L’assessore Colla sull’ex ospedale militare di Piacenza: “Fondi per la ristrutturazione ingenti, ma occorre crederci”

Secondo il sindaco, Tarasconi occorreranno 80 milioni di euro per la ristrutturazione, fondi che il Comune non ha e che ci dovrebbe metttere il Governo. Ieri sera l’assessore regionale aveva lanciato un suggerimento agli amministratori locali

Quest’oggi a margine dell’inaugurazione del nuovo anno accademico di Medicine and Surgery” presso la Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni di Piacenza il sindaco Katia Tarasconi ha parlato del recupero dell’ex ospedale militare di via Palmerio e dell’impossibilità per l’ente da lei guidato di far fronte all’ingente spesa che sarebbe necessaria «Noi abbiamo ricevuto il progetto, che stiamo guardando – ha affermato – ed il tema è  la quantità di risorse che sono necessarie per una ristrutturazione di un edificio così imponente: parliamo di milioni di euro, non di venti ma molto oltre. Bisogna interloquire con il ministero e con la regione per capire quale sarà la migliore soluzione».

Secondo quanto ha lasciato capire il sindaco per la ristrutturazione potrebbero essere necessari fino ad 80 milioni di euro, una cifra “monstre” se si considera che l’ipotesi di spesa per il nuovo ospedale è di 250 milioni di euro. «Voi capite – ha concluso – non può essere a carico del comune di Piacenza, non è possibile. Stiamo lavorando per trovare delle soluzioni anche con l’Università e la Regione ma serve l’intervento del Governo».

Il recupero dell’ex ospedale militare come sede per medicina in inglese era stato uno dei cavalli di battaglia dell’ex sindaco Patrizia Barbieri che, insieme al rettore di Parma e all’Ausl, aveva portato il nuovo corso di laurea nella nostra città.

Che non si trattasse di un percorso semplice lo aveva lasciato intuire nel luglio 2021 l’allora ministro Mariastella Gelmini che dichiarò «E’ chiaro che non è facile trovare un finanziamento importante per  un intervento così corposo».

I più pensavano però che le cose, nel frattempo fossero andate decisamente avanti anche perché nell’ottobre 2022 la Regione aveva annunciato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra ministero della Difesa, Regione Emilia-Romagna, Comune, Ausl di Piacenza ed Università di Parma che prevedeva la concessione dell’ex ospedale al Comune per ospitare le facoltà sanitarie.

Questa mattina invece il sindaco di Piacenza è parsa molto più prudente sull’argomento chiarendo che se lo Stato non aprirà il portafogli, tirando fuori i soldi necessari, difficilmente si potrà portare ridare vita a quel pezzo di città.

Proprio ieri, durante una serata organizzata dal Rotary Piacenza, l’assessore regionale Vincenzo Colla (sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali) intervistato dal direttore di PiacenzaOnline Carlandrea Triscornia, aveva toccato l’argomento sottolineando come certo i fondi necessari per il recupero della struttura siano ingenti e  non sia facile trovarli. A suo giudizio però in questa fase storica di “grandi opere” finanziate dal PNNR, dall’Unione Europea e non solo, la possibilità di reperire i soldi necessari non sia impossibile ed ha quasi lanciato un consiglio agli amministratori locali piacentini «Occorre credere fortemente nel progetto, perseguirlo ed alla fine sono certo che i soldi arriveranno».

A giudizio di Colla dunque è importante “non mollare” e cercare di fare il più possibile squadra fra tutti gli enti e le istituzioni coinvolte per far si che il progetto possa trasformarsi in realtà.

L’edificio dovrebbe ospitare non solo Medicine and Surgery ma anche i corsi di Infermieristica diventando un polo universitario molto importante con una parte di studentato. «E’ uno spazio bellissimo – ha detto l’assessore regionale – che occorre restituire alla città».

Secondo Colla per lo sviluppo di Piacenza una delle chiavi di volta è proprio quella di puntare sulle Università anche perché – ha ricordato – «le città che hanno avuto un maggior crescita sono  quelle dove c’è stata una parallela espansione dell’offerta universitaria».

Insomma gli atenei vanno sempre più visti come organismi propulsori per l’economia e l’innovazione.

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