Piacenza: la polizia disarticola giro di prostituzione in mano ai nigeriani

A Piacenza la polizia sgomina giro prostituzione nigeriana

E’ partita da un controllo in un appartamento in via Boselli, nell’agosto 2017, l’operazione condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Piacenza che ha portato a disarticolare un vasto giro di prostituzione interamente in mano a cittadini nigeriani.

In manette sono finite quattro persone: O. K. F. 41 anni, nata in Nigeria e residente a Salisburgo, arrestata in Germania, O. V. 46 anni, nata in Nigeria e residente a Piacenza in via Boselli arrestata in Gran Bretagna, I. M., 36 anni, nato in Nigeria e residente a Piacenza in via Beverora, M. V., 32 anni, anche lei nata in Nigeria, sempre residente in via Beverora ed arrestata in Grecia.

In un secondo troncone di indagine – come ha spiegato la dirigente della squadra mobile Serena Pieri – è stata invece arrestata ET, nigeriana, sempre residente a Piacenza.

Altre quattro persone sono invece indagate a piede libero fra cui una coppia di coniugi nigeriani residenti a San Giorgio.

Contestati reati come la riduzione in schiavitù

I reati contestati sono numerosi e pesanti: si va dalla riduzione in schiavitù, alla tratta di persone, dall’immigrazione clandestina aggravata al favoreggiamento della permanenza di straniero irregolare sul territorio.

L’appartamento di via Boselli di proprietà della 46enne, nata in Nigeria ma cittadina italiana, è stato sottoposto a sequestro preventivo in vista di una successiva confisca. La donna dovrebbe, entro poche ore, rientrare in Italia dove verrà estradata.

Alcune delle persone coinvolte nelle indagini erano solite stazionare nei pressi di supermercati e parcheggi ed agire come posteggiatori abusivi o chiedere l’elemosina.

Un lungo viaggio verso l’Europa e poi la prostituzione

Tornando all’origine dell’indagine durante il controllo gli agenti vennero in contatto con una ragazza che è risultata poi la chiave di volta per la buona riuscita dell’indagine. La giovane, da poco maggiorenne, nel corso di svariati incontri è riuscita infatti ad acquisire fiducia negli operatori della polizia ed ha raccontato le sue traversie comuni a molte altre connazionali indotte a venire in Europa grazie al miraggio di una vita migliore. Ragazze costrette ad un viaggio lungo mesi dalla Nigeria alla Libia per essere poi imbarcate su navi di scafisti e portate in Italia. Un periodo in cui spesso subiscono violenze di vario tipo ed anche sessuali, tanto che non è raro arrivino nel nostro paese già incinte. Vengono spostate in Africa attraverso varie “connection house” fino a Tripoli e poi verso l’Italia.

I riti vudù per spaventare le ragazze e non farle ribellare

Prima di partire le giovani vengono sottoposte a riti vudù (juju) che diventano un successivo mezzo di coercizione psicologica. Talvolta vengono anche praticate piccole incisioni sul corpo e si racconta loro che, qualora non ubbidissero, le conseguenze sarebbero devastanti con malattie e sfortune a non finire.
Finiscono così intrappolate  nella superstizione e sono costrette a prostituirsi per ripagare i debiti del viaggio (fra i 20 ed i 40 mila euro). Ragazzine che parlano solo dialetti locali od al massimo “broken english” e che dunque anche volendo faticano ad uscire dalla ragnatela in cui sono finite e necessitano di un paio d’anni per acquisire una sufficiente conoscenza della lingua locale. Difficile allo stesso tempo trovare interpreti affidabili e che non compromettano le indagini.

Durante le sue testimonianze la giovane stringeva un orsacchiotto

Pian piano, attraverso svariati colloqui, stringendo sempre l’orsacchiotto che aveva con sé (e da cui ha preso il nome l’operazione Little Free Bear) la nigeriana ha fornito elementi utili alle indagini.  Sono stati messi sotto controllo i telefoni e sono stati acquisiti ed incrociati 280.000 record (fra fonia ed sms) appartenenti a 14 mila intestatari. Partendo dalle utenze di chi frequentava la casa di via Boselli l’indagine si è presto diramata verso l’Europa e l’Austria in particolare. Sono entrati in gioco il servizio di cooperazione internazionale di polizia, il centro di cooperazione di Thorl Maglern, la Bundeskriminalamt tedesca e nell’ultima fase degli arresti anche la polizia inglese e quella greca.

Il filone austriaco

Gli investigatori hanno così scoperto che la giovane nigeriana originariamente era stata “acquistata” da una “madame” nigeriana residente in Austria ma essendo la ragazza già stata foto-segnalata in Italia una volta arrivata oltreconfine era stata fermata dalle autorità di frontiera e rispedita nel nostro paese. Per non perdere “l’investimento” la donna si era dunque messa in contatto con “colleghe” residenti a Piacenza. La giovane era stata dirottata in via Boselli nell’appartamento noto per essere una “casa chiusa” e dove le ragazze soggiornavano pagando circa 130 euro al mese per un letto.

Nei guai anche un giovane piacentino

Nei guai è finito anche un piacentino di 23 anni accusato di violenza sessuale su minorenne. Il giovane si è infatti intrattenuto con una prostituta che è risultata poi non aver ancora compiuto i diciotto anni al momento del rapporto.

Polizia austriaca: “Molto soddisfatti dell’operazione”

All’odierna conferenza stampa, introdotta dal questore di Piacenza Pietro Ostuni, hanno preso parte anche due rappresentanti della polizia austriaca fra cui un altissimo funzionario ministeriale il brigadier generale Gerald Tatzgern capo del dipartimento che si occupa del contrasto al traffico di esseri umani della Bundeskriminalamt.

«Siamo molto orgogliosi e contenti – ha detto – di questa operazione. In Austria abbiamo un nuovo Governo e questo è un ottimo risultato da portare al neo ministro degli Interni. Tutti chiedono un ancor più efficace contrasto alla prostituzione irregolare ma non è un risultato così semplice da ottenere. E’ complicato avere informazioni su questi network che si occupano di prostituzione illegale e che sono gruppi chiusi, difficilmente penetrabili. Abbiamo dovuto ascoltare le ragazze più e più volte, anche dieci per ottenere le informazioni che ci servivano, per conquistare la loro fiducia. Con questa indagine, passo dopo passo, siamo riusciti ad identificare criminali legati allo sfruttamento della prostituzione e al traffico di esseri umani. Parliamo di un contesto molto brutto, violento, con giovani donne picchiate e violentate, spaventate grazie a riti vudù. La loro è quasi una società parallela che si estende dall’Africa al nord Africa, all’Italia, all’Austria. Abbiamo inferto un colpo importante a questi criminali ma non abbiamo certo sconfitto il fenomeno. Stiamo cooperando a livello europeo ed internazionale per fermare questa tratta di donne e uomini e dal 2016 operiamo con un ufficio congiunto».

Tatzgern ha poi ricordato come la prostituzione in Austria sia legale «In Austria la prostituzione è possibile all’interno di apposite case di tolleranza che sono un’ottantina. Le prostitute regolari sono circa 300 mentre è difficile stabilire quante siano quelle irregolari che comunque esistono».

Il business in mano a coppie nigeriane

Spesso, è emerso in conferenza stampa, il business è in mano a coppie di nigeriani, marito e moglie o compagni che svolgono una vita apparentemente normale ma che in realtà sono coinvolte nella rete della prostituzione e della tratta di uomini e che magari offrono appoggio logistico o ospitano le giovani prostitute. La “tenutaria” di via Boselli ad esempio sembrava una insospettabile, con tanto di cittadinanza italiana e con un lavoro nel settore delle pulizie. Invece gestiva una struttura stipata di prostitute costrette a vivere in condizioni precarie.

Anche contro i poliziotti “minacce” vudù

Curioso come una delle nigeriane coinvolte nelle indagini nel momento in cui i poliziotti sono entrati in casa sua abbia rivolto contro di loro malefici vudù pensando forse di farli desistere dal loro compito istituzionale. L’unico risultato ottenuto è stato quello di strappare un qualche sorriso agli agenti minacciati di “danteschi contrappassi”. (Continua)

Murelli e Pisani: “complimenti ai poliziotti che hanno fermato gli sfruttatori”

Sull’operazione c’è da registrare il commento dei parlamentari della Lega, Murelli e Pisani.

«La guardia non va mai abbassata e lo sa bene la polizia di Piacenza che ha azzerato una pericolosa e infame organizzazione che sfruttava e rendeva schiave alcune giovani ragazze nigeriane. La spietata criminalità nigeriana, d’altra parte, ha attecchito da anni in Emilia Romagna e la sua struttura e pericolosità si ritrova nelle relazioni della procura distrettuale antimafia». I parlamentari della Lega, Elena Murelli e Pietro Pisani, si complimentano con il questore Pietro Ostuni per l’importante operazione della Squadra mobile che ha portato in carcere 5 persone e ne vede indagate altre quattro.

«I fermati – continuano Murelli e Pisani – sono accusati di reati gravissimi ai danni di giovani ragazze spesso abusate, fatte prostituire e ridotte a schiave. Se condannati, gli autori di questi crimini non dovranno trovare spazio alcuno in Italia. Alla base, ancora una volta, c’è il mondo sommerso dell’immigrazione clandestina in cui sguazzano criminali e affaristi senza scrupoli. Se lo ricordino i benpensanti che chiedono di cancellare i decreti sicurezza del precedente Governo».

Tagliaferri (Fratelli d’Italia): “Subito la Commissione regionale di inchiesta sulle mafie” 

“Un sincero grazie alla Questura di Piacenza per il duro colpo assestato alla criminalità organizzata” è il commento di Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale in carica di Fratelli d’Italia e candidato quale capolista nella circoscrizione di Piacenza alle elezioni regionali del 26 gennaio, che ha rivendicato “la necessità di dare corpo alla Commissione di inchiesta regionale sulle mafie che – ha sottolineato Tagliaferri – Fratelli d’Italia ha richiesto già da tempo ma senza incontrare l’auspicato consenso trasversale tra le forze politiche che compongono il consiglio regionale”. Il candidato di Fratelli d’Italia, firmatario di atti ispettivi sul tema, non ha dubbi: “Una operazione di polizia internazionale di questa portata, oltre a meritare il plauso di tutti, mette tuttavia in luce come la criminalità organizzata, con particolare riferimento a quella nigeriana, debba essere combattuta con tutti gli strumenti a disposizione dello Stato. L’atteggiamento di sottovalutazione del problema assunto sino ad oggi dalla sinistra – ha concluso Tagliaferri – viene puntualmente sconfessato, come in questo caso, dalle cronache giudiziarie”.

Il plauso di Valentina Stragliati (Lega)

“Desidero esprimere al Questore, dott. Pietro Ostuni e agli agenti della Squadra Mobile guidata da Serena Pieri, le più sentite congratulazioni per le mirabili operazioni di polizia giudiziaria che hanno permesso di assicurare alla giustizia un pericoloso sodalizio criminale, composto da cittadini di nazionalità nigeriana, operante anche nel nostro territorio e dedito, tra gli altri reati, alla tratta di essere umani, al favoreggiamento all’immigrazione clandestina e allo sfruttamento alla prostituzione, anche minorile”. Sono queste le parole di plauso di Valentina Stragliati, candidata per la Lega alle elezioni regionali in Emilia-Romagna del prossimo 26 gennaio, che aggiunge: “L’operazione, complessa e articolata, compiuta anche attraverso importanti collaborazioni internazionali e conclusa in queste ore, è una delle tante attività di contrasto e lotta alla criminalità portate a termine dalle nostre Forze dell’Ordine, che testimonia una volta di più la preziosa e costante opera che le stesse riescono a garantire ogni giorno, con professionalità, capacità e coraggio per la tutela e la sicurezza dei cittadini”.

“A tutte loro – conclude Valentina Stragliati (Lega) – deve andare non solo il plauso e il ringraziamento dell’intera comunità, ma anche il massimo supporto da parte delle Istituzioni, fornendo il sostegno, gli strumenti e i mezzi adeguati per una sempre più efficace lotta alla criminalità e per la tutela dei cittadini e della loro sicurezza. La Lega ritiene queste ultime priorità imprescindibili della propria azione, come dimostrato con le politiche attuate dal Ministro Matteo Salvini durante l’esperienza di Governo – periodo in cui, significativamente, gli sbarchi di immigrati clandestini in Italia sono notevolmente diminuiti – e con tutti i provvedimenti messi in campo dove la stessa Lega amministra e dove amministrerà”.

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