Oggi dovrebbe partire il secondo team delle unità specializzate domiciliari. “C’è paura e solitudine”

Oggi dovrebbe partire il secondo team delle unità specializzate domiciliari.

Primi due giorni di lavoro per le unità speciali di continuità assistenziale. Si tratta di medici e infermieri, equipaggiati con dispositivi di sicurezza e dotati di un ecografo palmare, che visitano a domicilio le persone positive o sospette positive.

Non occorre telefonare, soprattutto non bisogna rivolgersi al 118. Sono i medici di famiglia, che conoscono le condizioni dei loro pazienti e la loro storia clinica, ad attivare il servizio quando necessario, segnalando i casi di maggior fragilità e criticità alla nostra azienda. Il primo team è composto dalla dottoressa Giuliana Rapaccioli e dall’infermiere Mirko Zardi.

Percepiamo molta solitudine – spiega Giuliana -, molta paura, non solo nellew persone anziane. Questo isolamento fa emergere angoscia, a volte scherziamo, ed è veramente un momento quasi conviviale. Un momento importante per i pazienti. Noi rispondiamo a un bisogno, ma la gente si sente sola. Per noi anche la possibilità di chiamare in fretta la pneumologia è un servizio importante. Cerchiamo di contattare il medico di famiglia per capire la situazione pregressa del paziente. Con i medici di famiglia c’è un ottimo rapporto”.

Oggi dovrebbe partire un secondo Team. A pieno regime, appena arriveranno gli ecografi palmari, si conteranno 4 squadre che lavoreranno 12 ore al giorno, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, sette giorni su sette, per coprire tutto il territorio, città e provincia.

Il servizio aiuterà ad intercettare precocemente e il più rapidamente possibile casi che potrebbero evolvere verso situazioni più problematiche o casi di insufficienza respiratoria da coronavirus. I team sono composti da un medico di continuità assistenziale e un medico esperto di ecografia toracica. Questa attività di assistenza domiciliare, in stretta collaborazione con i medici di famiglia, è svolta anche da Luigi Cavanna.

Primi due giorni di lavoro per le unità speciali di continuità assistenziale. Si tratta di medici e infermieri, equipaggiati con dispositivi di sicurezza e dotati di un ecografo palmare, che visitano a domicilio le persone positive o sospette positive. Non occorre telefonare, soprattutto non bisogna rivolgersi al 118. Sono i medici di famiglia, che conoscono le condizioni dei loro pazienti e la loro storia clinica, ad attivare il servizio quando necessario, segnalando i casi di maggior fragilità e criticità alla nostra azienda. Il primo team è composto dalla dottoressa Giuliana Rapaccioli e dall’infermiere Mirko Zardi. Domani dovrebbe partirne un secondo. A pieno regime, appena arriveranno gli ecografi palmari, si conteranno 4 squadre che lavoreranno 12 ore al giorno, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, sette giorni su sette, per coprire tutto il territorio, città e provincia.Il servizio aiuterà ad intercettare precocemente e il più rapidamente possibile casi che potrebbero evolvere verso situazioni più problematiche o casi di insufficienza respiratoria da coronavirus. I team sono composti da un medico di continuità assistenziale e un medico esperto di ecografia toracica. Questa attività di assistenza domiciliare, in stretta collaborazione con i medici di famiglia, è svolta anche da Luigi Cavanna, che con la sua equipe sta facendo ulteriori visite domestiche con ecografia, cominciando da alcuni dei suoi pazienti oncologici, per poi occuparsi anche di altre persone, segnalate dai colleghi.

Pubblicato da Azienda Usl di Piacenza su Mercoledì 25 marzo 2020

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