Patti Smith: “Torneremo a Piacenza e suoneremo all’aperto”

Potente e magnifico concerto ieri sera in Santa Maria di Campagna. Accompagnata da una band "famigliare" l'artista americana ha incantato il pubblico

«Torneremo ancora e suoneremo all’aperto». Si è concluso con questa promessa di Patti Smith il concerto che ieri sera l’artista americana ha tenuto all’interno della chiesa di Santa Maria di Campagna mentre fuori, sul piazzale delle Crociate, cadeva quella pioggia battente che per sfortunato fato ha negato ad un migliaio di persone di godere di uno spettacolo ricco di sentimento, emozione e grande musica.

Dentro la basilica hanno trovato posto solo 470 persone, il limite di capienza consentito dalla legge.

La serata ha anche visto il debutto ad un evento pubblico di Katia Tarasconi che, al suo arrivo, ha salutato il presidente della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani, a cui si deve l’organizzazione dello spettacolo e poi le varie autorità presenti fra cui il prefetto Daniela Lupo, il questore Filippo Guglielmino, il generale Daniele Durante comandante del Polo di Mantenimento Pesante Nord, il presidente della Fondazione Roberto Reggi, il commissario della Camera di Commercio Filippo Cella, il direttore della casa circondariale Maria Gabriella Lusi e tanti altri.

Patti Smith è arrivata puntuale sul palco accompagnata dalla figlia Jesse Paris al pianoforte, dal figlio Jackson e dall’amico di sempre Tony Shanahan bassista e seconda voce. Al pari della sua “band” si è trattato di un concerto vibrante ma al contempo intimo e famigliare, dove hanno fatto capolino di volta in volta temi a lei cari, dalla natura alla fede, passando al ricordo dei cari che ci hanno preceduto in quel mondo che esiste oltre la vita terrena.

In più di un momento ha citato il marito scomparso, il chitarrista Fred “Sonic” Smith (Frederick Dewey Smith) noto chitarrista degli MC5, rock band di Detroit, sposato nel 1980 e scomparso prematuramente nel 1994. A lui ha dedicato una delle sue canzoni più note che ha voluto inserire anche nel concerto di ieri sera “Because the night” il cui ritornello ripete in maniera quasi ossessiva e magnetica «La notte appartiene a coloro che si amano, la notte appartiene a noi».

Anche prima di cantare il brano che l’ha resa eternamente celebre “People have the power”, Patti Smith ha ricordato che il brano è stato composta da lei e dal “padre di Jackson e Jasse” ossia dal marito Fred. Una canzone legata alla guerra in Vietnam e che è spontaneamente diventata un manifesto del pacifismo mondiale, purtroppo di assoluta contemporaneità «le persone hanno il potere per riscattare ciò che hanno fatto gli stolti».

Se davanti a canzoni meno conosciute il pubblico era rimasto silente ed inchiodato alle sedie, ammaliato da questa 75enne e dalla sua musica potente e suggestiva, con gli ultimi sopracitati brani l’anima rock dei presenti ha preso il sopravvento ed il duettare fra artista e spettatori non ha deluso, anzi è stato rafforzato da un altro pizzico di suggestione con l’alzarsi inatteso del velario che normalmente cela la statua della Madonna.

Nella scaletta hanno trovato posto anche “After the Gold Rush” di Neil Young ed un brano dell’amico Bob Dylan che la delegò a ritirare per lui il premio Nobel a Stoccolma. Nell’occasione Patti Smith canto commossa il capolavoro “A Hard Rain’s A-Gonna Fall”.

La serata di ieri si era aperta con Patti Smith che salita sul Palco ha detto «Appena siamo entrati qui in chiesa ha incominciato a piovere. Gli alberi saranno molto felici di ciò».

Ha poi letto una preghiera di San Francesco

«Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:
dove è odio, fa ch’io porti amore,
dove è offesa, ch’io porti il perdono,
dov’è discordia ch’io porti l’Unione,

dov’è dubbio fa’ ch’io porti la Fede,
dove è l’errore, ch’io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto.
Ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poiché:

Se è Dando, che si riceve.
Perdonando che si è perdonati;
Morendo che si risuscita a Vita Eterna».

Posato il foglio e tolti gli occhiali è partito il vero e proprio concerto con le note di Wing, canzone scritta nel 1996.  Dopo i meritatissimi applausi Patti Smith ha ricordato come quella di ieri sera fosse l’ultima tappa del tour prima di tornare a casa. «Siamo così grati – ha detto – di poter suonare in una chiesa così bella» e non a caso il titolo del secondo brano era proprio “Grateful”.

Durante l’intera esibizione più volte ha alzato gli occhi verso gli affreschi della basilica, ammirandoli e sorridendo, quasi che la bellezza del luogo la permeasse e le desse ancora più forza espressiva nell’eseguire i suoi pezzi fra cui Dancing Barefoot e Notes to the future «Una canzone per la vita e per ricordare le persone che amiamo e che ci hanno preceduto. Loro vivono nella nostra memoria».

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