Il sindaco di Piacenza scrive di nuovo a Conte: “Le chiusure non possono essere indiscriminate o si affossa l’economia”

"Chiedo per i settori colpiti dal Dpcm che sia loro riconosciuto il giusto e doveroso sostegno economico che dovrà essere immediato ed efficace per garantire il proseguo delle loro attività"

Il sindaco Patrizia Barbieri scrive nuovamente al premier Giuseppe Conte, al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ed al presidente della Regione Stefano Bonaccini. L’ultima volta era stato proprio Bonaccini (con un’ordinanza) a dare risposte alle istanze del sindaco di Piacenza che chiedeva la chiusura dei centri commerciali nellanostra provincia per evitare la “migrazione dello shopping” dalla Lombardia. Vedremo se questa volta la missiva troverà invece ascolto direttamente a Palazzo Chigi.

Il sindaco fa presente di aver recentemente incontrato una delegazione di gestori di palestre ed impianti sportivi da cui sarebbe emerso come la maggior parte di loro non beneficerebbe (e non ha beneficiato nei mesi passati) di alcun ristoro. Questo mentre gli stessi gestori hanno invece dovuto far fronte a costi notevoli per adeguarsi ai protocolli di prevenzione contro il Covid.

Il sindaco Barbieri ricorda a Conte come palestre e gli impianti «rivestano un ruolo fondamentale non solo per il benessere fisico ma anche per la funzione sociale ed educativa da sempre riconosciuta all’attività sportiva».

Il primo cittadino di Piacenza ribadisce che «chi non è in regola e non osserva le prescrizioni deve essere passibile di chiusura» ma sottolinea, al contempo, che nel territorio della nostra provincia è invece emerso chiaramente come molti gestori svolgessero in piena sicurezza la loro attività.

Il sindaco ricorda al presidente del Consiglio la grave situazione in cui versano altre attività (bar, ristoranti, teatri) che nonostante si fossero adattati a rigidi protocolli sanitari vedono irrimediabilmente compromesso il loro lavoro.

L’avvocato Barbieri prosegue con quella che sembra una stoccata (per quanto gentilmente espressa) rivolta al Governo: «Le chiusure non possono essere indiscriminate ma mirate ed orientate la dove vi sono aggregazioni e non si è in grado di garantire i dovuti controlli. In caso contrario la chiusura è solo un modo per affossare l’economia di un territorio senza produrre alcun beneficio per la tutela della salute».

La lettera si conclude con un appello «chiedo attenzione per i settori colpiti dal Dpcm 24 ottobre 2020 e per tutte le attività che subiscono restrizioni affinché sia loro riconosciuto il giusto e doveroso sostegno economico che dovrà essere immediato ed efficace per garantire il proseguo delle loro attività. Il fattore tempo è determinante non solo per sconfiggere il virus ma anche per la tenuta del sistema economico».

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