Piacenza nella morsa dello smog: l’aria non migliora

Per il sesto giorno consecutivo superamento dei valori limite di Pm10: prorogate sino a lunedì 20 le misure emergenziali (che sembrano incidere poco sulla situazione)

Photo Wrocław - Dzień Czystego Powietrza

Le condizioni climatiche non aiutano e soprattutto le misure emergenziali adottate nella nostra (ed in altre regioni) si stanno rivelando ancora una volta del tutto inefficaci per contenere le polveri sottili che ammorbano l’aria che respiriamo.

Lo dimostra la tabella dei dati sulla qualità dell’aria di Arpae: praticamente tutte le città dell’Emilia Romagna hanno fatto registrare valori doppi rispetto al limite dei 50 µg/m3 (continua).

Tabella Arpae sforamenti PM10

I blocchi delle auto si stanno rivelando come la scoperta dell’acqua calda ossia ben poco utili ed evidentemente le fonti di inquinamento sono altre o quantomeno anche altre.

C’è chi sta lanciando, attraverso i social, l’idea di andare in giro per la città indossando mascherine, non tanto per la loro utilità antismog ma come simbolo di una situazione davvero ormai insostenibile, per rendere evidente alle istituzioni la gravità del problema.

A Piacenza le Pm10 sono sopra al limite per il sesto giorno consecutivo ed ieri hanno toccato il culmine facendo registrare 95 µg/m3.

Per questo – fa sapere il comune –  a seguito del bollettino Arpae odierno, sono prorogate sino alla giornata di lunedì 20 gennaio (inclusa) le misure emergenziali previste dal Piano regionale integrato per l’aria. Resta quindi in vigore sul territorio urbano, senza interruzioni neppure nel fine settimana, l’estensione del divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30 per i veicoli diesel sino alla categoria Euro 4 compresa, nonché – come già avviene abitualmente – per i mezzi a benzina pre Euro ed Euro 1, per ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro.

Contestualmente, permane l’obbligo di ridurre le temperature di almeno un grado  centigrado negli ambienti riscaldati, per un massimo di 19°C nelle case, negli uffici, nei luoghi destinati a scopi ricreativi, associativi o di culto e negli esercizi commerciali, scendendo a 17°C nelle sedi di attività industriali ed artigianali. Sono esclusi da tale provvedimento gli ospedali e le case di cura, le scuole e gli impianti sportivi.

Si ricorda inoltre che è vietato, in presenza di sistemi di riscaldamento alternativi, l’utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa, le cui prestazioni energetiche ed emissive non siano in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Vige, infine, il divieto assoluto di combustioni all’aperto per qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio, ecc.) – anche relativamente alle deroghe per piccoli cumuli di residui vegetali bruciati in loco – così come il divieto di spandimento dei liquami zootecnici, fatta eccezione per le tecniche con interramento immediato dei liquami e iniezione diretta al suolo.

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