Incontro tra il Vescovo ed i responsabili della comunità islamica di via Caorsana di Piacenza

Quasi a voler rispondere alle polemiche di questi giorni sulla moschea mons. Cevoloto ha detto: “Viviamo in un contesto sociale sempre più plurale in cui ci si arricchisce tra esperienze religiose diverse in forza di una stima reciproca"

Il presidente della comunità islamica di via Caorsana a Piacenza Yassine Baradai, segretario nazionale dell’U.co.i.i., l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, insieme all’imam yemenita Yaseen Ben Thabit e ad Arian Kajashi, tra i fondatori della comunità piacentina nel 2007 e oggi presidente, al suo interno, del Collegio dei garanti, ha fatto visita nel pomeriggio di sabato 27 marzo nella Curia vescovile al vescovo mons. Adriano Cevolotto.

L’incontro si colloca all’interno di una rete di relazioni avviata da tempo tra la Chiesa piacentina e la comunità islamica, di cui una rappresentanza è intervenuta a ottobre 2020 all’ingresso in diocesi di mons. Cevolotto. Era poi seguita una prima visita nei mesi scorsi del Presule al Centro islamico di via Caorsana. Ora si è svolto questo nuovo appuntamento per un reciproco scambio di auguri alla vigilia della Pasqua cristiana e dell’inizio del Ramadan. Erano presenti anche mons. Luigi Chiesa, vicario generale della diocesi, e mons. Pierluigi Dallavalle, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso.

“Viviamo in un contesto sociale sempre più plurale in cui ci si arricchisce tra esperienze religiose diverse in forza di una stima reciproca – ha detto il Vescovo durante l’incontro -. Ho accolto con soddisfazione la notizia della conclusione dell’iter per il riconoscimento del Centro islamico come moschea. È importante che chi giunge in Italia e appartiene ad altre religioni, sia accolto nella sua integrità, non solo come forza lavoro, ma anche in virtù della propria identità religiosa. È solo così che è possibile sentirsi davvero a casa. La dimensione religiosa è, infatti, costitutiva dell’essere umano”.

Mons. Cevolotto, nel sottolineare il valore del dialogo interreligioso ed ecumenico, ha citato anche le sue recenti visite alla comunità Sikh di Fiorenzuola e alle realtà ortodossa.

“Questa nostra società – ha detto a sua volta il presidente Baradai – vive in una situazione di profonda incertezza per il futuro in cui si avverte per tanti il rischio di cadere nella disperazione. C’è davvero un grande bisogno di punti di riferimento per la vita delle persone. Se c’è il vuoto di fede, di ogni fede, quel vuoto viene colmato con il materialismo, l’egoismo e tanti non valori. Nel cammino che stiamo percorrendo insieme occorrerà tempo per conoscersi tra esperienze e tradizioni diverse e costruire un futuro di speranza. Ciò che ci unisce è più di ciò che ci divide”.

Baradai ha espresso parole di compiacimento per l’opera lungimirante e di grande equilibrio sulla via del dialogo compiuta da papa Francesco.

Il Vescovo, al termine dell’incontro, ha sottolineato l’importanza di avere il coraggio di aprire strade nuove nel cammino dell’umanità e ha espresso il desiderio di visitare la comunità islamica in occasione del Ramadan.

È avvenuto quindi lo scambio dei doni. Al Vescovo è stata donata la “Stella dell’unione fraterna” che riporta il “versetto della fratellanza” tratto del Corano; mons. Cevolotto ha donato a sua volta una copia della Lettera apostolica “Patris corde” scritta da papa Francesco per l’anno dedicato a San Giuseppe.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome