La società agricola Cascina Bosco Gerolo si aggiudica il premio per l’Innovazione “AgriManager 2023”

Il plauso di Coldiretti Piacenza a quest'azienda "tutta al femminile"

Lo sviluppo di un’attività zootecnica tradizionale in un’impresa con numerosi settori produttivi innovativi orientati all’economia circolare, alla multifunzionalità ed alla riduzione delle emissioni è il fattore che ha consentito a Cascina Bosco Gerolo di Rivergaro (PC) di aggiudicarsi per la provincia di Piacenza il premio AgriManager 2023, un premio assegnato all’impresa che ha adottato gli interventi più innovativi. La scelta è avvenuta al termine del progetto di crescita manageriale promosso dalla società cooperativa di servizi Agri2000 in partnership con Emilbanca, che ha coinvolto 1.500 imprese delle province emiliane di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza.

Il premio è stato consegnato a Rivergaro alla titolare Nicoletta Cella dal presidente di Agri2000, Camillo Gardini, e dal vice direttore generale di Emilbanca, Matteo Passini, in un incontro in cui è intervenuto anche il vice sindaco di Rivergaro, Pietro Martini.

L’azienda comprende 600 capi in lattazione e 50 addetti. È dotata di un proprio caseificio aziendale e trasforma il latte prodotto in azienda per poi distribuirlo nei diversi canali di distribuzione (GDO, grossisti e distributori automatici). Ha investito anche in un impianto a biogas per la produzione di energia elettrica e per la produzione e distribuzione di biometano grazie ai reflui zootecnici. Agriturismo, fattoria didattica, agrigelateria e agriasilo sono altre attività introdotte dall’azienda con lo scopo di diversificare.

Alla consegna del premio sono stati presentati anche i risultati di una indagine svolta da Agri2000 tra le 1.500 imprese emiliane che da Bologna a Piacenza hanno aderito al progetto. Secondo i risultati di un questionario con risposte multiple sottoposte agli imprenditori, le preoccupazioni maggiori delle imprese sono, nell’ordine, l’aumento dei costi delle materie prime (62%), i cambiamenti climatici (54%), l’aumento dei costi dell’energia (38,9%), i bassi prezzi riconosciuti ai produttori (21,20%), la riduzione dei mezzi tecnici disponibili (17,73%), la mancanza di manodopera (16,80%).

Gli interventi principali che le 1.500 imprese hanno messo in campo per superare il periodo di incertezza, secondo l’indagine, riguardano la riduzione di agrofarmaci e fertilizzanti mediante agricoltura di precisione, che ha interessato il 33,47% delle aziende, la riduzione dell’utilizzo acqua tramite sistemi di irrigazione innovativi (microirrigazione, subirrigazione) pari al 22,80%, e l’energia fotovoltaica adottata dal 20,80% delle imprese. Purtroppo c’è anche il 32% delle aziende che non ha adottato nessun cambiamento.

Giunta all’ottava edizione, il progetto AgriManager 2023 ha avuto per tema “Come gestire l’impresa nel tempo dell’incertezza?” con l’obiettivo di cercare risposte per le tante situazioni di crisi nel settore agricolo. Nell’ultimo anno – ricorda Agri2000 – l’agricoltura ha dovuto fronteggiare la siccità, con il calo del 40% delle precipitazioni, e l’incremento vertiginoso dei costi di produzione dovuto in larga parte alle conseguenze della guerra in Ucraina che, secondo l’Istat, ha provocato aumenti del +23% dell’energia, +63,4% dei concimi, +25,1% dei mangimi.

 “Per evitare di chiudere l’azienda – ha detto il presidente di Agri2000 Camillo Gardini –– è sempre più importante passare dalla mentalità di produttori a quella di imprenditori. Il progetto AgriManager è un percorso unico in Europa per far crescere le conoscenze degli imprenditori agricoli dei nostri territori per adottare cambiamenti radicali nei metodi di coltivazione con l’introduzione di nuove tecnologie per ridurre l’impiego di mezzi di produzione come concimi, agrofarmaci e biostimolanti e per ottimizzare l’utilizzo di acqua”.

Il vice direttore generale di Emilbanca, Matteo Passini ha espresso “soddisfazione per un progetto come questo che aiuta a crescere l’imprenditorialità di chi gestisce le aziende del settore agroalimentare con innovazioni che vanno verso tecnologie 4.0 per ridurre costi e aumentare la sostenibilità delle imprese”.

La maggioranza delle aziende che hanno aderito al progetto (53,9%) è gestita da imprenditori compresi nella fascia di età tra i 41 e i 60 anni, il 27,5% ha meno di 40 anni, il restante 18,6% ha più di 60 anni. Gli indirizzi colturali prevalenti sono i seminativi, la frutticoltura, l’orticoltura, il vitivinicolo e la zootecnia.

Al premio era associata anche la donazione di prodotti agroalimentari per un valore di mille euro alla Unicoop Cooperativa Sociale, ente del terzo settore del territorio.

Il plauso di Coldiretti Piacenza

Da Coldiretti Piacenza arriva il plauso alla Società Agricola Cascina Bosco Gerolo, che questa mattina, martedì 28 marzo, ha ricevuto in consegna il premio AgriManager, promosso da Agri2000 in partnership con Emilbanca. Il riconoscimento è nato otto anni fa per sostenere le imprese agricole nell’adozione di interventi efficaci contro le crisi che hanno colpito il settore agricolo come la siccità, l’aumento dei costi di produzione e la crisi dei mercati. Ogni anno il progetto assegna un premio finale alle imprese che hanno adottato interventi di eccellenza nel loro settore.

“Si premia la capacità e il coraggio delle imprenditrici – si legge nella targa consegnata questa mattina – in grado di far evolvere un’attività zootecnica in un’impresa con settori produttivi innovativi orientati all’economia circolare, alla multifunzionalità ed alla riduzione delle emissioni.

Erano presenti alla premiazione anche il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli e il segretario di zona Fabrizio Masini.

La Cascina, tutta al femminile, in quanto condotta da Adele Beotti e dalle figlie Nicoletta e Serena Cella, vanta una produzione di altissima qualità di latte, latticini e formaggi proposti nello spaccio aziendale e nei distributori sul territorio, e ha creduto fortemente nella multifunzionalità con attività quali l’agriturismo e la fattoria didattica.

Ma la vera innovazione riguarda la realizzazione in Valtrebbia del primo distributore di biometano per il rifornimento delle auto. Dall’allevamento di mucche si ricavano così non solo il latte e i formaggi che vengono venduti direttamente ai consumatori ma anche un biometano di qualità per la auto a metano.

I liquami e il letame prodotti in stalla dalle mucche – spiega Coldiretti – vengono mescolati a culture di secondo raccolto, dalla paglia agli stocchi di mais, e messi a fermentare in un impianto che somiglia a una sorta di grande pentola a pressione. Il gas prodotto viene quindi trasferito in un impianto di upgrading dove viene completamente purificato e stoccato in bombole che alimentano il distributore, capace di produrre 86 mc/h di biometano mentre il digestato viene usato per concimare i terreni. Il primo distributore a km zero – rivela Coldiretti – sta riscuotendo grande successo.

L’esperienza piacentina – conclude il Direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli – è un esempio virtuoso dello sviluppo del biometano agricolo Made in Italy “dalla stalla alla strada”.

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