Inaugurato a La Verza il monumento alle Mondine

Omaggio alle vittime della tragedia di Rio Boffalora e alle mondariso

L’inaugurazione del monumento dedicato alle Mondine si è svolta questa mattina (20 ottobre) presso il giardino comunale di La Verza, che era già stato dedicato alle mondariso.

La breve cerimonia si è svolta in forma ristretta alla presenza del presidente della Provincia di Piacenza Patrizia Barbieri, del direttore del Polo di Mantenimento Pesante Nord Magg. Gen. Sergio Santamaria e dell’ex consigliere provinciale Paolo Briggi, sopravvissuto alla tragedia di Rio Boffalora.

Presenti inoltre il professor Ferruccio Carra, coordinatore delle classi del Liceo artistico “Cassinari” che hanno lavorato al progetto del monumento, e la studentessa autrice del bozzetto, Chiara Donetti.

Il monumento ricorda un campo di riso con le sagome di tre mondine, con il tipico cappello di paglia come elemento iconografico e la schiena piegata a raccogliere il riso. Il suo intento è ricordare la sciagura di Rio Boffalora del 6 ottobre 1956, in cui morirono 12 persone: 12 martiri del lavoro, di età compresa tra i 16 e i 44 anni.
Costituisce però anche un omaggio alle circa 250mila persone che andavano a fare i tagliariso (14mila solo della nostra provincia) e che, grazie al loro faticoso lavoro, hanno contribuito alla crescita dell’Italia nel Dopoguerra.

Si tratta dell’atto conclusivo di un iter avviato circa due anni orsono.
Nel settembre 2018 la Provincia di Piacenza, in accordo con il Comune di Piacenza, aveva accolto la proposta dell’ex consigliere provinciale Paolo Briggi di rendere omaggio alle mondine, le storiche raccoglitrici di riso, attraverso una raccolta fondi finalizzata alla creazione di un monumento ad hoc.
Privati, diversi Comuni e l’Associazione “Piacenza nel Mondo” presero parte alla raccolta fondi, per un totale di 4.035,50 euro, che si concluse nel dicembre 2018.

L’ideazione e progettazione dell’opera erano state affidate agli studenti delle classi quarta e quinta Design a.s. 2019/20 del Liceo artistico “Bruno Cassinari”, coordinate dal professor Ferruccio Carra.
Una scelta di grande valore simbolico, perché ha affidato ai giovani il testimone del ricordo di un momento storico che il nostro territorio non deve dimenticare.
La realizzazione è stata curata, con fattivo impegno e costante presenza, dal Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza che – grazie alla sensibilità del suo direttore, il Maggior Generale Sergio Santamaria – ha messo a disposizione mezzi, risorse e professionalità che hanno permesso di superare le difficoltà incontrate lungo il percorso.

“Questa giornata – ha commentato il presidente della Provincia Patrizia Barbieri – riunisce tutto il territorio nel commosso ricordo delle vittime della tragedia di Rio Boffalora e di tutte le persone al lavoro nelle risaie: la presenza tangibile di un’omaggio a loro dedicato sarà concreta testimonianza di questo impegno, che passiamo anche alle future generazioni.
Ringrazio l’ex presidente della Provincia Francesco Rolleri, che aveva condiviso l’idea di Paolo Briggi di dar vita all’opera che inauguriamo oggi, e il direttore del Polo di Mantenimento Pesante Nord, il Maggior Generale Sergio Santamaria, senza il quale oggi non avremmo questo monumento.
Ringrazio anche la dirigente scolastica del Liceo artistico “Bruno Cassinari” Sabrina Mantini, che risponde sempre con entusiasmo alle richieste del territorio, come il professor Ferruccio Carra e gli studenti. Le loro proposte sono state coinvolgenti, perché hanno mostrato una libertà di espressione che ha emozionato ciascuno di noi. Sono certa che ragazze e ragazzi saranno felici di aver visto le loro idee prendere forma oggi. Ringrazio infine i tecnici del Comune di Piacenza e tutti coloro che hanno generosamente offerto il loro contributo per rendere concreto questo traguardo”.

Il direttore del Polo di Mantenimento Pesante Nord, Magg. Gen. Sergio Santamaria, ha voluto ringraziare il Presidente della Provincia per aver coinvolto nell’impresa l’Ente con le sue Maestranze, in quanto parte integrante del tessuto cittadino: “La collaborazione – ha sottolineato il Magg. Gen. Santamaria – ha permesso di mettere a disposizione competenze e professionalità delle Maestranze che hanno cesellato i materiali dando vita, dall’idea dell’autrice, a questo monumento che ben rappresenta il tragico evento storico ma che vuole omaggiare anche un’attività lavorativa dispendiosa di energia e fatta di tanti sacrifici. La sinergia realizzata poi tra i giovani studenti che saranno i futuri artisti di domani, con le professionalità esperte delle Maestranze del Polo ha favorito quel sano confronto fra generazioni che sempre va auspicato per la crescita delle comunità e quindi della società”.

L’ex consigliere provinciale Paolo Briggi, sopravvissuto alla tragedia di Rio Boffalora, ha ringraziato tutti quanti hanno fornito il proprio contributo per completare l’iter di un’opera comprensibilmente a lungo attesa, ed ha toccato il cuore dei presenti unendo il commosso ricordo delle vittime di quell’evento a quello delle vittime del Coronavirus, esprimendo la sua gioia per la giornata di oggi: “Questo è un monumento nazionale: non è stato voluto solo per ricordare la tragedia di Rio Boffalora avvenuta il 6 Ottobre 1956, dove persero la vita 12 mondariso e 8 si ferirono gravemente, ma anche per ricordare tutte le mondine ed i tagliariso che negli anni del dopo guerra, per contribuire al bilancio famigliare, andavano a fare la ‘Campagna dei risi’. Era un lavoro di grande sacrificio e malsano, si rimaneva piegati e con le gambe a mollo nell’acqua per 8 ore al giorno. La campagna dei risi durava circa 40 giorni, e per noi giovani a quel tempo era occasione per fare amicizie anche sentimentali che ci aiutavano a vivere più spensierati, ma c’era anche tanto dolore, specialmente nelle giovani spose e nelle mamme che dovevano lasciare a casa i figli piccoli ai mariti. Allora non c’erano le comodità di oggi, nei paesi di montagna non c’era neanche un telefono pubblico, l’unico modo per comunicare con le proprie famiglie era scrivere lettere ed inviarle per posta. Pensate che differenza rispetto ad oggi che ogni persona ha un proprio telefono personale”.
L’auspicio finale di Briggi è stato rivolto agli studenti e a chi è vicino alle nuove generazioni: “Il progetto sul quale avete lavorato vi avrà sicuramente arricchito facendovi conoscere più profondamente parte della storia della vostra provincia e magari per qualcuno anche dei propri famigliari. Per me siete tutti promossi con 110 e lode per l’impegno e per quello che avete realizzato. Invito le amministrazioni ed i presidi delle scuole a parlarne nelle aule ed a portare i ragazzi in questi posti per rinnovarne la memoria. Così facendo la mondina non morirà mai”.

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