Liste di attesa in sanità: prendere esempio da Cremona dove si visita anche al sabato ed alla domenica

La situazione nella nostra provincia resta fortemente critica e non si vedono, al momento, soluzioni all'orizzonte

Passano i mesi e nulla cambia a Piacenza sul fronte delle liste di attesa per le visite specialistiche e gli esami diagnostici. Eppure, come suggeriscono i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil basterebbe prendere spunto dalla vicina Lombardia e dalla provincia di Cremona dove una soluzione la sè messa in campo.

Se per gli interventi chirurgici si registra un recupero, la situazione rimane insostenibile nel territorio provinciale per quanto riguarda le liste d’attesa per le visite specialistiche: ancora mesi e mesi per una visita oculistica o per un controllo cardiologico o altro. Durante l’estate si è avuta notizia della firma di un protocollo d’intesa a livello regionale  tra la Giunta regionale per la sanità pubblica e l’ospedalità privata accreditata (Aiop – Associazione italiana di ospedalità privata accreditata) in modo di proseguire la collaborazione dopo l’intesa nel 2020 per affrontare la pandemia, ora con l’obiettivo di tagliare le liste di attesa

Significative le risorse economiche messe a disposizione che ammontano a quasi 8 milioni di euro stanziati dal Ministero della Salute, dai 150 milioni di euro assegnati alle Regioni col vincolo di essere utilizzati solo per il recupero delle liste d’attesa, fondi che saranno poi suddivisi per Aziende Usl. A questi si aggiungono 7 milioni di euro di risorse regionali, l’importo annuale stanziato dal 2020 dopo l’intesa per affrontare insieme la pandemia.

Il piano regionale ha un gusto dolceamaro per i sindacati dei pensionati di CGIL, CISL e UIL che certamente condividono la speranza di un ritorno alla normalità con la riduzione delle liste di attesa per le prestazioni differibili o programmabili, ma nutrono perplessità sull’opportunità di un così significativo finanziamento della sanità privata. A quando, poi, un piano di assunzioni per la sanità pubblica da condividere con le organizzazioni sindacali di categoria ?

Il piano regionale per il recupero prevede che entro la fine del 2022, i tempi previsti dovranno essere rispettati almeno nel 90% dei casi, e quindi dovrà essere garantita la prima visita specialistica entro 30 giorni e un accertamento diagnostico entro 60.

≪Sono comunque tempi lunghi, fanno notare Aldo Baldini (Cisl FNP), Luigino Baldini (Spi Cgil) e Pasquale Negro (Uilp Uil). Apprezzabile la riduzione rispetto a quanto continua a verificarsi, ma comunque molti pensionati saranno costretti a rivolgersi ai privati pagando di tasca propria, per non dover aspettare diverse settimane , Da tenere presente che In provincia ci sono 86mila pensionati, l’ 80% dei quali percepiscono  in media 880 euro mensili. Se il diritto alla salute come diritto universale deve essere effettivo, il rafforzamento strutturale della sanità pubblica è fondamentale per consentire di avere un’assistenza sanitaria con ambulatori che prendano realmente in carico il paziente, senza costringerlo a visite che, per quanto attendibili, avvengono in base ad una certa casualità, cioè in base al criterio “là dove c’è posto prima”. Basta guardarsi in torno: a Cremona si è risposto al problema con straordinari ai dipendenti ASL, visite ed esami al sabato e domenica per smaltire le liste di attesa≫.

 

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