Italia Nostra dice no all’antenna prevista presso il castello di Faraneto

Si trova sul percorso della Via degli Abati e recentemente è stato oggetto di restauro. “Questo paesaggio va tutelato dall’inserimento di elementi incongrui. Si cerchi un luogo più adatto”

Il Consiglio Direttivo di Italia Nostra, Sezione di Piacenza dice no alla possibile costruzione di un traliccio per telecomunicazioni presso il castello di Faraneto

«Apprendiamo – scrive Italia Nostra – che è stata data alla società Lepida (controllata dalla Regione ndr) l’autorizzazione ad operare in area soggetta a vincolo idrogeologico per la realizzazione di un traliccio per telecomunicazioni sul crinale del monte Selva, a 200 metri dall’abitato di Faraneto, nel comune di Coli (PC).

L’associazione Italia Nostra ritiene che tale opera danneggi irreparabilmente il paesaggio che, in quella zona, è unico perché conserva ancora antiche testimonianze del territorio. Il paesaggio, in gran parte boscato a farnie (da cui probabilmente il nome Faraneto) e castagni, è oggi meta, proprio per le sue peculiarità, di quel turismo di prossimità che consente agli insediamenti montani di sopravvivere grazie anche alle iniziative degli abitanti stessi. L’ambiente in cui sorge il castello di Faraneto, in particolare, ne è un esempio e come tale va salvaguardato da ogni manomissione. Si trova sul percorso della Via degli Abati e recentemente è stato oggetto di restauro. Questo paesaggio va tutelato dall’inserimento di elementi incongrui che ne alterano le caratteristiche, compromettendo inoltre il lavoro fatto sul sito a beneficio dell’ambiente negli ultimi venti anni, grazie anche alle attività di agriturismo, allevamento bio e gestione forestale nel rispetto della tradizione e delle norme ambientali.

Nella consapevolezza che queste installazioni di tralicci per le comunicazioni abbiano certamente un’utilità pubblica e siano necessari alla nostra vita sociale ed economica, chiediamo che la Ditta installatrice e il Comune di Coli riconsiderino la scelta di localizzare l’antenna telefonica nel luogo oggi indicato, che risulta totalmente in contrasto coi principi di salvaguardia ambientale, e che con spirito di collaborazione si cerchi in alternativa un luogo più adatto».

 

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