L’Associazione Terme e Val Trebbia boccia il piano sanitario dell’Ausl

Le scelte prospettate porteranno ad un peggioramento della risposta sanitaria. No alla centralizzazione di tutti i servizi in un nuovo ospedale che sarà pronto fra non meno di 10 anni

Ospedale Bobbio

Giovedì prossimo (21 maggio 2020) è convocata la commissione sociosanitaria della provincia di Piacenza. Come è noto in questi giorni sono state numerose le voci di dissenso rispetto al piano sanitario messo a punto dall’Azienda Usl per affrontare il post emergenza Covid -19.

Nel dibattito si inserisce ora anche l’associazione Terme e Val Trebbia secondo cui «nasce l’urgenza e la necessità di rivedere il piano sociosanitario approvato a marzo 2017. Ma su questo calano ora altre due questioni, come la chiusura dei pronto soccorso di Caste San Giovanni e Fiorenzuola, e come la decisione di realizzare a Castel San Giovanni un centro Covid-19 provinciale, che a nostro parere porteranno ad un peggioramento della risposta sanitaria nella nostra provincia. Noi sosteniamo che altri approcci siano fattibili e possibili per rispondere all’emergenza senza compromettere ulteriormente una già fragile distribuzione territoriale della risposta sanitaria. Per questo motivo, come associazione Terme e Val trebbia, abbiamo inviato una lettera aperta ai sindaci dell’alta Val trebbia e Luretta per chiedere loro massima attenzione sulle valutazioni da portare alla conferenza sociosanitaria».

Questo il testo della missiva:

Lettera aperta ai Sindaci della val Trebbia e Luretta
Egregi Sindaci,
in occasione della Conferenza sociosanitaria di giovedì 21 maggio, in cui con gli altri sindaci della provincia di Piacenza prenderete decisioni urgenti su chiusure dei Pronto Soccorso e trasformazione ospedale Castel San Giovanni in centro Covid-19, vi rivolgiamo queste richieste.
La recente emergenza ha dimostrato l’urgenza e la necessità di una revisione del Piano sociosanitario votato nel marzo 2017 dalla conferenza. sociosanitaria della provincia. Come già sostenuto da molti (anche dall’associazione Terme e val Trebbia) un nuovo ospedale non è la risposta più efficace ed urgente. La risposta efficace ed urgente è mettere mano alle carenze di strumentazione, di medici/infermieri ed organizzare una migliore distribuzione territoriale della sanità.
Le scelte che voi sindaci farete alla prossima conferenza sociosanitaria incideranno moltissimo sull’indirizzo e la qualità della sanità in questa provincia per i prossimi anni. Per questo Vi chiediamo di soppesare attentamente questi punti, a partire da alcune scelte che dovranno essere discusse giovedì 21.
1.la chiusura dei Pronto Soccorso di Castel San Giovanni e Fiorenzuola. Questa decisione
priva le popolazioni di quei distretti di un servizio di prossimità fondamentale e carica sul solo
capoluogo gran parte della risposta sanitaria ospedaliera.
2.la decisione di trasformare l’ospedale di Castel San Giovanni in centro Covid-19 per tutta
la provincia. Non è in discussione la necessità di cure intensive e subintensive meglio organizzate e quantitativamente adeguate: ma ciò non deve essere fatto a discapito delle altre patologie ed urgenze, per le quali il mantenimento all’ospedale di Castel San Giovanni è determinante. Ci sono altre soluzioni possibili per ospitare un centro Covid-19, come ad esempio l’edificio del vecchio ospedale militare di Piacenza, già nella disponibilità del pubblico.
3. Os-Co di Bobbio, destinato a lungodegenze. Per la val Trebbia e l’alta val Tidone serve un
ospedale a tutti gli effetti, in grado di rispondere a una popolazione di oltre 10mila abitanti,
disseminata su un territorio vasto, non un cronicario.
Anche il presidente dell’Unione val Trebbia e Luretta ha recentemente chiesto una revisione
della situazione Os-Co di Bobbio per riportarlo alla funzione di effettivo presidio sanitario. Non vi sembra siano motivazioni condivisibili ?
Un Piano sociosanitario adeguato chiede di tener ben presente la lezione dell’emergenza: la
centralizzazione non è un buon modello in nessun campo. Nella sanità abbiamo sperimentato
che tagli e centralizzazione hanno costi altissimi.
Ci aspettiamo dalla conferenza del 21 scelte per una migliore organizzazione sanitaria
pubblica : in termini di ripristino degli organici del personale sanitario, di Pronto Soccorso attivo ai due estremi della provincia in modo che il Pronto Soccorso di Piacenza non sia preso d’assalto e con un vero ospedale per la montagna.
Sta a voi imboccare questa strada .Le risorse ci sono, chiediamo di non immobilizzarle in un unico ospedale centrale, che non aumenta i posti letto e sarà pronto fra 10 anni. Sono richieste ragionevoli, attraverso questa lettera vi chiediamo di valutarle , dato che non ci è consentito partecipare in altro modo a decisioni che toccano da vicino la vita di tutti.
Con i migliori auguri di buon lavoro.
19 maggio 2020 Associazione Terme e Val trebbia
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