La scuola Sant’Orsola raddoppia la sede per affrontare meglio l’emergenza Covid

La scuola paritaria durante l'estate ha varato e completato un ampiamento degli spazi, raddoppiando la superficie, in modo da rispettare le norme di distanziamento

Forse la tentazione di mollare tutto ad un certo punto può anche essere serpeggiata fra i “fondatori” della scuola elementare Sant’Orsola. Proprio un anno fa era stata inaugurata l’elementare paritaria privata, ospitata nei locali del palazzo recentemente costruito davanti al Farnese. Sei mesi dopo è arrivato il coronavirus con il relativo lock down. Un imprevisto che poteva scoraggiare i genitori della cooperativa sociale che gestisce (senza scopo di lucro) l’istituto.

Invece le insegnanti, coordinate dalla professoressa Donatella Vignola, come tante altre colleghe del pubblico, si sono rimboccate le maniche e si sono gettate a capofitto nella didattica a distanza. Un’impresa non facile e per nulla scontata quando dall’altra parte dello schermo non ci sono liceali ma bambini dai sei agli undici anni. L’esperimento ha funzionato ed ha permesso di traghettare i bimbi verso l’anno successivo, quello incominciato oggi.

«Ci ha spinto l’entusiasmo – ha raccontato Dorothee Wilms insegnante madrelingua di tedesco. – Abbiamo dovuto superare parecchi ostacoli, individuare la piattaforma giusta, convincere anche qualche genitore o nonno riottoso che di tecnologia masticava poco. Soprattutto abbiamo dovuto riadattare i metodi  didattici a questo diversa modalità di interazione, senza la presenza fisica di docenti e compagni. Oggi possiamo dire che è stata un’esperienza positiva e che ha funzionato egregiamente anche per i più piccoli. Devo dire tutti siamo stati molto efficienti, famiglie ed insegnanti. Non potevamo permetterci di far perdere un anno scolastico a nessuno. E adesso guardate la nuova scuola … è così bella che da far invidia anche agli istituti della mia madrepatria, la Germania».

Superato il primo ostacolo, la ripartenza della scuola ha posto però la cooperativa davanti ad un problema di non poco conto, riadattare gli spazi alle norme Covid.

Per la seconda volta è arrivata in soccorso la Banca di Piacenza proprietaria dei locali confinanti alla Sant’Orsola. Vi erano ospitati alcuni uffici dell’istituto bancario piacentino che, davanti all’esigenza della scuola, ha deciso di cedere i locali per ospitare gli alunni in sicurezza e lo ha fatto anche in questa occasione a prezzi agevolati, scommettendo sul modello culturale ed educativo propugnato dalla paritaria.

Un’operazione – come ci ha spiegato l’avvocato Enrico Micheli, genitore e socio della coop Santa Giustina – che si è potuta delineare solo ad estate inoltrata quando finalmente i ministeri hanno reso note le linee guida per la riapertura. In un mese, con l’aiuto progettuale dell’architetto Isabella Tampellini, l’impegno delle ditte appaltatrici ed anche il supporto di alcuni volenterosi genitori si è riusciti a completare l’ampliamento della scuola che ha, in pratica, raddoppiato la superficie e che ora conta su circa mille metri quadri. Sono state realizzate nuove aule luminosissime con ampie vetrate, dotate di moderne LIM e con l’invidiabile vista su palazzo Farnese.

Nella nuova ala sono ospitate due classi e vi è la “famosa” stanza isolamento Covid come previsto dalle linee guida ministeriali. All’ingresso è stato posizionato un termo-scanner per la misura della temperatura corporea di alunni, insegnanti e visitatori; ogni ospite che entra nello stabile viene registrato per mantenere traccia di tutti i contatti.

Sabato è stata effettuata una simulazione con alcuni bambini ed i rispettivi genitori per vedere se quanto previsto su carta funzionava anche nella realtà. Le procedure messe a punto cercano di evitare assembramenti all’ingresso ed all’uscita e prevedono percorsi prestabiliti ed ingressi differenziati a seconda delle fasce d’età. I banchi, che erano in larga parte doppi, sono stati sostituiti con banchi singoli in modo da non garantire il distanziamento senza “sprecare” spazio. In mattinata ai bambini sono state distribuite le mascherine chirurgiche.

Nella “vecchia” ala, dotata di ingresso separato, sono state sistemate le tre classi rimanenti e predisposti altrettanti spazi separati per il refettorio oltre ad un’ulteriore aula isolamento Covid, la segreteria, la presidenza, l’aula professori e quella informatica. Il Comune invece ha concesso alla scuola un ampio locale utilizzabile come palestra.

Una volta superata la pandemia non è escluso che la nuova area prospicente viale Risorgimento possa ospitare le scuole medie che sarebbero la logica prosecuzione del ciclo scolastico. Sull’argomento ancora i vertici del Sant’Orsola non si sbilanciano ma se il Covid finisse di essere un’emergenza, con il prossimo anno scolastico, la paritaria potrebbe decidere di ampliare la propria offerta formativa riproponendo anche per le classi superiori la stessa formula fatta di didattica d’eccellenza, con insegnamenti in lingua rinforzati.

Una proposta che quest’anno ha convinto un numero crescente di genitori e che ha portato all’iscrizione di 16 remigini alla prima classe.

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