“La cultura si salva dalla barbarie seguendo l’esempio di grandi uomini come Cassiodoro e Colombano”

Si è chiusa con la consegna dei premi “Cassiodoro il Grande 2022” al PalabancaEventi la due giorni dedicata ai pilastri del monachesimo europeo con i convegni a Bobbio e Piacenza

Si è chiusa con l’esecuzione del brano di Puccini Nessun dorma la cerimonia conclusiva del “Premio Cassiodoro il Grande 2002” che si è tenuta ieri pomeriggio al PalabancaEventi di via Mazzini, a suggellare una due giorni dedicata a due pilastri del monachesimo europeo dei secoli VI e VII, Cassiodoro e Colombano (venerdì a Bobbio con una tavola rotonda dedicata al filosofo e statista calabrese fondatore del Vivarium e al missionario irlandese fondatore dell’Abbazia di Bobbio e oggi a Piacenza con un convegno in Diocesi sul monachesimo alto medievale ed un concerto serale e con la citata premiazione con concerto nel Salone dei depositanti della Banca di Piacenza, che s’è fatta carico di ogni spesa inerente questa importante tappa di approfondimento culturale, come da sua collaudata tradizione, confermata giorno per giorno da molteplici interventi di vario interesse).

L’evento – organizzato dall’Associazione Cassiodoro il Grande con il suo instancabile presidente don Antonio Tarzia, non presente per ragioni di salute – si è dunque chiuso nell’ex Palazzo Galli con la cerimonia di premiazione condotta da Domenico Gareri, che ha ringraziato la Banca per l’ospitalità «in uno straordinario palazzo fulcro di cultura». A fare gli onori di casa il condirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Coppelli (che aveva portato i saluti della Banca anche al convegno del mattino al Palazzo vescovile) che – nel sottolineare la disponibilità della Banca a pubblicare gli atti dei due convegni – ha dato lettura di un intervento del presidente Corrado Sforza Fogliani (considerazioni che erano state lette anche ieri al convegno di Bobbio, dal componente del Cda Domenico Capra).

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE SFORZA

«Il destino dei libri presenti nella biblioteca di Vivarium – osserva il presidente Sforza – è sempre stato e rimane ancor oggi un tema affascinante e pur tuttavia sfuggente. L’evento Cassiodoro-Colombano di questi due giorni servirà ad aggiungere (e magari a risolvere) le perplessità. Invero si è via via ipotizzato che i volumi vivariensi fossero confluiti a Bobbio da dove poi si sarebbero diffusi nelle biblioteche dell’Occidente latino; nel 1911 Rudolf Beer pubblicò la teoria che la biblioteca di Cassiodoro fosse stata trasportata a Bobbio non molto tempo dopo la fondazione del monastero nel 612. La teoria, che all’epoca non ricevette obiezioni da parte degli studiosi, in particolare dai paleografi, fu riproposta dallo stesso Beer con nuovi dettagli nel 1913. La tendenza generale al tempo del Beer fu di non negarla; oggi, non è così. Ma in ogni caso possiamo accettare senza esitazione l’affermazione di Sua Eminenza il Cardinal Mercati nella sua magistrale trattazione sulla storia di Bobbio, che le Institutiones di Cassiodoro potrebbero essere state usate dai primi bibliotecari di Bobbio – e dei bibliofili in generale – come una guida bibliografica e come incentivo a guardarsi intorno per cercare buone copie dei lavori ivi raccomandati.

Un’altra teoria è che i libri del Vivarium fossero finiti nella biblioteca del Laterano e da lì pervenuti per vendita o donazione in vari centri dell’Europa (Bobbio, Jarrow, Corbie, Koln, Laon): essa è stata sostenuta dal Courcelle e rimane tuttora la più accreditata.

In ogni caso, e fermi gli approfondimenti che di certo arriveranno dall’evento piacentino – conclude il presidente esecutivo della Banca di Piacenza – a me par bello immaginare un’ideale continuità tra l’esperienza vivarese e quella del Monastero di San Colombano nel segno della cultura da salvare: e oggi, come dice A. McIntyre in: Dopo la virtù. Saggio di teoria morale, Milano, Feltrinelli, 1988, p. 313, noi, assediati da una nuova forma di barbarie non meno distruttiva di quella del VI-VII secolo, dovremmo seguire l’esempio di questi grandi uomini».

LA PREMIAZIONE

Momento centrale dell’incontro – intervallato dai brani (di Bertaccini e del grande Morricone) suonati dall’Orchestra giovanile di Laureana di Borrello diretta dal maestro Maurizio Managò, con la speciale partecipazione del maestro Michele Civitano, prima tromba dell’Orchestra della Guardia di Finanza – la consegna del Premio Cassiodoro, giunto alla tredicesima edizione, che viene assegnato a persone la cui storia abbia una particolare attinenza, sotto il profilo politico e spirituale, con Cassiodoro (485-580) che fu, politico, letterato, diplomatico, monaco e storico romano (tra i premiati delle varie edizioni, anche due Papi, Benedetto XVI e Francesco). Le motivazioni dei premi, preparate da don Tarzia, sono state lette dal vicepresidente dell’Associazione calabrese don Roberto Ponti, direttore di Telenova. Hanno ricevuto il riconoscimento il vescovo mons. Adriano Cevolotto, premiato dal vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio; il cantante Al Bano (intervenuto con un messaggio video); il pittore e ritrattista Salvatore Mammoliti, premiato dal collega Mimmo Morogallo; il prof. Fabio Troncarelli dell’Università della Tuscia, premiato da don Massimo Cardamone dell’Associazione Cassiodoro; il giornalista e vicedirettore del Corriere della Sera Giangiacomo Schiavi, premiato da mons. Cevolotto; il notaio a Piacenza e a Bobbio Giovanna Covati, premiata dal dott. Coppelli. All’Orchestra giovanile di Laureana Borrello e alla Facoltà d’Agraria della Cattolica è stata consegnata la Targa dell’Amicizia Cassiodoro. All’Università piacentina sono andate anche due borse di studio da assegnare ai migliori studenti che avranno compiuto ricerche attinenti all’attività di Cassiodoro il Grande.

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