Pd piacentino: “Riapertura massiva di molte attività strada sbagliata per la ripresa”

Anche i consiglieri comunali del PD piacentino (Piroli, Cugini, Fiazza e Buscarini) sono intervenuti sulla situazione sanitaria nella nostra città.

La salute viene prima di tutto: questo principio, mai in discussione da un punto di vista teorico, deve essere difeso anche nella pratica di tutti i giorni. L’aspetto economico è centrale nella vita di ognuno, ma senza fermare il contagio non sarà possibile far ripartire l’economia. I comportamenti irresponsabili o superficiali, persino quelli dettati dalla disperazione, provocano un “passo del gambero” che peggiora la situazione in modo drammatico. La nostra città è straziata da una ferita che mai nella Storia si rimarginerà del tutto. La gran parte dei piacentini sta facendo sacrifici enormi, rispettando regole severe, giuste e indispensabili. 

Il volano dell’economia deve riattivarsi il prima possibile. Tuttavia, perché ciò accada, senza il rischio di dover poi bloccare nuovamente tutto causa recidive, dobbiamo dare il tempo agli eroi in trincea di stabilizzare il piano sanitario.
Agli artigiani, ai commercianti, alle industrie, ai liberi professionisti, a chiunque produce valore aggiunto per il territorio va la nostra solidarietà e la promessa del massimo impegno per sostenere la ripresa.

La riapertura massiva di molte realtà, in nome di un presunto tacito assenso alle richieste di deroga inoltrate alla Prefettura, è però la strada sbagliata.
Per questo ci appelliamo alle autorità competenti affinché modifichino il punto, nel decreto, che tratta questa possibilità. Eliminandolo. Occorrono vincoli più stringenti, per la sicurezza stessa dei lavoratori. Sia la Prefettura a dover autorizzare la deroga: in assenza di questo “via libera”, le attività restino chiuse.
Urgono controlli capillari e, se serve all’interesse superiore di un’intera comunità, non ci si astenga dal comminare pesanti sanzioni e chiusure forzate.
Piacenza ha la priorità su tutto. Lo dobbiamo tra l’altro alle vittime che già stiamo piangendo e a quelle che ancora dovremo piangere prima che questo incubo finisca.

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