“Le parole che si dicono di notte” esordio narrativo di Franco Morro

Poeta, saggista, psicologo e psicoterapeuta debutta come narratore. La recensione di Maria Grazia Giordano

Le parole che si dicono di notte è il maturo e potente esordio narrativo di Franco Morro Bolzoni, scrittore, poeta, saggista e anche psicologo, psicanalista, psicoterapeuta piacentino.

La formazione dell’autore imprime forma e carattere alla scrittura e alla narrazione, il lettore lentamente si immerge in una meditazione sulla vita di Diego, il protagonista, ma inevitabilmente anche sulla propria vita.

Diego per nascita, e forse vocazione, è l’impossibilità di essere amati, un’impossibilità con cui chiunque ha fatto i conti almeno una volta, soprattutto da adolescente, un’impossibilità spesso irrisolta che ci accompagna come un’ombra, che riemerge in ogni incertezza, che ci spinge a continui ripensamenti, che ci blocca con deficit di autostima nelle situazioni più delicate quanto significative della vita.

Diego incontra Ada, l’alterego uguale e opposto: l’impossibilità di amare, per orgoglio, timore, forse vendetta sulla vita stessa.

L’incontro fra i due li perde eppure li assolve, in una discesa di anime e corpi che è anche una risalita e infine è rinascita.

Intorno personaggi che sanno di bellezza e di amarezza, di dolcezza e saggezza tipiche delle anime tormentate e delle anime candide.

Piacenza, la città dell’autore, è sullo sfondo, mai citata eppure presente nello scorrere del grande fiume che costeggia infanzia e adolescenza di Diego, nell’indolenza estiva mista all’afa che si fa materia, nella prudenza dei sentimenti di chi vive osservando quel maestoso e silenzioso scorrere.

Franco Morro Bolzoni ci regala un’esperienza di lettura che è confronto con l’autore, ma prima con noi stessi, un romanzo psicologico che è riflesso e riflessione su archetipi letterari e psicologici, ma anche emozioni e poesia. Un romanzo da cui non si esce “immuni”.

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