Lega Nord: “uova contaminate scandalo figlio della globalizzazione”

Uova contaminate con Fipronil figlie della globalizzazione secondo la Lega Nord di Piacenza

Tre lotti di prodotti alimentari derivati da uova provenienti da Germania, Belgio e Olanda e indirizzati in Emilia-Romagna, nei giorni scorsi, sono stati sottoposti in via precauzionale a fermo cautelativo. Le partite sono state sottoposte a fermo in quanto le uova con cui i prodotti sono preparati provengono probabilmente dalle zone coinvolte dal caso Fipronil.

Per la Segreteria provinciale e il Dipartimento agricoltura della Lega Nord si tratta «dell’ennesimo scandalo alimentare che il consumatore italiano subisce in nome del libero mercato e della globalizzazione. Nella nostra regione, fortunatamente, i controlli hanno scoperchiato questa terribile piaga, innescando tutte le procedure di sicurezza che sono previste in questi casi, grazie anche alla collaborazione con i Nas. Peccato però che, secondo la documentazione in possesso delle autorità competenti, risulterebbe che il commercio di Fipronil nel Belpaese andasse avanti da almeno un anno: perché è stato messo in luce solo adesso? Ricordiamo – evidenzia il Carroccio – che il Fipronil è una sostanza tossica che, se mangiata in quantità considerevole, può avere effetti pericolosi su tiroide, fegato e reni, provocando anche nausea, vomito e convulsioni epilettiche».

«La forsennata globalizzazione alimentare ha già portato i suoi malsani frutti anche in passato. È sufficiente pensare – prosegue la Lega Nord – alla carne di maiale contaminata da diossina, in seguito esportata nelle nostre città. Oppure a quando gli italiani corsero il rischio dell’encefalopatia spongiforme bovina, una malattia neurologica cronica e degenerativa conosciuta come morbo della mucca pazza. In Inghilterra infatti i bovini – poi commerciati nel Belpaese – venivano alimentati con farina animale di scarsa qualità, modificata con solventi potenzialmente pericolosi o cancerogeni. Ad oggi, in Gran Bretagna si sono verificati quasi duecentomila casi di mucca pazza negli animali. Eppure, il libero scambio che piace tanto alle multinazionali prosegue senza sosta».

«Sul settore del food italiano e padano, purtroppo, grava il peso delle politiche scellerate dei burocrati di Bruxelles – conclude la nota del Carroccio -, che impone regole assurde e controproducenti per la qualità delle pietanze che mangiamo. Mancano standard di controllo uniformi e rispettosi dei Paesi che vogliono tenere alta l’asticella della salubrità, oggi più che mai compromessa dagli accordi che l’Ue sta negoziando con gli Stati Uniti e il Canada per il totale abbattimento delle dogane fisiche ed economiche. Non solo: dal primo gennaio del prossimo anno sarà possibile portare sulle tavole scarafaggi, cavallette, grilli o formiche, a causa di un pacchetto di norme approvato nel novembre del 2015 dal Parlamento Europeo. L’Europa che vogliamo è quella che esclude e disincentiva chi non rispetta le filiere alimentari basate su una passione secolare e una tradizione incontaminata».

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