Martin Lutero “sbarca” a Piacenza con una mostra ed uno spettacolo teatrale

#HereIstand mostra su Lutero a Piacenza

La figura di Martin Lutero, la sua teologia, il contesto storico nel quale la Riforma protestante ebbe inizio,  500 anni fa.

Saranno questi alcuni dei cardini intorno ai quali ruoterà la mostra documentaria #HereIstand, che la Fondazione di Piacenza e Vigevano promuove e ospita a Palazzo Rota Pisaroni a partire dall’8 febbraio, in collaborazione con il Ministero degli Esteri tedesco ed il Centro Italo Tedesco di Piacenza.

All’iniziativa, già proposta in maniera itinerante in varie sedi in Italia e all’estero (Germania e Stati Uniti in primis), si collega un inedito spettacolo teatrale realizzato dall’attore e regista piacentino Leonardo Lidi che andrà in scena in Auditorium lo stesso giorno di apertura della mostra, in due distinte rappresentazioni di cui una mattutina per le scuole e una serale per il pubblico.

La mostra

Il percorso espositivo di #HereIstand illustra l’epoca della Riforma in sette capitoli e rappresenta un tentativo di liberare il personaggio di Lutero dalle narrazioni epiche nazionali, restituendogli le sue ambivalenze. Nello Spazio Mostre di Palazzo Rota Pisaroni prende forma un itinerario nella vita e nel pensiero di Lutero per scoprire il vero volto della Riforma e il suo contributo alla costruzione del mondo moderno. Il progetto originario è stato sviluppato in collaborazione tra il Museo statale preistorico di Halle, la Fondazione monumenti commemorativi di Lutero della Sassonia-Anhalt, il Museo storico tedesco e la Fondazione Schloss Friedenstein Gotha, con il sostegno del Ministero degli Esteri della Repubblica federale tedesca.

Le 95 tesi di Martin Lutero sono considerate il punto di partenza della Riforma protestante. Per lungo tempo si è dato per assunto che egli abbia affisso le tesi al portale della chiesa del castello di Wittenberg, il 31 ottobre 1517, sebbene non vi siano testimoni oculari dell’evento (solo alcuni decenni più tardi Filippo Melantone menziona l’episodio). Per secoli tuttavia, il “Giorno dell’Affissione delle Tesi” di Lutero (Giorno della Riforma) è stato un giorno importante di commemorazione tra i protestanti.  Al giorno d’oggi chiamiamo il processo storico messo in moto da questi eventi la Riforma protestante.

La mostra illustra questa epoca in sette capitoli.

L’ORIGINE di Martin Lutero è rappresentata dall’AMBIENTE DI VITA tardomedievale. È in questo contesto che ha INIZIO la Riforma. Lutero elaborò una teologia che poggiava esclusivamente sulla Bibbia, e avanzò critiche radicali alla Chiesa cattolica, mettendo così in discussione i fondamenti dell’ordine sociale medievale. Attraverso il nuovo mezzo di comunicazione della carta stampata il riformatore acquisì rapidamente notorietà. Dopo alcuni SUCCESSI iniziali, come la traduzione della Bibbia in tedesco, la scissione della Chiesa di Occidente portò ad una CRISI della società. Conflitti religiosi e politici sfociarono nell’odio e nella violenza. Al contempo, la Riforma trasformò l’ordine sociale. Uno SGUARDO DIVERSO rende evidenti dei cambiamenti nel rapporto tra i sessi dimenticati da tempo. La Riforma luterana lascia in EREDITÀ ai posteri un protestantesimo plurale.

L’anno 1517 e Martin Lutero sono dei classici della memoria storica. Ogni generazione trova nuove forme di commemorazione degli eventi del passato. La Riforma protestante cambiò il rapporto tra l’uomo e Dio. La fede nell’unica via verso la redenzione attraverso l’istituzione ecclesiastica si incrinò. Il rapporto con la divinità divenne una questione privata. Nei 500 anni che seguirono, sorsero numerose comunità protestanti, tutte dedite alla ricerca dell’autentico Verbo di Dio.

La Riforma trasformò l’Europa. Molte istituzioni cambiarono, cessarono di esistere, e divennero nuove istituzioni. Vennero tracciati nuovi confini, nacquero chiese nazionali, e le tensioni religiose portarono a conflitti devastanti. Quella della Riforma è anche una storia traumatica, in cui persone di fede diversa vennero emarginate, perseguitate ed uccise. Da questa esperienza si è tratta la lezione che la politica non può essere guidata esclusivamente dalla religione.

Lo spettacolo teatrale

Parallelamente all’apertura della mostra, l’8 febbraio andrà in scena nell’Auditorium della Fondazione lo spettacolo teatrale 95. Studio su Lutero dell’attore e regista piacentino Leonardo Lidi, con protagonisti gli attori Isacco Venturini e Matilde Vigna.  Due le rappresentazioni: una al mattino per le scuole, e una alle 21 (ingresso libero) per tutto il pubblico.

«Quando la Fondazione mi ha chiesto di lavorare su questa parentesi storica fondamentale – spiega lo stesso Lidi –  mi sono trovato di fronte ad un materiale teatrale molto ricco. Ho iniziato analizzando le lettere scritte personalmente da Lutero e mi sono accorto ben presto che tutto ciò che sapevo e avevo studiato sui libri di scuola era un minuscolo aspetto dinnanzi alla complessa grandezza del materiale a disposizione. Perché se è vero che la storia moderna del nostro occidente, equilibri tra le nazioni compresi, si basa su questi decenni decisivi è indubbio che sarebbe limitante racchiudere questo “gigante artistico” all’interno dei movimenti della riforma. Un artista, appunto. Un rivoluzionario dell’arte.  Da teatrante ho sentito che il mio compito era soffermarmi su questo argomento. L’esigenza è stata fin da subito abbandonare la didattica e tutto ciò che non mi appartiene: sappiamo che quando il teatro sale in cattedra per “spiegare”, la strada diventa immediatamente ripida e inutilmente sconnessa. Ma leggendo le sue produzioni, nelle lettere indirizzate al papa o nel rapporto con gli intellettuali del tempo, l’umano esce dalla penna con immediatezza e io lettore mi ritrovo investito da una quantità di sincerità difficile da veicolare. La sincerità sprigiona diversi stati d’animo, non sempre positivi. La sincerità nella scrittura può materializzarsi in esternazioni sudicie, come Dostoevskij fra tutti ci ha insegnato. Quindi il genio e la modernità, ma anche il timore e l’amore per la tradizione, il rapporto con i genitori e con la comunità, il rapporto inevitabile con Dio e la sua chiesa. “Non amavo quel Dio giusto e vendicatore, anzi lo odiavo e se non lo bestemmiavo in segreto, certo mi indignavo e mormoravo violentemente contro di lui.” Tutti questi passaggi mi hanno portato a pensare che “95 – studio su Martin Lutero” altro non poteva essere che un dialogo interiore. Avevo bisogno di dividere in due corde lo strumento e suonarlo in alternanza per dare spessore ai folgoranti pensieri e agli incontri di pugilato che vivono nel cervello di ogni artista. Per fare questo mi sono affidato a due attori con cui ho condiviso gran parte del mio ultimo tempo, Matilde Vigna e Isacco Venturini diplomati come me al Teatro Stabile di Torino, due artisti con cui ho avuto la fortuna di condividere il premio Ubu nel 2016 per Santa Estasi di Antonio Latella e che fanno parte dello staff di “Spettri” con cui aprirò la prossima Biennale di Venezia. Un uomo e una donna, una parte più esaltata e una più esaltante. Una sicurezza contro un’incertezza. Due filosofie differenti costrette alla convivenza, due parti contraddistinte, due parti di Lutero. Per dare voce e corpo a quella febbre che ha cambiato la vita di ognuno di noi, la febbre della creazione. Grazie alla Fondazione, a Milena Tibaldi e al Centro Culturale Italo-Tedesco per l’opportunità e a Paola Pedrazzini per l’amicizia».

Leonardo Lidi è un attore e regista classe 1988, nato a Piacenza, e diplomato al Teatro Stabile di Torino. Come attore ha la possibilità di confrontarsi fin da subito con nomi importanti del panorama italiano: Andrea De Rosa lo fa debuttare nel ruolo di Socrate nel Simposio diretto da ERT, è Amleto e Bottom nelle regie shakesperiane di Valter Malosti, girerà l’Italia e l’Europa con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, Maurizio Panici, il georgiano Levan Tzuladze e il russo Kostantin Bogomolov. La consacrazione arriva con il ruolo di Agamennone nel pluripremiato “Santa Estasi” di Antonio Latella (Premio Ubu miglior spettacolo e migliori attori under35). Parallelamente sviluppa un percorso artistico importante dedicandosi alla regia e confrontandosi costantemente con il territorio piacentino e con il Teatro Stabile di Torino che affida a Leonardo due regie: “Peter Pan – il sogno di Wendy” e “Qualcuno che tace – il teatro di Natalia Ginzburg”. Nell’estate 2017 vince Biennale College concorso dedicato ai giovani registi under30 italiani con uno studio su “Spettri” di Henrik Ibsen che aprirà la prossima Biennale di Venezia Teatro.

 

 

 

#HEREISTAND

Lutero, la Riforma protestante e le sue conseguenze

Sala Mostre – Palazzo Rota Pisaroni – Via S. Eufemia 13, Piacenza

8 febbraio  – 2 marzo 2018 – Martedì – Venerdì: ore 10-12,30  /15-18

 

  1. STUDIO SU MARTIN LUTERO – Uno spettacolo di LEONARDO LIDI con Isacco Venturini e Matilde Vigna

Auditorium della Fondazione – Via S. Eufemia 12, Piacenza – Giovedì 8 Febbraio – ore 10 per le scuole – ore 21 per il pubblico

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