Ponte della Pievetta: “incubo senza fine” … in attesa della fine lavori

Il consolidamento del manufatto dovrebbe concludersi entro giugno 2021. Intanto però chi è costretto a transitarvi lamenta continui disagi causati da chi non rispetta i divieti e dalla presenza di grosse buche sull'asfalto

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Più che sulla porta dell’antinferno dantesco la scritta potrebbe degnamente campeggiare all’ingresso del ponte della Pievetta, il manufatto sul fiume Po che collega la sponda emiliana con quella Lombarda. Costruito da Anas tra il 1964 e il 1967, dal novembre 2017 è oggetto di un’ordinanza di limitazione di transito per i mezzi di massa maggiore di 3,5 ton. “considerato lo stato di ammaloramento acclarato del manufatto”.

Purtroppo le lungaggini della burocrazia italiana e la necessità di reperire i 6.556.080 euro necessari per il consolidamento hanno fatto sì che i tempi per far partire il cantiere si dilatassero notevolmente. Per non farsi mancare nulla è anche stato trovato un ordigno bellico che ha fatto slittare ulteriormente il via libera ai lavori.

Il cantiere è partito l’8 giugno 2020 e dovrebbe essere portato a termine in un anno esatto. Tra l’altro sia il progetto di consolidamento sia la direzione lavori sono affidati ad uno studio piacentino, quello dell’ingegner Stefano Rossi, lo stesso gruppo di professionisti che ha progettato il viadotto Paladini sul Trebbia e che recentemente è stato incaricato della perizia sul crollo del ponte Lenzino. L’appalto per l’esecuzione dei lavori è invece andata alla romana Valori Scarl, incaricata anche della ristrutturazione del ponte Verdi fra il territorio Parmense e quello cremonese.

In attesa che la ristrutturazione termini chi per necessità o per lavoro deve spostarsi fra le due regioni deve affrontare un’avventura dall’esito incerto.

Anche perché nonostante da entrambi i lati siano state poste delle barriere di cemento per impedire il passaggio dei camion quasi quotidianamente c’è qualche mezzo pesante che se ne approfitta ed infila ugualmente il ponte, l’ultimo quello che vi mostriamo nella foto di copertina scattata stamane.

I tanti costretti ad avventurarsi lungo i 1.200 metri che congiungo Castel San Giovanni e Pieve Porto Morone lamentano una serie di problemi aggiuntivi.

«I semafori secondo me non sono ben sincronizzati – ci racconta il Signor Luciano V., operaio di Castello – e a questo si aggiunge il fatto che non tutti rispettano il rosso e passano ugualmente anche se è già scattato. Risultato il caos».

Anna R., impiegata, invece punta il dito contro la situazione dell’asfalto che, in attesa del totale rifacimento, risulta ancora precaria in tanti tratti «la corsia piena è di buche – sottolinea – e più di una volta è capitato che delle auto abbiano hanno rotto i copertoni. Quando succede una cosa del genere si blocca il traffico per ore.  Personalmente sono arrivata ad attendere anche a 2 ore e mezza prima che il ponte venisse sgomberato. Io purtroppo lavoro nel pavese e sono costretta ad attraversarlo ogni giorno. So quando parto ma non quando arrivo. Le forze dell’ordine sono impegnante quasi giornalmente per risolvere una qualche situazione critica che sia una foratura o un camion incastrato. Non se ne può davvero più».

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