La Camera di Commercio frena sull’aumento di capitale di Piacenza Expo

Salta, almeno temporaneamente, l'aumento di capitale dell'azienda fieristica piacentina. La CCIA prima di dare il via libera vuole avere ben chiaro se i soldi serviranno al rilancio di Expo o a pagare le Imu arretrate

Camera di Commercio di Piacenza

Questa settimana la Camera di Commercio di Piacenza, guidata da Filippo Cella, avrebbe dovuto partecipare (insieme agli altri soci) all’assemblea di Piacenza Expo (di cui è azionista al 20,65%) per dare il via libera ad un aumento di capitale che si era capito essere propedeutico ad un rilancio dell’area espositiva piacentina.

Nelle stanze di palazzo del Governatore però alcuni dubbi sull’effettivo scopo di questa sostanziosa iniezione di liquidità hanno iniziato a rimbalzare insistentemente fra le pareti.

Da qui la decisione di accendere un semaforo arancione all’operazione. E’ come se, ribaltando una frase d’incerta origine ma di lapidaria efficacia, la CCIA avesse detto “prima vedere cammello e poi pagare moneta”.

Concetto espresso in termini meno crudi ma altrettanto efficaci dal consiglio dell’ente, riunitosi a distanza,  e riassunto in poche, chiarissime righe che mettono una temporanea pietra tombale sull’operazione «in merito al punto 4 all’ODG (proposta di riduzione del capitale sociale della società Piacenza Expo  per ripianamento perdite e contestuale aumento del capitale sociale), il Consiglio, su proposta del Presidente Dr. Cella Filippo, ha deliberato di rinviare la decisione, in attesa dei richiesti e non pervenuti chiarimenti riguardanti le cartelle esattoriali Imu e ICI del Comune di Piacenza».  

Una posizione quella della CCIA di Piacenza che sembra essere condivisa anche da altri soci di peso come la Banca di Piacenza (terza azionista in ordine di importanza con l’8,74%).

Un conto sarebbe stato mettere sul piatto soldi per dare slancio a Piacenza Expo, una volta terminato questo periodo d’emergenza che ha costretto a cancellare eventi fieristici fondamentali come Geofluid. Assai diverso è aprire i cordoni della borsa per pagare una montagna di tasse arretrate, emerse all’improvviso lo scorso anno.

Proprio noi di PiacenzaOnline avevamo dato in anteprima la notizia della tegola che era caduta sulla testa di Piacenza Expo, tanto inattesa quanto dolorosa.

Il socio di maggioranza dell’azienda fieristica piacentina, il Comune capoluogo (che detiene il 54,39% del capitale sociale) improvvisamente, dopo svariati anni (e diverse amministrazioni) aveva scoperto che il quartiere fieristico di Le Mose non aveva mai pagato IMU ed ICI, anche perché nessuno le aveva mai pretese o richieste.

La questione se le fiere debbano o meno pagare queste tasse è giuridicamente complicata e financo un po’ “pelosetta”, legata alla classificazione catastale dei padiglioni ed al loro uso.

Alla fine in via Tirotti è arrivato un conto salato che fra tasse pluriannuali, interessi ed ammennicoli vari ammonterebbe ad oltre un milione di euro. Tutto nell’ambito di un curioso gioco di ruoli in cui debitore e creditore alla fine sono la stessa entità o quasi.

Visto che gran parte di quelle tasse sarebbero entrate nelle casse di Palazzo Mercanti si pensava che il Comune avesse deciso di “abbuonare” la quota a lei spettante, limitando il pagamento di Expo solo alla percentuale desinata allo Stato.

Invece alla vigilia dell’assemblea è emerso il dubbio che l’abbattimento del capitale sociale e successiva ricostituzione servissero non per rafforzare le attività fieristiche ma appunto per ripianare il debito fiscale con il Comune … notificato, tutto d’un botto, lo scorso fine d’anno.

Uno scenario ben diverso da quello che gli azionisti si attendevano e che, nonostante i tempi difficili, avrebbero sostenuto.

Con il paradosso che la somma che il Comune verserebbe nelle casse di Piacenza Expo sarebbe solo “una partita di giro” e rientrerebbe subito dopo in Municipio per pagare le IMU arretrate.

Secondo alcune voci sembra che Piacenza Expo e Comune avessero esplorato un’altra strada per far fronte al debito, ossia l’utilizzo di alcune riserve di capitale dell’azienda fieristica ma l’operazione sembrerebbe essere risultata giuridicamente non percorribile e dunque abbandonata.

Messa in crisi dalla cancellazione delle fiere, appesantita dai debiti fiscali, pressata dai soci che chiedono risposte a tante domande … Piacenza Expo affronta questo fine d’anno bisesto con un crescente ammontare di proccupazioni, al pari di tante imprese italiane.

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Carlandrea Triscornia
Giornalista professionista si è laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bologna. Ha inoltre ottenuto il Diploma in Legal Studies presso la Cardiff Law School - Università del Galles (UK). Ha iniziato la sua carriera come collaboratore del quotidiano di Piacenza Libertà. Dopo un corso di giornalismo radiotelevisivo ha svolto uno stage presso l’emittente Telereggio divenendone prima collaboratore e poi redattore. Successivamente ha accettato l’incarico di direttore generale e direttore editoriale di Telecittà emittente regionale ligure, dove ha lavorato per tre anni. E’stato quindi chiamato dalla genovese Videopiù ad assumere il ruolo di responsabile delle sedi regionali di SkyTG24 affidate in outsourcing alla stessa società. Trascorsi cinque anni è rientrato nella nativa Piacenza avviando una attività imprenditoriale che lo vede tuttora impegnato. Ha fondato PiacenzaOnline, quotidiano di Piacenza di cui è direttore responsabile. Ha collaborato con l’Espresso e con Avvenire oltre che con Telemontecarlo - TMC News come corrispondente dall’Emilia ed ha lavorato come redattore presso Dodici-Teleducato Parma. Appassionato di Internet e di nuove tecnologie parla correntemente inglese. Sposato, ha due figli.

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