifestare il mio pensiero in ordine ad un’accusa gravissima che la nostra città non merita. Preciso comunque che non ho ancora letto la sentenza e mi riservo quindi di verificare il passaggio circa ” il perbenismo” e la “vischiosita” , che mi paiono solo un grave ed ingiustificato giudizio morale sulla città che non mi sembra rientri nei doveri di chi dovrebbe esprimersi solo sui fatti».

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