Ospedale di Bobbio. Ausl e Pasquali assicurano: “L’attività del Punto di Primo intervento non viene assolutamente interrotta”

Ospedale Bobbio

Nota congiunta dell’Azienda Usl di Piacenza del sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali, sulle preoccupazioni espresse da più parti sulla sanità provinciuale che vede liste di attesa fra le più lunghe della regione, pronto soccorsi di Castello e Fiorenzuola che non funzionano a pieno regime ma solo per metà giornata, medici ospedalieri che abbandonano il nostro nosocomio verso nuovi incarichi altrove.

«L’Azienda Usl di Piacenza ribadisce di agire sempre, prima di tutto, secondo il principio di sicurezza e di tutela della salute dei cittadini. Come in tutta l’Emilia-Romagna, anche a Piacenza trovano applicazione i nuovi accordi siglati dalla Regione nell’ambito dei servizi di Emergenza urgenza, della medicina generale e dei medici di emergenza territoriale, tra le tante misure per affrontare la complessa tematica nazionale della carenza di risorse in ambito medico e, in particolare, nell’area Emergenza urgenza.
Si fa riferimento, in particolare, all’intesa che riguarda i Medici di Emergenza territoriale (i cosiddetti MET). “Da alcuni mesi, il nostro sforzo – evidenzia la direzione aziendale – è stato quello fronteggiare le crisi in un’ottica di sistema. Abbiamo sempre continuato a garantire risposte adeguate ai bisogni di salute della cittadinanza su tutto il territorio, senza ridurre i servizi”.
Il contesto, come più volte evidenziato, è quello della difficoltà di reperire alcune figure in ambito medico, soprattutto nell’emergenza urgenza. Abbiamo cercato di far fronte a questo problema nazionale anche integrando con altre professionalità sanitarie mediche, sfruttando le opportunità che la Regione ci ha messo a disposizione con le nuove intese con le diverse tipologie di medici”.
All’ospedale di Piacenza è confermato e potenziato il ruolo di riferimento (hub provinciale) per tutte le patologie tempo dipendenti, ovvero quelle necessità sanitarie (quali ictus, infarti, traumi gravi,..) urgenti che possono mettere il paziente in pericolo di vita. Allo stesso modo, come già accade oggi, sul capoluogo sono concentrati tutti i casi pediatrici, psichiatrici e l’assistenza alla donna in gravidanza.
Inoltre, l’applicazione degli accordi regionale ha già consentito all’Azienda di sviluppare e consolidare nel Pronto soccorso di Piacenza ulteriormente l’attività dell’ambulatorio a bassa complessità assistenziale (ABC), per ridurre il fenomeno del sovraffollamento.
Negli ospedali di Castel San Giovanni e Fiorenzuola nulla cambia rispetto all’attuale offerta: l’attività del Pronto soccorso continua a essere garantita sulle 12 ore diurne.
All’Ospedale di montagna di Bobbio, oggetto degli articoli sulla stampa, l’attività del Punto di Primo intervento non viene assolutamente interrotta e si mantiene il livello di servizio inalterato. L’Emergenza territoriale 118 è presente sulle 24 ore con due equipe infermieristiche in orario diurno e un equipaggio sempre infermieristico di notte. Di notte e nelle giornate festive e pre festive è presente un medico di continuità assistenziale. Di notte e di giorno, come ora, sarà sempre presente un medico H24, con le competenze necessarie per garantire le esigenze assistenziali dei cittadini che si recano all’ospedale di Bobbio e che, in assoluta sicurezza, troveranno appropriata risposta alle loro necessità.
Il percorso che questa Azienda ha attivato per fronteggiare la scarsità contingente delle risorse mediche specialistiche ha come cardine e principio fondamentale la tutela della salute e la sicurezza dei cittadini, che non sono derogabili».

Interpellanza di Rancan e Stragliati in Regione

“Esiste un piano di investimenti e cosa prevede di fare la Regione per l’ospedale di Bobbio (Piacenza), con riferimento all’implementazione del personale e dei reparti? E poi ancora: con quali tempistiche intende mettere a terra le risorse stanziate?”.

Lo chiede un’interpellanza a firma del capogruppo e commissario Lega Emilia, Matteo Rancan, e del consigliere regionale Valentina Stragliati.

“È notizia di oggi – si legge nell’atto dei leghisti – che, a partire dal 7 ottobre, non ci sarà più il medico di emergenza territoriale, specializzato nelle urgenze e a stretto contatto con il 118, a presidiare l’importantissimo punto di primo intervento dell’ospedale di Bobbio. 

Il comune si trova nel cuore della Val Trebbia, conta circa 15mila persone residenti con un’età media che si attesta nella fascia medio-alta. “L’emergenza sanitaria connessa alla pandemia, unitamente all’età media avanzata dei residenti e all’aumento del numero di visitatori in Alta Val Trebbia, evidenziano il ruolo fondamentale dell’Osco bobbiese” sottolineano i leghisti.

Al fine di sollecitare un piano di investimenti per il nosocomio bobbiese, Rancan e Stragliati, ricordano che “l’ultimo atto della commissaria straordinaria dell’Ausl Giuliana Bensa, prima di lasciare l’incarico alla nuova direttrice generale Paola Bardasi, è stato trasformare ufficialmente dal primo agosto l’ospedale di comunità di Bobbio in stabilimento ospedaliero a tutti gli effetti, equiparato cioè a quelli di Fiorenzuola, Castel San Giovanni e Piacenza”.

 

 

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