Piacenza non ha bisogno di nuove case

Secondo Confedilizia prima di costruire migliaia di metri quadrati di abitazioni bisognerebbe pensare alla rigenerazione urbana della città e la riqualificazione delle periferie

L’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza, prendendo spunto – oltre che dal grido d’allarme ambientale di Italia nostra – dall’intervento sulla stampa locale della consulta Territorio presieduta da Edmondo Ioannilli con cui la stessa rivolge un monito contro la costruzione di altri immobili, rileva che tale monito vale a maggior ragione per eventuali insediamenti nel centro urbano.

Prima di pensare ad iniziative che immettano sul mercato migliaia di metri quadrati di abitazioni (per esempio con i progetti di Terrepadane – all’interno del Consorzio Agrario – e dell’ex Manifattura Tabacchi), la rigenerazione urbana della città e la riqualificazione delle periferie deve assolutamente passare per un analisi delle residenze presenti ed invendute, procedendo con “senso di responsabilità e lungimiranza”.

È necessario infatti, prima di intervenire, capire i bisogni della città che, al momento e probabilmente per i prossimi anni, non necessita di nuove abitazioni.

Si cominci con un piano di sviluppo urbano partendo proprio dall’esistente. Quindi va bene rigenerare la città, va bene riqualificare le aree dismesse ma il tutto avvenga attraverso un programma concertato in cui l’imprenditoria, l’architettura, l’urbanistica, la sociologia e il design si attrezzino per proporre progetti ancorati all’esigenze del territorio.

L’Amministrazione chieda, dunque, ai soggetti proponenti lo sviluppo di progetti mirati che tengano in conto l’esigenza di aumentare l’accessibilità e l’attrattiva del centro urbano e delle periferie per evitare lo spopolamento e la decadenza della città prima di pensare a nuovi insediamenti residenziali per una popolazione che, ad oggi, non c’è.

 

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