In piazza Cavalli 700 fiammelle per dire no alla guerra in Ucraina

Sotto il Gotico sono risuonate le cupe sirene della guerra, scacciate dal rito collettivo di accensione delle candele, simbolo di pace e speranza

A passo svelto, accomunati dalla voglia di gridare, con il proprio silenzio, la contrarietà ad una guerra che nessuno – salvo Putin ed i suoi seguaci – riesce a comprendere, monsignor Adriano Cevolotto, i rappresentanti di altre chiese ortodosse ed quelli dei mussulmani, hanno percorso via Sant’Antonino diretti a piazza Cavalli, dopo la preghiera ecumenica nella vicina Basilica.

Con loro circa settecento persone che hanno voluto unirsi a questo momento di riflessione. I lampioni intorno al Gotico si sono spenti (anche se purtroppo sono rimasti accesi troppi, inopportuni, fari) e sul selciato sono risuonati i cupi suoni della guerra: dalle strazianti sirene che avvisano dell’imminente arrivo dei bombardamenti, alle mitragliartici, ai colpi di mortaio. Un modo per calarsi idealmente nella tragica situazione che, suo malgrado, il popolo ucraino sta vivendo.

Dopo poche parole del vescovo, che ha spiegato il senso della serata, il sindaco Patrizia Barbieri ha attinto una fiamma dal Sacrario dei Caduti, sotto le arcate del Palazzo Gotico.

Un piccolo simbolico fuoco che è servito per propagare il messaggio di pace, accendendo le candele bianche precedentemente distribuite ai presenti. Il vento ha tentato di metterci la sua e di rendere tutto più difficile,  soffiando vigoroso per spegnere le tante lucine che costellavano la piazza. Alla fine, protette con tante diverse tattiche, le fiamme hanno resistito quel che è bastato per creare un toccante momento condiviso. Poi tutti a casa, portando con sé la speranza che la fiamma della pace prevalga in fretta sull’orrore della guerra.

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