Presentato al PalabancaEventi il libro Austerlitz 1805, la battaglia perfetta

Il volume di Salvatore Moschella racconta il capolavoro militare compiuto dall’imperatore Bonaparte. Iniziativa della Banca di Piacenza in collaborazione con il 2° Reggimento Genio Pontieri

Austerlitz è ricordata come una delle più brillanti operazioni militari della storia ed evento fondamentale nel romanzo “Guerra e Pace” di Tolstoj. Rappresenta il più grande successo raggiunto da Napoleone nella sua carriera militare e ha assunto una statura quasi mitica nell’epopea napoleonica. Quella del 1805 in Moravia (nella parte orientale della Repubblica Ceca) è definita da Salvatore Moschella – nel titolo del suo libro – la “battaglia perfetta”, che l’autore descrive minuziosamente con un’avvincente narrazione. Il volume (“Austerlitz 1805 – La battaglia perfetta”, edizioni grafichEditore) è stato presentato al PalabancaEventi (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata) nel corso di un partecipato incontro organizzato dalla Banca di Piacenza in collaborazione con il 2° Reggimento Genio Pontieri (presente il comandante col. Federico Collina e altri militari del Genio).

Il dott. Moschella (medaglia di bronzo al Valore dell’Esercito e già Ufficiale superiore medico, oggi scrittore di storia militare e collaboratore di riviste specialistiche) ha illustrato le caratteristiche della sua fatica editoriale introdotto dal giornalista Robert Gionelli.

«Austerlitz – ha spiegato l’autore della pubblicazione con prefazione dello storico prof. Vincenzo Vilella – è la battaglia conclusiva della prima straordinaria campagna militare del Bonaparte imperatore. La sfolgorante vittoria fu dovuta non solo ed esclusivamente al suo genio, al suo talento, ma anche alla sua temerarietà e alla sua fortuna, senza tralasciare il suo acume militare e l’importanza che dava al fattore tempo». Una vittoria – è stato evidenziato – ottenuta da 74mila soldati con 140 cannoni contro i 90mila austro-russi con al seguito una dotazione doppia di artiglieria. «La disfatta degli austro-russi – ha proseguito il dott. Moschella – fu totale: lasciarono sul campo 30mila tra morti, feriti, catturati, contro le perdite francesi di 1300 morti e 7mila feriti».

L’autore, con la meticolosità del più appassionato ricercatore storico, ci porta nel vivo di quel gelido e infuocato 2 dicembre 1805 (che ridisegnò i confini politici dell’Europa del tempo), quando Napoleone piegò il nemico «non solo grazie alla magnificenza della Grande Armée, ma provocando la battaglia utilizzando soluzioni audaci e innovative, tali da far rovesciare i ruoli: convincere gli austro-russi che non erano preda ma cacciatori, così da indurli a prendere l’iniziativa. Un capolavoro assoluto».

Il dott. Moschella – prima di “immergersi” nel tema Austerlitz – aveva fatto un salto indietro nel tempo di una decina d’anni (1796), per rimarcare il fatto che fu con la Guerra delle Alpi e l’azione militare a Piacenza (dove attraversò il Po in soli due giorni, una cosa all’epoca impensabile) e a Lodi (nella battaglia che gli aprì le porte alla conquista di Milano) che Napoleone prese consapevolezza del suo talento. Ed è nel nostro territorio che nacque il concetto di “unità di comando” e si sviluppò, con la conquista della Lombardia, il primo esempio di guerra moderna, vale a dire in assetto prettamente offensivo.

Al termine dell’incontro il col. Collina ha consegnato al relatore Salvatore Moschella una targa del 2° Reggimento Genio Pontieri in ricordo della serata.

 

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