Marco Crotti soddisfatto per la “riconquista” di Terrepadane: «hanno vinto i contenuti, non le offese»

Il presidente del consorzio agrario dice “il nostro scopo non è fare business ma dare risposte ai soci”. Sul futuro porta aperta ad aggregazioni ma solo con piani industriali certi

Come avevamo anticipato questa mattina alla fine il consorzio agrario Terrepadane resta saldamente in mani piacentine, e sarà guidato da un consiglio di amministrazione in assoluta continuità con quello uscente. Ha dunque vinto la linea del presidente Marco Crotti ed il no all’ingresso in Cai (Consorzi Agrari d’Italia), contro cui si era speso con tutto sé stesso anche Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza.

Non ce l’hanno dunque fatta Coldiretti e Gabriele Girometta, agricoltore, sindaco di Cortemaggiore, commissario provinciale di Forza Italia, presidente in pectore qualora avesse vinto la sua lista. Su Terrepadane Coldiretti si è anzi spaccata in due con una parte consistente di soci che si è schierata con Crotti che del resto è stato presidente dell’associazione dal giugno 2015 fino al 5 maggio 2020, data in cui si dimise probabilmente proprio per contrasti sula linea da tenere nel consorzio piacentino rispetto all’ipotesi di fusione con Cai.

Nessun candidato della lista “alternativa” entrerà in consiglio.

Ad essere eletti sono stati Marco Crotti con 417 voti, Giampiero Cremonesi con 415 voti, Pierluigi Scrocchi con 408 voti, Gian Paolo Gentili con 407 voti, Umberto Gorra con 407 voti, Stefano Repetti con 401voti, Matteo Mazzocchi con 399 voti, Vittorio Castagnola con 396 voti, Paolo Loschi con 390 voti, Giuseppe Croce con 387 voti, Pierluigi Guidi  con 385.

La lista presentata da Coldiretti (che non esprimerà consiglieri) ha raccolto le seguenti preferenze: Guido Bardi 116 voti, Gabriele Girometta 112 voti, Davide Minardi 109 voti, Giovanni Lavezzi 104 voti, Michele Stragliati 104 voti, Giacomo Cavanna 103 voti , Stefano Ogliari 103 voti, Alessandro Rota 101 voti, Enrico Ticozzi 96 voti.

Forse mai, in passato, elezioni del consorzio avevano vissuto una campagna elettorale con un confronto così aspro e con una contrapposizione così netta. in serata siamo riusciti a raggiungere Marco Crotti e gli abbiamo chiesto un commento su questa netta vittoria.  

«C’è sicuramente soddisfazione per il risultato. Un risultato sopra le aspettative, questo è indubbio. C’è stata una bellissima partecipazione a questo rinnovo del consorzio agrario. Una partecipazione fisica, spontanea e molto motivata. Resta certo il rammarico per le tensioni che si sono create nei giorni precedenti e per il fatto che alcuni soci hanno adottato una tecnica di voto che non era prevista. Hanno affidato voti a soggetti esterni alla cooperativa. Questi voti, queste cosiddette procure, non sono state ritenute valide. Questo è il mio rammarico. Avrei preferito che tutti fossero venuti a votare come previsto dallo statuto».    

Crede che questa questione delle procure possa avere ulteriori strascichi, che qualcuno possa impugnare queste elezioni in virtù dell’esclusione delle deleghe al voto?

«Può essere che qualcuno decida di far valere le proprie ragioni. Noi abbiamo operato con la massima regolarità e trasparenza. Ci tengo a sottolinearlo perché la trasparenza è uno dei dogmi del nostro consorzio di cui ci siamo sempre vantati. I soci piacentini che conoscono ed utilizzano Terrepadane ne conoscono il valore ed i valori».

Da qui in poi che futuro vede per Terrepadane? Un cammino in assoluta indipendenza o possibili alleanze con altri consorzi, magari lombardi o piemontesi?

«Nelle campagne elettorali si fa molta confusione basandosi su degli slogan. Noi abbiamo cercato di parlare sempre di contenuti e non di lanciare offese. Ognuno usa gli strumenti che ha. Per noi i contenuti sono semplici: continuare a crescere, facendo scelte che diano i migliori risultati ai nostri soci/clienti che sono gli agricoltori, perseguire tutti i progetti che possano migliorare i servizi, valorizzare meglio i prodotti. Sono valori fondanti. Il nostro scopo non è fare business ma dare risposte ai soci, perché siamo una cooperativa a mutualità prevalente. Quindi che si Chiami Cai, che siano altri consorzi, che siano progetti di aggregazione o di integrazione … sono comunque inevitabili a condizione che abbiano alla base progetti industriali e ricadute sul territorio certe».

Che voi non avete invece visto in Cai?

«A oggi no. Domani non so, ma oggi no. Non ne vedevamo. Il rischio era aderire a qualcosa non avendo nessuna via di ritorno, un percorso senza possibilità di ritorno.  Una volta li … se poi non funziona … non ci sarebbe più stato il consorzio. Credo che vadano compiute scelte ben ponderate che guardino al bene dei nostri soci. Nessuno di noi ha altre ambizioni».

Quanto è successo rischia di aprire un confronto molto acceso anche all’interno di Coldiretti i cui iscritti si sono “spaccati” su queste elezioni.

«Nessuno ha mai messo in dubbio il valore di Coldiretti. Certamente c’è stata una spaccatura su questa specifica vicenda. Mi auguro che questa tensione si possa recuperare e continuare a lavorare tutti per migliorare l’agricoltura a Piacenza. Gli approcci fortemente offensivi, non credo siano consoni al nostro territorio».

Le sue sono parole secche Crotti: sembra di intuire che si sia andati oltre la normale contrapposizione elettorale.

«Non vorrei tornare su questo tema. Certo che vedendo quello che è stato detto, le pubblicità che sono state fatte … credo si sia andati oltre. Ma ripeto, parliamo di contenuti».

Il nuovo consiglio come si muoverà sul fronte dell’ex mercato ortofrutticolo e del recupero dell’area. Crede che si muoverà qualcosa o è un capitolo che resterà ancora fermo?

«E’ un capitolo che è già arrivato ad un punto. Abbiamo appena firmato la convenzione con il comune quindi con tutti gli impegni che abbiamo assunto con il Comune. Il comune a sua volta ne ha assunti con noi. Ci auguriamo solo che il mercato possa tornare normale ed uscire da questa bolla Covid che ha creato dei disastri in tutti i sensi».

Quindi superata l’emergenza e ristabilite condizioni normali si spera di poter ripartire e dare un futuro a quell’area.

«Con l’auspicio di fare il bene di tutti del consorzio e della città. Lo abbiamo sempre detto. Purtroppo il Covid ha frenato tutto».

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