Una nuova primavera in arrivo. Come un virus rivoluzionerà (ancora) l’adolescenza.

Giulio Costa, psicologo, psicoterapeuta e ricercatore riflette, per PiacenzaOnline, sull'impatto emozionale che il Coronavirus sta avendo sui giovani

“L’alba di domani ci sorprenderà”. Inizia così una canzone dei Tiromancino che dalla sera del 21 Febbraio scorso mi risuona in testa e non mi abbandona, quasi un esorcismo per non sentire il suono incessante delle ambulanze che riempiono le strade vuote di Piacenza. Una canzone che parla di abbracci, di corpi che si toccano, di fuoco e di vertigini, di speranze e di futuro; relazioni, emozioni, desideri che in questo tempo sospeso e rallentato ciascuno di noi sta inevitabilmente ridefinendo e con cui si sta confrontando tra passato presente e futuro.

Da psicoterapeuta provo ogni giorno a prendermi cura delle fragilità dell’altro dedicandomi in modo profondo all’ascolto e all’osservazione, quindi non posso non pensare a coloro che più frequentemente incontro per lavoro nelle scuole, nei servizi clinici, nel mio studio: adolescenti e giovani adulti. Perché in un tempo in cui l’unica arma che abbiamo per fronteggiare questa emergenza è restare in casa distanziandoci degli altri, mi immagino il segno che tutto ciò lascerà proprio tra coloro a cui si può chiedere tutto tranne che restare fermi, in casa e con i genitori dalla mattina alla sera. Generazione Z, iperconnessi, gamer, liquidi, sdraiati, narcisisti e nuovi malinconici: sono solo alcune delle etichette –spesso dal sapore diagnostico– attraverso cui sociologi e psicologi hanno cercato di definire questa generazione nata dopo il crollo delle Torri Gemelle e che ora, insieme a tutti noi, è testimone di qualcosa di unico e che finirà nei libri.

Ragazzi, ora mi rivolgo proprio a voi: quando arriva un’esperienza storica come quella che stiamo vivendo, esiste un solo modo in cui potete rispondere, ovvero con coraggio e da protagonisti. Abbiamo scritto di voi che siete cresciuti con il bisogno di dover essere visibili nelle storie e foto di Instagram, così come nei video su YouTube e TikTok, preferendo restare costantemente connessi con gli altri, perché avete sempre temuto di essere tagliati fuori e di provare il sapore della mancanza; abbiamo raccontato del vostro bisogno di dover esibire una felicità ad ogni costo per nascondere le vostre malinconie e fragilità; abbiamo scritto del vostro dover essere vincenti sempre e comunque per la paura di sentirvi fragili, di conoscere il fallimento e di deludere.

Quella è stata la vostra vita prima che un invisibile micro-organismo ci imponesse di distanziarci per poterlo sconfiggere. Hanno detto di voi che siete una generazione che ha dimenticato la disubbidienza e le emozioni forti che esige la vostra età, come è giusto che sia. Ebbene, questa è la vostra opportunità per ribellarvi, perché ogni cambiamento parte da un momento di ribellione.

Ciò non significa trasgredire le norme e le regole a cui dobbiamo responsabilmente attenerci tutti perché metterebbero a rischio la vostra vita, quella dei vostri genitori e dei vostri nonni vanificando gli sforzi che in queste settimane centinaia di medici, infermieri e operatori sanitari stanno mettendo in campo per salvare vite, ma dimostrate a voi stessi che sapete trasformare le mancanze di queste giornate in un nuovo desiderio di relazioni con gli altri. Quando? Ora, a partire dalla vostra camera. Abbiamo rallentato e sospeso certe abitudini, ma la vita sta continuando e avete un corpo, lo so, che vibra ed esplode di vita. Mentre i vostri genitori sono in una stanza a fare smart-working, oggi avete tutto il diritto di stare nelle vostre camere cercando di dare parola ad emozioni e pensieri scrivendo, ascoltando musica, disegnando, dipingendo, fotografando, perché la creatività, come l’amore, si nutre anche della mancanza e dell’assenza.

Guardo fuori dalla finestra e il pesco in fiore nel cortile dei vicini, mi ricorda che sta arrivando la primavera. La rivoluzione della vita è in corso e presto arriverà anche per voi una nuova primavera.

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