Maxi evasione: sequestrati 10 milioni di euro a due imprenditori e ad un commercialista piacentini

In totale sono indagate 11 persone. Sequestrati appartamenti, cascine, box, terreni, automobili, quote societarie, conti correnti e polizze assicurative

11 persone indagate, a vario titolo, per i reati di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione e appropriazione indebita, appartamenti, cascine, box auto, terreni, automobili, quote societarie, conti correnti e polizze assicurative sequestrate per un valore di 10 milioni di euro.

Sono questi i principali risultati di una complessa indagine di polizia giudiziaria condotta dai finanzieri del comando provinciale di Piacenza e coordinata dal p.m. Matteo Centini.

Il decreto di sequestro preventivo, emesso dal gip presso tribunale, Luca Milani, corrisponde al totale delle imposte evase al Fisco da 10 società tra “cartiere” ed imprese realmente operanti attive nel settore dei trasporti tra le Province di Piacenza e Milano.

Tutto era partito da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una cooperativa piacentina, da cui sono emerse numerose gravi anomalie nella tenuta della contabilità.

I finanzieri, attraverso intercettazioni telefoniche, indagini finanziarie, approfondimento di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette e perquisizioni locali, hanno ricostruito una rilevante frode fiscale, messa in atto tra il 2012 e il 2018.

Due imprenditori piacentini ed il loro professionista di fiducia, originario di Roma (ma con studio nella nostra città) avevano messo in piedi un sistema di false fatturazioni. Anziché versare allo Stato l’IVA addebitata ai loro clienti, se ne appropriavano illecitamente, aggravando la posizione finanziaria delle imprese da loro amministrate.

Per far fronte alle gravi difficoltà economiche in cui versavano le loro società, si avvalevano di prestanome compiacenti – titolari di società “cartiere” –  che, dietro compenso, emettevano false fatture per abbattere l’ingente debito IVA maturato.

Figura centrale di questo meccanismo fraudolento, un commercialista, consulente di fiducia dei due imprenditori, che è risultato l’ideatore, nonché il principale artefice delle false registrazioni contabili e dei vari stratagemmi finanziari utilizzate per evadere.

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