Nessuna pausa per il Milestone, il 5 gennaio si ricorda il saxofonista Lester Young

Milestone riparte da Lester Young

Nemmeno una pausa natalizia per Il Milestone, il locale che propone musica dal vivo ininterrottamente per dieci mesi all’anno. Non si ferma, infatti, la programmazione che quest’anno sta proponendo una stagione particolarmente interessante e molto apprezzata dal pubblico.
Tra queste proposte di ottimo livello si annovera senza dubbio anche il primo concerto del 2019, previsto per sabato 5 gennaio con inizio come al solito alle ore 22.00 e che vedrà protagonista Emanuele Cisi con il suo quartetto. Per l’occasione il saxtenorista torinese presenterà il suo ultimo blasonato lavoro “No Eyes – Looking at Lester Young”. Saranno con lui sul palco Sergio Di Gennaro al pianoforte, Marco Micheli al contrabbasso e Adam Pache alla batteria. L’ingresso al locale con tessera Piacenza Jazz Club (o ANSPI) che si può fare anche sul posto la sera stessa, prevede un biglietto del costo di 10 euro.
“No Eyes – Looking at Lester Young” è un progetto musicale di respiro internazionale e di grande spessore artistico, tanto da aver attirato l’attenzione della Warner Music, una delle più importanti case di produzione musicali del mondo, che ha fortemente voluto produrre il disco che ha visto la luce a maggio 2018.
Il progetto musicale intende omaggiare simbolicamente uno dei massimi geni della storia del Jazz e tra gli “inventori” del sax tenore: Lester Young. Proprio nel 2019 ricorrono i sessant’anni dalla scomparsa del grande saxofonista, nonché l’anniversario dei 110 anni dalla nascita di Prez (ovvero “presidente”, come l’aveva affettuosamente soprannominato Billie Holiday). “No Eyes”, che nello slang di Lester significa “non mi interessa”, oltre ad essere un celebre blues da lui registrato nel 1946, è anche il titolo di un poema scritto da David Meltzer e ispirato all’ultimo anno di vita del musicista, trascorso in solitudine al misero hotel Alvin di Manhattan, dove morì a soli cinquant’anni. Il poema, definito dall’autore, “una meditazione su Lester e sul significato della vita e della morte, e del ruolo dell’arte in esse”, utilizza il criptico e astratto slang inventato dal saxofonista e che utilizzava nel suo quotidiano per esprimersi normalmente. Lester è stato un esempio unico di totale coesione tra il proprio universo espressivo in quanto artista e il suo stile di vita; un’affascinante emanazione di suono puro, poetico, drammatico, autentico ma al tempo stesso intriso di sottile ironia. Il senso dello swing, della danza gioiosa, ma anche della malinconia del blues sono gli elementi caratteristici di questo progetto immaginato e voluto da Emanuele Cisi.
Cisi dal canto suo è certamente uno dei più autorevoli saxofonisti tenori della scena mondiale, che ha riunito intorno a sé alcune delle voci più personali e poetiche del jazz di oggi. Il gruppo vede inoltre le autorevoli presenze del pianista Sergio Di Gennaro, del contrabbassista Marco Micheli e del batterista newyorkese Adam Pache, uno dei musicisti più rispettati nel panorama del jazz internazionale. Attraverso l’interpretazione di splendide song rese celebri da Lester, sue composizioni, brani a lui dedicati (la struggente “Good Bye Pork Pie Hat” di Mingus o la splendida e swingante “Lester Left Town” di Shorter), composizioni originali del leader ispirate alla sua poetica e testi basati liberamente sull’opera di Meltzer, “No Eyes” è, come il poema letterario, una meditazione sulla musica e sulla vita, attraverso gli occhi consumati ed impenetrabili di Lester Young. 

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