La visita di Sgarbi al Klimt si trasforma in una dotta lezione di storia dell’arte

Conclusasi la parte ufficiale della cerimonia per il ritorno de Ritratto di Signora il parlamentare ha visitato privatamente la galleria ed ha ammirato il dipinto posizionato nella teca. Si è poi recato a Cortemaggiore

Finita la parte ufficiale dell’inaugurazione è arrivato Vittorio Sgarbi. E tanta gente che era già uscita si è riunita intorno a lui, alla caccia di autografi e o dei più moderni selfie.

Poi l’ingresso. Locale pressoché vuoto ma un accenno di assembramento, subito represso dallo stesso interessato, con mascherina d’ordinanza come impongono i tempi. Il critico d’arte e parlamentare, insieme agli amici che lo accompagnavano, proveniva dalla Banca di Piacenza dove era passato per dare uno sguardo alla sistemazione dell’Ecce Homo (la cui inaugurazione è prevista al pomeriggio).

All’interno della Ricci Oddi, il critico subito si è diretto alla teca dove è custodito il quadro di Klimt, di cui opportunamente è stata lasciato scoperto il retro che reca timbri della Galleria e di esposizioni varie dove il Klimt piacentino è stato esposto. Sgarbi ha avuto parole di elogio per il Presidente della Galleria, prof. Massimo Ferrari, che lo ha accompagnato nella visita, unitamente alla curatrice dell’esposizione Elena Pontiggia. Il critico, armato della consueta torcia che usa per iluminare i quadri che osserva, si è soffermato, in particolare, sul verde mettendolo in collegamento con le parti della immagine sottostante che l’autore del dipinto doveva nascondere. Sgarbi si è poi spostato davanti all’apparato che indica i passaggi dal vecchio dipinto preesistente sul quale Klimt, com’è noto, ha dipinto la Signora attuale. Una domanda, dai vari critici (anche di livello nazionale) che s’erano fermati per accompagnarlo, è venuta istantanea: preferisce il quadro vecchio o il nuovo? Altrettanto pronta la risposta: «Nel vecchio, c’è più Klimt, c’è più Secessione».

Come spesso avviene in sua presenza la visita si è presto trasformata in una dotta lezione di storia dell’arte e poi Sgarbi ha dato appuntamento a tutti, per il pomeriggio, a Palazzo Galli. Ma prima di tornare a palazzo Galli è riuscito ad infilare nella sua fitta agenda una visita alla Basilica ed alla chiesa di San Francesco di Cortemaggiore. Sgarbi conosce bene entrambe perché è anzi stato il promotore della sistemazione della chiesa di S. Giuseppe ed il protagonista del recupero del Polittico operato dalla Banca di Piacenza. Obiettivo specifico della visita nella capitale magisotrina: il sepolcreto dei Pallavicino dopo la recente scoperta dei loro scheletri, in una cassa rimasta per anni chiusa, ad opera del parroco don Paolo.

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