L’evoluzione dei negozi racconta abitudini e rapporti sociali della Piacenza che era

Al PalabancaEventi tavola rotonda con Paolo Dallanoce, Rocco Ferrari e Ippolito Negri. «La documentazione fotografica dello Studio Croce imprescindibile per ricostruire la memoria della città». L’esempio di via XX Settembre

Se i monumenti e le architetture raccontano la storia di una città, l’evoluzione dei suoi negozi e degli esercizi descrive il mutare delle sue abitudini e spesso anche dei suoi rapporti sociali.

E’ questo il filo conduttore della tavola rotonda (secondo appuntamento delle manifestazioni collaterali alla mostra “La Piacenza che era”, in corso al PalabancaEventi per iniziativa della Banca di Piacenza) che ha avuto come protagonisti (presentati da Laura Bonfanti, curatrice della mostra) l’architetto Paolo Dallanoce, il fotografo Rocco Ferrari, titolare dello storico Studio Croce, e il giornalista Ippolito Negri (intervenuto in video collegamento), curatore, alcuni anni fa, con Maurizio Cavalloni e Mario Di Stefano, del volume “Negozi e mercati del Novecento”.

Punto di partenza del racconto la possente documentazione fotografica che ha fissato da fine Ottocento in poi le immagini che permettono oggi di completare le fonti archivistiche sulla distribuzione e la qualità dei negozi. E proprio questa grande disponibilità di immagini depositate presso lo Studio Croce che – come ha sottolineato Rocco Ferrari – è imprescindibile per ricostruire la memoria della città e quindi coglierne il suo mutamento.

Dal punto di vista documentale, oltre agli archivi ufficiali, per il ricercatore che abbia un qualche interesse alla ricostruzione del passato un grande aiuto si trova nelle varie edizioni reperibili dell’“Indicatore commerciale” pubblicato a più riprese, tra fine Ottocento e inizio Novecento, da Giuseppre Ziliani. «C’è quasi tutto in quelle paginette – ha spiegato Ippolito Negri – basta confrontare quegli elenchi di edizione in edizione, e poi sovrapporre i risultati con le fotografie che abbiamo, ma anche con le mappe catastali e i documenti degli archivi con le concessioni dell’edilizia comunale: la storia così diventa chiara, sia per quanto riguarda la ricerca sul singolo negozio, sia sui mutamenti che le strade hanno avuto nel tempo».

E l’esempio più chiaro è già nel cuore cittadino di Piazza Cavalli, dove il mutamento commerciale è stato fortemente influenzato dal mutamento urbanistico, con la sostituzione dei tre isolati a est, con i tre grandi palazzi noti come Primo, Secondo e Terzo Lotto. Il contiguo Largo Battisti, è un altro esempio di come il mutamento della tipologia commerciale cambi sostanzialmente anche le abitudini sociali, da centrale luogo di ritrovo e di incontro a semplice luogo di passaggio, al più di fruizione di alcuni negozi, ad un più recente ruolo di socialità. E così per tante vie, che al mutare delle referenze degli esercizi hanno cambiato pelle, con eccezione di via XX Settembre, la “via Venti” dei piacentini di ieri e di oggi, che nella terminologia tecnica potrebbe essere definito come “centro commerciale naturale”.

Ma se la vocazione di “Strà Dritta” è quella del commercio, molto è cambiato di questa via, come è emerso dai ricordi dell’architetto Paolo Dallanoce che in quella strada è nato ed è attento testimone con vivide rimembranze e qualche rimpianto.

La ricostruzione dei mutamenti commerciali e l’influenza di questi sui flussi storici del traffico, anche pedonale, dovrebbe essere uno spunto importante, non solo risolvibile con una rilevazione statistica, per le scelte delle destinazioni da parte delle amministrazioni, ha sottolineato in chiusura Negri: «Ma spesso ci si affida all’apparenza dei numeri, senza tener conto della memoria storica».

Prossimo appuntamento con le manifestazioni collaterali alla mostra, lunedì 27 dicembre, alle ore 18 (PalabancaEventi, Sala Panini) con la conversazione di Laura Bonfanti su “La Piacenza che era. Nascita e sviluppo di un progetto espositivo e del catalogo mostra”. Agli intervenuti sarà riservata copia del volume.

COME VISITARE LA MOSTRA

“La Piacenza che era”, dal 19 dicembre al 16 gennaio – PalabancaEventi, via Mazzini, 14. L’ingresso è libero per Soci e Clienti della Banca. Per i non clienti ingresso con biglietto nominativo scaricabile esclusivamente dal sito www.bancadipiacenza.it. Sono previste visite guidate per scuole e associazioni (prenotazioni all’Ufficio Relazioni esterne tel. 0523 542137; [email protected]). Orari: dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19; sabato e festivi dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19 (giorni di chiusura 24, 25, 31 dicembre e 1 gennaio). Per l’ingresso, sulla base delle vigenti disposizioni inerenti le mostre, è necessario esibire il Green Pass, indossare la mascherina e tenere poi il distanziamento interpersonale.

Publicità

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome