Lorenzo Arruga era “un critico musicale che scriveva per la gente, diverso da tutti”

Il ricordo a cura del giornalista e conduttore Rai Massimo Bernardini nel corso della presentazione al PalabancaEventi del libro “Accordi#, 40 personaggi della mia vita”

«La sua penna non era mai autoreferenziale e scriveva per la gente». Così il giornalista e conduttore televisivo Massimo Bernardini ha voluto ricordare Lorenzo Arruga nel corso della presentazione del libro “Accordi#, 40 personaggi della mia vita” (pubblicato postumo da Archinto), che si è tenuta al PalabancaEventi, nell’ambito dell’Autunno culturale della Banca di Piacenza. «Una caratteristica, quella di scrivere per il pubblico – ha proseguito il giornalista della Rai – che lo differenziava da tutti gli altri critici musicali italiani. Era un musicista e un artista con una solidissima formazione culturale. Ma era anche un divulgatore che abbiamo spesso visto in Tv. Amava profondamente la musica e l’arte e voleva raccontarla al pubblico in genere e non solo a quello degli iniziati, come spesso accade». Bernardini ha poi sottolineato un altro aspetto del collega (Arruga aveva lavorato per il Giorno, Panorama e Musica Viva, mensile che aveva fondato e diretto per quasi vent’anni) mancato due anni fa all’età di 83 anni: «Era nato dentro un preciso nucleo creativo molto sottovalutato e oggi dimenticato: Il Giorno di Italo Pietra, che negli Anni Cinquanta rivoluzionò il modo di fare critica cinematografica, musicale, teatrale. Fu quella la prima modernità nel campo dell’informazione culturale, non tanto quella della Repubblica di Scalfari. Ecco, Lorenzo arrivava dalla scuola di Italo Pietra».

L’autore e conduttore del programma di Rai 3 Tv Talk ha infine regalato al pubblico di Sala Panini un ricordo personale: «Abbiamo frequentato insieme molti eventi. La mia mente non può non riandare alle tante prime di Riccardo Muti che spesso si concludevano a cena con il maestro. Sono forse i momenti più belli che ricordo vissuti insieme a Lorenzo».

La moglie di Arruga, la piacentina Franca Cella, ha invece mostrato (e commentato) un video tracciante un identikit del marito, milanese di nascita e amico del nostro territorio, dove è stato spesso protagonista di rassegne e serate. Un breve filmato diviso in tre momenti: il primo, con un giovane Arruga (1975) che suona un pezzetto di un concerto di Mozart e poi racconta per la Tv Svizzera la storia della musica; il secondo, mentre da comunicatore convincente spiega al pubblico della Rai la Traviata alla Scala; e il terzo, quale dimostrazione dell’amore per il teatro, quando nel 1993 a Villa Arconati a Milano, Arruga propone un singspiel (uno spettacolo teatrale che alterna parte cantate a pari recitate) di Mozart, “Zaide”, un’opera poco rappresentata e incompleta (a Italo Calvino era stato chiesto di creare un testo che legasse la varie parti). «Oltre alla regia lavorando con giovani artisti – ha raccontato Franca Cella – mio marito recitò le parti di Calvino; ne venne fuori uno spettacolo molto ben riuscito».

Venendo al libro – che propone 40 ritratti di musicisti, scrittori, direttori, solisti, regine del canto e della danza, letterati e maestri del pensiero (ma anche calciatori come Nordahl), tra i quali Franco Zeffirelli, Claudio Abbado, Carla Fracci, Lucio Dalla, Placido Domingo, Giorgio Gaber, Riccardo Muti, Gigi Proietti, Giorgio Strehler, Umberto Veronesi, Luchino Visconti – la moglie ha letto frasi tratte da alcuni dialoghi proposti nel volume. «Diceva sempre che i personaggi che aveva incontrato nella sua vita – ha osservato Franca Cella – gli avevano insegnato molto. Per questo, i ritratti raccolti nel volume sono sempre legati a qualcosa che è accaduto».

 

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