Netto calo degli inquinanti nel Nord Italia e a Piacenza, ma altre emissioni pesano sulla qualità dell’aria

Abbiamo potuto apprendere in questi giorni come il Coronavirus abbia cambiato drasticamente le attività quotidiane e gli spostamenti, ridotti al lumicino. Questo può portare a pensare che questa riduzione degli spostamenti abbia portato benefici alla qualità dell’aria che respiriamo. In parte si, ma analizziamo la situazione nel dettaglio.

Come fa notare il Centro Meteo Emilia Romagna, è stata riscontrata anche una riduzione degli inquinanti.

I dati dello strumento Tropomi applicato sul satellite Copernicus Sentinel-5P dell’ESA mostrano un drastico calo degli inquinanti, specie al Nord Italia.
Analizzando la situazione dall’1 Gennaio 2020 all’11 Marzo notiamo un significativo calo a partire dalle date dell’inizio dei blocchi.
Si prende in considerazione la concentrazione di NO2 (biossido di Azoto) poiché uno dei più significativi prodotti del traffico cittadino e delle attività industriali, ma anche altri parametri sono variati come ad esempio il monossido di Carbonio, il PM10 e il PM 2,5.

Il Centro Meteo Emilia Romagna precisa che “le concentrazioni di biossido di Azoto variano a seconda delle condizioni atmosferiche specie il vento: in condizioni perturbate queste concentrazioni tendono a diminuire, mentre in condizioni di stabilità gli inquinanti tendono a ristagnare nei bassi strati dell’atmosfera aumentando le loro concentrazioni nell’aria con il passare dei giorni.
Inoltre il Nord Italia è un settore circoscritto ed è quindi difficile stabilire in che misura tali restrizioni abbiano influito. Certo, appare probabile che abbiano inciso almeno in parte, ma è un contesto comunque in fase di analisi.

Guardando l’animazione dell’ESA si evince come il drastico calo degli inquinanti si verifichi proprio a partire dalle date in cui il Governo italiano ha disposto misure restrittive per contenere il contagio da Covid-19″.  

IN EMILIA ROMAGNA

Situazione non facile da decifrare quella dell’Emilia-Romagna, che a differenza dei settori lombardi ha visto l’introduzione di restrizioni diffuse maggiormente in ritardo. Questo significa che l’azione delle perturbazioni transitate a inizio Marzo, ha inciso particolarmente sulla nostra regione, con un abbassamento dei livelli di inquinanti. A questo si è probabilmente unito, negli ultimi giorni, un contributo dovuto alla riduzione del traffico.

Tuttavia si nota una componente di inquinanti indipendente dal traffico, legata quindi alle altre emissioni(riscaldamenti, industrie…) che infatti favorisce l’aumento delle PM10 e PM2.5 nonostante la mobilità ridotta.  

A PIACENZA

I dati sopra riportati sono confermati dai dati Arpae locali della nostra città:

Nel report, di portata mensile e riferito al mese di febbraio, si nota come vi sia stato un crollo di PM10 e PM2.5 dal 25 febbraio, quando il Coronavirus ha cominciato a far sentire i propri effetti, ma un recupero successivo, dovuto, probabilmente, alle altre emissioni presenti nella zona. Il successivo report darà un quadro ancora più dettagliato sull’evoluzione della situazione.

Tuttavia, anche sulla base dei dati regionali, si può vedere una sostanziale abbassamento, con una tendenza però a raggiungere i livelli di guardia soprattutto in questi ultimi giorni: ad esempio il 12 marzo è stato registrato un livello di PM10 a Piacenza di 47, quando il limite è 50.

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