Milena Gabanelli in Cattolica: “L’informazione gratis ha un prezzo, non è sostenibile”

Un momento di sosta nella quotidianità da studenti di Economia per arricchire il proprio bagaglio grazie ad una testimonianza diretta. Ecco quello che è successo ai ragazzi dell’Università Cattolica questa mattina, che hanno potuto ascoltare Milena Gabanelli, giornalista di Report e attualmente impegnata col progetto Dataroom del Corriere della Sera. Dal 1982 collabora con la Rai e all’inizio degli anni novanta partecipa all’ introduzione in Italia dei nuovi canoni del videogiornalismo, lavorando da sola con una videocamera portatile per creare uno stile più diretto nelle interviste e in generale nel modo di fare programmi televisivi.

Inviata di guerra, si è recata in varie regioni del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile dei sopravvissuti, dal 1997 al 2016 conduce Report il più noto format di giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti.

Questa mattina ha voluto raccontare queste sue esperienze, esortando gli studenti ad armarsi di sacrificio e pazienza per raggiungere i propri sogni, portando anche qualche esempio raccolto tramite il suo lavoro con Dataroom. “Il buon giornalismo si può fare, basta cercare di darsi da fare senza il timore di essere censurati. Le fake news ci sono sempre state, ad esse si risponde con notizie verificate. Ci sono tanti colleghi che passano il tempo attaccati al computer parlando della notizia falsa”.

Una cosa che mal digerisce la Gabanelli è la pubblicità nei quotidiani. “Se tu devi parlare per esempio di casi di corruzione, rimarrai sempre in superficie, perchè magari la realtà di cui parli ha comprato pagine di pubblicità sul quotidiano. Il lettore oggi accede a centinaia di testate online gratis, questo ha un prezzo”.

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