L’aria di Piacenza è ancora malata e non basta un’aspirina

Riceviamo e pubblichiamo dal Circolo Legambiente un comunicato relativo alla scarsa qualità dell’aria nella nostra provincia

“Anno nuovo, vecchi problemi! Il 2020 non inizia bene dal punto di vista delle polveri sottili, allerta smog dal 1 giorno dell’anno, raccogliendo il testimone di fine 2019, 48 sforamenti sui 35 permessi nel 2019 e ben 80 per l’Ozono, per il quale siamo i peggiori in Regione e tra i peggiori in Italia

Il livello delle PM10  del 2018 rispetto al 2017 è peggiorato da 32 a 48 sforamenti mentre restiamo maglia nera per l’Ozono e sebbene Arpae confermi che i dati dell’aria sono in linea con quelli del 2018 ed in miglioramento rispetto a quelli del 2017, questi risultati non ci tranquillizzano in alcun modo, perchè indicano impietosamente uno stallo inaccettabile in tema di misure per migliorare la qualità dell’aria a Piacenza. L’aria è ancora malata e non basta certo una aspirina per curarla. Di fatto  demandiamo alla situazione climatica lo stato  di salute dell’aria, sperando nella pioggia, nel vento e nella neve, piuttosto che scegliere coraggiosamente di intervenire sulle cause dell’inquinamento cittadino, traffico, industrie inquinanti e riscaldamento.

E’ infatti evidente che l’emergenza sanitaria ed ambientale continua ad essere sottovalutata da questa Amministrazione, in totale continuità con le precedenti, come se il problema non riguardasse il benessere dei Piacentini. Lo dimostra il fatto che, a parte l’applicazione del protocollo regionale, nessun provvedimento di limitazione del traffico aggiuntivo è stato assunto nei momenti di emergenza, nessun accordo con le industrie maggiormente inquinanti per ridurre le emissioni, e nessun controllo delle caldaie o stufe.

E’ decisamente ora di cambiare passo ed il PUMS, in fase di adozione,  potrebbe e dovrebbe rappresentare  un’occasione imperdibile per incidere radicalmente sul sistema della mobilità all’interno della città, migliorando sensibilmente una delle cause dell’inquinamento cittadino, il traffico. Che cosa chiediamo all’Aministrazione Comunale? Chiediamo azioni concrete da subito: atti di coraggio  nell’emergenza, quando l’inquinamento fa ammalare, come risulta evidente anche dal picco di ricoveri in pneumologia a fine dicembre dello scorso anno. Chiediamo un rilancio forte del sistema del trasporto pubblico, mediante un progetto che coinvolga con decisone la Regione e l’Unione Europea. Chiediamo l’incremento delle ZTL in città ma contemporaneamente la realizzazione – in tempi brevi  di parcheggi scambiatori dotati di navette frequenti e non inquinanti. Parcheggi che rappresentino davvero un’alternativa preferibile all’uso dell’auto.  Chiediamo l’adozione di  misure più drastiche di limitazioni del traffico urbano e delle  attività produttive inquinanti (centrale termoelettrica, cementificio, inceneritore, ecc.) con il  blocco totale, dopo quattro giorni di sforamenti dei limiti di legge. Chiediamo anche provvediamenti emergenziali oggi consentiti dalle nuove tecnologie: l’imposizione della riduzione delle velocità sulla bretella autostradale fra Le Mose e S.Antonio, mediante rilevazione elettronica; blocco dell’accesso al polo logistico delle migliaia di camion al di sotto della classificazione Euro 6 (in circolazione già dal  2014); ampliamento dello scalo merci ferroviario al polo logistico, alla prioritaria condizione di una riduzione del trasporto merci su gomma da e per lo scalo stesso. 

Per evitare nuovi centri attrattori di traffico sia in città che nelle frazioni  riteniamo fondamentale una  moratoria degli accordi operativi proposti all’Amministrazione comunale dai privati che prevedono nuovi centri commerciali, residenziale e logistica fino all’approvazione del nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale), da avviare entro il 2020,  anche a tutela  degli spazi verdi esistenti in città  messi in pericolo (vedi caso degli ex orti di via Campesio ed del campo di  via Morigi) . Occorre non solo preservare le alberature e le aree  verdi presenti  in città, fondamentali polmoni per contrastare l’inquinamento, ma crearne di nuove, prevedendo un sistema di  vere e proprie aree di riforestazione urbana dentro e fuori la città, oltre a viali alberati, orti e giardini e per questo appoggiamo pienamente la proposta di Confapi della barriera verde in prossimità dei tratti autostradali .

Ricordiamo che ad ogni euro investito per limitare l’inquinamento corrispondono 10 euro di risparmio in costi sanitari e previdenza.

A tal proposito, considerato che l’inquinamento incide fortemente sull’aspettativa di vita dei cittadini chiediamo ancora e pressantemente all’Amministrazione  di farsi promotrice presso l’Ausl di un vero e proprio osservatorio epidemiologico sulla salute dei cittadini, sui rischi da esposizione agli inquinanti atmosferici ed ambientali in relazione a tumori, malattie cardiovascolari, respiratorie. Dati scientificamente attendibili, utili per poter fare reale prevenzione impostando politiche territoriali e sanitarie corrette e favorevoli al benessere  dei cittadini”.

 

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