Piacenza Primogenita tra ‘800 e ‘900

Il gen Eugenio Gentile ha presentato gli Atti del convegno di studi dell’Istituto per la storia del Risorgimento

Piacenza Primogenita (prima ad aderire, nel 1848, al Regno di Sardegna con il plebiscito proclamato il 10 maggio nella Basilica di San Francesco, che fece registrare il 98% di sì all’annessione) tra fine ‘800 e inizio ‘900 raccontata nella pubblicazione che raccoglie le relazioni dell’annuale convegno di studi dell’Istituto per la storia del Risorgimento che il Comitato di Piacenza tiene al PalabancaEventi (Atti pubblicati da 40 anni per iniziativa della Banca di Piacenza). Il volume è stato presentato in Sala Panini (con Sala Verdi videocollegata) – nell’ambito della manifestazioni collaterali alla mostra “La Piacenza che era” in corso fino al 16 gennaio – dal gen. Eugenio Gentile in dialogo con il presidente del Comitato piacentino dell’Istituto per la storia del Risorgimento Corrado Sforza Fogliani, che ha ricordato come la riunione scientifica alla quale il libro fa riferimento fosse pluritematica e riferita al periodo storico 1848-1918, «esattamente lo spazio temporale che la legge definisce per i nostri studi e per la nostra sorveglianza ai Musei del Risorgimento». Il presidente Sforza ha altresì sottolineato l’unicità del Comitato locale («che si distingue a livello nazionale pubblicando da decenni studi originali sul periodo storico di riferimento») e ricordato la figura del prof. Francesco Forte appena mancato, «grande studioso della storia del Risorgimento, soprattutto dal punto di vista economico».

Il gen. Gentile ha dal canto suo, in particolare, posto l’accento su due figure di primo piano di cui si parla nel volume: Luigi Luzzatti e Giovanni Raineri. «Due compagni di viaggio – ha spiegato l’oratore – dello scenario economico di allora». Il primo fu il propugnatore della banche popolari e del credito agrario, ebbe legami con Piacenza, dove venne ufficialmente cinque volte, come documentato dal presidente Sforza Fogliani nella sua relazione. Incoraggiò la costituzione (1867) della Banca Popolare Piacentina, che più volte visitò nella sede di Palazzo Galli incontrando l’amico Giovanni Raineri che della banca è stato presidente e che da piacentino diede lustro al nostro territorio con il grande lavoro che fece come ministro delle terre liberate (del Veneto e del Friuli), che ricostruì con l’aiuto dell’esercito e dell’arma del Genio.

Copia del volume – che raccoglie gli studi di Augusto Bottioni, Paolo Brega, Fausto Ersilio Fiorentini, Massimo Moreni, Valeria Poli, Corrado Sforza Fogliani, David Vannucci, Cesare Zilocchi e un appendice di Andrea Rossi – è stata consegnata, al termine dell’incontro, ai numerosi intervenuti.

Prossimo appuntamento con le manifestazioni collaterali alla mostra, venerdì 7 gennaio (Sala Panini, ore 18), con “La Piacenza che era nelle poesie dialettali”, letture di Francesca Chiapponi.

 

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