La Finanza di Piacenza sequestra beni immobili e denaro per 300 mila euro

Ad essere colpito dal provvedimento un ligure, pregiudicato, che aveva gestito un giro di carburante rubato e contrabbandato

Guardia di Finanza Piacenza

Beni immobili e conti correnti per un valore complessivo di 300mila euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Piacenza a un cittadino genovese residente nell’alessandrino.
Il provvedimento cautelare, disposto dal tribunale di Torino, previa richiesta della Procura della Repubblica Alessandria, è scattato al termine delle indagini di natura patrimoniale compiute dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria, che hanno consentito di ricostruire l’intero patrimonio del cittadino ligure e accertare una consistenza dello stesso del tutto sproporzionata e non giustificabile rispetto agli esigui redditi dichiarati al fisco.
L’uomo, gravato da condanne e precedenti penali per associazione a delinquere, furto, truffa, ricettazione, traffico di sostanze stupefacenti e frode fiscale, è stato a capo – tra il 2014 e il 2015 – di un’organizzazione criminale, operante nelle province di Piacenza, Brescia ed Alessandria, dedita al furto e al contrabbando di prodotti petroliferi.
Le fiamme gialle piacentine, all’epoca, scoprirono che ingenti quantità di biodiesel, destinate alla raffineria E.N.I. di Sannazzaro de’ Burgondi (Pv), venivano “dirottate” nelle campagne alessandrine per essere scaricate all’interno di una cascina e, successivamente, vendute “in nero”.
Nei giorni scorsi, i militari hanno messo i sigilli a un appartamento e un compendio immobiliare adibito a base logistica per autotrasporti e bloccato conti correnti nella disponibilità del genovese, ottenuti grazie ai proventi dell’attività illecita.
Il provvedimento cautelare in questione, disposto dall’autorità giudiziaria piemontese, rientra nell’ambito delle misure di prevenzione patrimoniali previste dalla normativa antimafia (d.lgs. 159/2011), destinate a neutralizzare talune categorie di soggetti in conseguenza della loro riconosciuta attitudine a porre in essere condotte illecite e ad aggredire i loro patrimoni illegalmente costituiti e detenuti.

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