E’ in programma per questo sabato, 7 novembre, un presidio organizzato dal collettivo studentesco Utopia di Piacenza e provincia per rivendicare maggiore attenzione ed investimenti al mondo della cultura e della formazione. Si svolgerà dalle ore 15,30 alle ore 18 presso Barriera Genova, lato Liceo Respighi.
«In questi 8 mesi trascorsi dalla prima chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria – scrive il collettivo – il Governo ha avuto la possibilità di progettare e mettere in pratica nuove soluzioni per permettere a studenti e insegnanti di tornare a scuola in sicurezza: tanto si poteva fare sull’edilizia scolastica (sistemando e trovando nuove strutture, dato che la nostra città pullula di edifici vuoti e inutilizzati) o sui trasporti pubblici (aumentando il numero di corse degli autobus, sia all’andata che al ritorno, e non solo in certe fasce come è stato fatto). Purtroppo però è stato dimostrato un sostanziale disinteresse a riguardo, tant’è che a settembre ci siamo ritrovati in classi pollaio e a viaggiare su bus stracolmi. E’ evidente che per lo Stato le scuole andavano riaperte perché serviva un grande babysitting pubblico, perché sennò la gente come lavora?».
«Dopo 6 mesi di chiusura delle scuole (da marzo fino ad agosto compresi) -continuano gli studenti di Utopia – la questione era ancora ferma sull’obbligo di indossare o meno le mascherine in classe, perdendo di vista i nodi centrali come la sistemazione dell’edilizia scolastica, il potenziamento del trasporto pubblico o il rafforzamento della sanità territoriale, che avrebbe potuto garantire un tracciamento più efficace e dunque una maggiore sicurezza anche a scuola. Siamo arrivati allora, dopo un grave innalzamento dei contagi, alla reintroduzione della didattica a distanza in percentuale totalitaria.
Siamo ben consapevoli della gravità e complessità della situazione, siamo i primi a essere preoccupati per le nostre famiglie, per i nostri genitori e i nostri nonni. Tuttavia, proprio questa consapevolezza dell’urgenza dei problemi e delle difficoltà che stiamo vivendo ci porta a denunciare con determinazione le mancanze dimostrate nei nostri confronti.
Sabato scenderemo in piazza insieme alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo che anche a Piacenza protesteranno come in tutta Italia, perché ci sentiamo vicini alla loro lotta e alle loro rivendicazioni: il Governo ha dimostrato che la cultura non è una priorità per questo paese, non lo sono le scuole, le università, i teatri, i musei, così come tutte le persone che lavorano in questi ambiti: totalmente abbandonati a se stessi senza tutele né garanzie.
Ci rendiamo conto che le priorità di questo paese sono altre, legate alla produttività e all’economia, in quanto sappiamo bene che è diffuso il pensiero che “con la cultura non si mangia”: ebbene, noi crediamo invece che una società realmente democratica e avanzata dovrebbe preoccuparsi in primo luogo dell’istruzione, dovrebbe ripensare i luoghi della formazione in modo diverso, con un ruolo diverso dal parcheggio dei bambini, dovrebbe ripartire dalla cultura e dall’educazione, ma questa volta con aiuti concreti e finanziamenti.
Siamo stanchi dei discorsi retorici e crediamo non si possa più andare avanti a suon di misure emergenziali, serve un piano di investimenti serio e lungimirante per tornare a scuola in sicurezza, per tutelare chi è senza lavoro e chi ogni giorno rischia di ammalarsi, e soprattutto per potenziare la sanità pubblica».