Piacenza cresce come città universitaria ma mancano appartamenti in affitto

Sono sempre più numerosi sui social gli appelli lanciato da persone costrette per lavoro o studio a trasferirsi a Piacenza ed alla spasmodica ricerca di una abitazione

Sono sempre più numerosi sui social gli appelli lanciato da persone costrette per lavoro o studio a trasferirsi a Piacenza ed alla spasmodica ricerca di un posto letto o un appartamento. Un fenomeno che con il passare del tempo sembra aggravarsi. Se infatti era già complicato trovare immobili decenti a fine estate, oggi è diventato pressoché impossibile. Una vera grana in particolare per gli studenti del neonato corson di medicina in inglese che, avendo sostenuto l’esame di ammissione a settembre, hanno potuto mettersi alla ricerca di un posto dove vivere con un netto ritardo e svantaggio rispetto agli altri universitari.

E’ evidente che Piacenza sta crescendo come città universitaria (solo per medicina in inglese sono 100 studenti ogni anno) ma è altrettanto evidente che la città non è ancora pronta per  questo cambiamento ed a rimetterci sono proprio i ragazzi (ma anche ad esempio i supplenti annuali delle scuole) a farne le spese.

Basta guardare alcuni gruppi piacentini su Facebook per rendersi conto di quanto sta accadendo.

«Salve, sono uno studente di infermieristica assegnato nella sede di Piacenza dell’ università di Parma. Ho urgente bisogno di trovare una casa a Piacenza, va bene anche un monolocale…».

«Cerco una stanza o un appartamento in affitto a Piacenza comune. Sono una studentessa di medicina e chirurgia erogato in lingua inglese presso la sede di Piacenza. Come me ci sono tantissimi altri studenti fuori sede che non riescono a trovare nessun appoggio neanche temporaneo, dato il “tutto esaurito”. Ho provato a chiamare anche le agenzie immobiliari, ma senza successo. Mi rivolgo a questo gruppo nella speranza di avere un aiuto, magari qualche contatto o proposta. Ringrazio infinitamente chi ci aiuterà!»

«Sembra assurdo! Io e il mio ragazzo siamo alla ricerca di un appartamento ( mono o bilocale) da piu di due mesi. Gli annunci che vengono pubblicati su siti immobiliare – subito- casa.it etc. ormai mi sembrano un miraggio … scompaiono dopo 2 ore dalla pubblicazione. Le agenzie neanche se ne occupano, allora provo a chiedere qui».

Piacenza: città con sempre più corsi di studio, ma quali servizi aggiuntivi a supporto degli studenti?

Della carenza di alloggi si occupano, con un comunicato, anche i Giovani democratici di Piacenza.

«Hanno preso il via, nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni di Piacenza, le lezioni per il nuovo corso di Laurea Magistrale in Medicina, erogato in lingua inglese, dell’Università di Parma», scrivono i Giovani Democratici».

«Ma dopo questa bella notizia per Piacenza continuano le nuove leve del PD – , tra i primi problemi che i giovani fuori sede si stanno trovando ad affrontare vi è quello della ricerca dell’alloggio, in una città storicamente non a vocazione universitaria come la nostra.

Nei mesi scorsi avevamo accolto con piacere la partenza di questo nuovo corso di Laurea, in grado di arricchire l’offerta formativa della nostra città insieme a Politecnico di Milano, Cattolica e Nicolini. Ma, allo stesso tempo, avevamo anche posto l’attenzione e denunciato ciò che si sta verificando proprio in questi giorni – sottolinea il Segretario Provinciale Capellini – non basta solo avere nuovi corsi di studio per rendere una città come la nostra sempre più “universitaria”, ma servono anche servizi e spazi a supporto di noi studenti.

Ad esempio, va in questa direzione la volontà della Regione di collocare in futuro, il corso in questione, negli ambienti dell’ex ospedale militare che finalmente verrebbero recuperati (grazie probabilmente ai fondi europei provenienti dal PNRR). Servono dunque azioni di questo tipo per dare nuovi servizi a supporto di noi studenti, che in questi anni non sono stati implementati. Primo tra tutti il tema degli alloggi dedicati e delle scontistiche sulle tariffe mensili appunto: in questi anni a Piacenza non sono state fatte migliorie significative in tal senso ad eccezione della ristrutturazione dell’Ex Collegio San Vincenzo, i cui lavori però erano già stati programmati e i relativi finanziamenti ottenuti dalla precedente Amministrazione.

Crediamo dunque nell’importanza di rendere la nostra formazione sempre più di qualità e differenziata per il nostro futuro e per la competitività del nostro territorio. Ma a Piacenza non ci sono sufficienti spazi e servizi a supporto degli studenti, in particolare quelli universitari. Manca un reale legame, in molti casi, tra università e città.

Non lasciamoci scappare questo treno del cambiamento. L’indotto economico e, soprattutto, culturale che viene portato nella nostra città non va disperso. Per noi dovrebbe essere un tema cruciale delle politiche giovanili cittadine.

Cosa si può fare?

Oltre a quella degli alloggi, esistono anche altre necessità ancora irrisolte nella nostra città per le quali proponiamo alcune possibili soluzioni.

– Offrire una student card cittadina, aggiuntiva ai vantaggi offerti dalle singole università, già presente in molte altre realtà emiliano romagnole, in grado di offrire una pluralità di vantaggi per diversi aspetti della vita quotidiana agli studenti (acquisti, tempo libero, mobilità, sport, salute, musei, …). Oppure unire ed uniformare i vantaggi delle attuali student card dei singoli atenei declinandole sul territorio cittadino.

– Aule studio: abbiamo la nostra biblioteca cittadina tuttavia, complice anche l’esperienza pandemica dei mesi precedenti, risulta sempre più difficile poter usufruire facilmente dei servizi base. Proponiamo di fornire con spazi adeguati per queste attività anche altre realtà cittadine.

– Riportare il Festival del Diritto: avvertiamo la necessità di avere eventi culturali in grado di promuovere un vero clima universitario.

– Accordo tra comune, università e titolare del servizio di trasporto pubblico urbano e extraurbano per incrementare il servizio di trasporto pubblico esistente e garantire una maggiore copertura anche nelle fasce serali.

In poche parole, chiediamo non solo una città con l’università, ma una città universitaria sostenuta maggiormente anche dall’Amministrazione».

 

 

 

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