Piacenza. Utilizzavano borsine di plastica vietate: commercianti multati

Sono state riscontrate diverse irregolarità presso alcuni degli esercizi controllati (sia negozi fisici, sia ambulanti) ed erogate sanzioni per circa 20.000 euro

Nell’ambito dell’attività di contrasto al commercio illegale delle buste di plastica, i carabinieri forestali del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Piacenza, nelle scorse settimane, hanno eseguito una serie di controlli mirati su alcune attività commerciali nel centro storico cittadino. E’ emerso come gli obblighi di legge siano largamente non rispettati nonostante le violazioni al Testo Unico Ambientale prevedano sanzioni elevate amministrative (fino ad un massimo di 25.000 euro, con importo quadruplicato in caso di ingenti quantità commercializzate).

Sono infatti state riscontrate diverse irregolarità presso alcuni degli esercizi controllati (sia negozi fisici, sia ambulanti). L’ammontare complessivo delle sanzioni al termine dei controlli è stato di circa 20.000 euro, con conseguente sequestro delle borse in plastica non conformi da parte dei militari.

«La normativa per la riduzione della commercializzazione di borse in plastica – spiegano i carabinieri forestali in una nota – resa pienamente efficace nel 2017 in attuazione di una  direttiva dell’Unione Europea, dispone requisiti stringenti per le tipologie consentite e per le caratteristiche di sostenibilità ambientale dei materiali con i quali vengono prodotte. Le borse cedute ai consumatori per il trasporto di merci o prodotti e quelle ultraleggere destinate a contenere cibi sfusi, devono essere certificate biodegradabili e compostabili. Solo le borse con spessori elevati, cosiddette “riutilizzabili”, possono essere costituite da polimeri plastici, purché prodotte con percentuali ben definite di plastica riciclata. Tutti gli “shoppers” devono comunque riportare etichettature ben definite che ne certifichino la conformità alla normativa ambientale, nonché la destinazione al contatto con gli alimenti. Negli ultimi anni la dispersione dei sacchetti di plastica in natura ha rappresentato un vero e proprio disastro ecologico per interi ecosistemi, marini e terrestri. Tra i maggiori danni riscontrati vi sono quelli legati alla fauna, molti animali muoiono per strangolamento, soffocamento o per blocchi intestinali, causati dell’ingerimento. Inoltre le microparticelle plastiche presenti negli ambienti acquatici, una volta entrate nelle reti trofiche, tendono ad accumularsi e a concentrare sostanze tossiche, con conseguenze devastanti per gli esseri viventi. Non va infatti dimenticato che per la produzione degli oggetti plastici vengono spesso utilizzati coloranti cancerogeni ed additivi metallici. La messa al bando degli shopper in plastica usa e getta rappresenta un baluardo per la difesa dell’ambiente e l’impegno continuo e costante dei carabinieri forestali nel contrastare l’immissione illegale sul mercato di questi prodotti è un servizio di primaria importanza». 

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