Prime conferme dell’associazione tra il virus Epstein – Barr e lo sviluppo della sclerosi multipla

E' quanto emerge da alcuni studi recentemente pubblicati sulla rivista Science

Non solo mononucleosi, ma il virus Epstein-Barr è coinvolto anche nello sviluppo di una patologia assai più grave e debilitante: la sclerosi multipla.

Queste sono le ipotesi formulate in una serie di recenti studi pubblicati sulla rivista Science.

Il virus Epstein – Barr è noto principalmente come causa scatenante della mononucleosi, comunemente detta anche malattia del bacio (in considerazione della maggiore trasmissibilità del virus con questa modalità di approccio specie tra i giovani). Se contratta nell’infanzia o in età preadolescenziale, la mononucleosi è spesso silente o pauci sintomatica. Con l’avanzare dell’età, invece, può presentarsi con sintomi più seri (ne hanno fatto le spese alcuni sportivi di fama internazionale quando hanno contratto il virus e sviluppato la malattia. Si pensi ai problemi accusati da Federer o alla promessa Mario Ancic che a soli 26 anni ha abbandonato il tennis o al più recente caso di Greg Paltrinieri colpito dalla mononucleosi poco prima delle olimpiadi di Tokio).

A onor del vero, i danni connessi alla presenza nel corpo umano di EBV (Epstein Bar Virus) non si limitano alla mononucleosi: anche alcune forme di cancro come il carcinoma gastrico e quello nasofaringeo o il morbo di Hodgkin sono correlate alla presenza di questo virus.

Ma non è finita qui. Come se non facesse già danni a sufficienza, gli studiosi della Harvard T.H. Chan School of Public Health che da anni stanno cercando di capire, come altri ricercatori in tutto il mondo (tra cui alcuni scienzitai italiani), il comportamento dell’EB virus hanno evidenziato una sua responsabilità diretta nello sviluppo della sclerosi multipla.

Com’è noto, la sclerosi multipla è una malattia autoimmune provocata dal sistema immunitario che non riconoscendo più come proprie alcune cellule (o tessuti di cui è composto) le aggredisce. In questo caso, il sistema immunitario tende a colpire la guaina mielinica che ricopre i nervi provocando infiammazione e conseguente perdita (demielinizzazione) e gliosi (formazione di placche o cicatrizzazioni) della parete protettiva e isolante dei nervi stessi.

Per confermare la correlazione tra virus e sclerosi multipla, i ricercatori hanno analizzato i dati provenienti da 10 milioni di adulti in servizio permanente nell’esercito degli Stati Uniti. Ebbene dall’analisi dei loro esami clinici è emerso che i soggetti nei quali erano presenti gli anticorpi dell’Epstein – Barr avevano una probabilità 35 volte superiore di sviluppare la sclerosi multipla rispetto alla presenza di altri tipi di virus.

Inoltre, l’esame attraverso i biomacatori (in particolare il neurofilamento che è localizzato negli assoni ed è un indicatore oggi particolarmente utilizzato nello studio della sclerosi multipla) evidenziava un loro forte aumentato solo dopo l’infezione del virus.

Peraltro il lungo periodo di latenza tra l’infezione causata dal virus e lo sviluppo della sclerosi multipla sarebbe conseguenza del fatto che la popolazione di globuli bianchi deputata al controllo dell’infezione del virus di Epstein Barr, i linfociti T citotossici, non è in grado di sorvegliare efficacemente le cellule infettate, che quindi sfuggono alla rete immunologica che le contiene e si accumulano nel cervello dove provocano l’infiammazione.

Questo accade in quanto il virus Epstein Barr in molti casi stabilisce con l’organismo ospitante un “equilibrio immunologico”, restando per lo più innocuo e asintomatico per un lungo periodo. Purtroppo però, i linfociti T specifici per l’Epstein – Barr mostrano nel tempo chiari segni di invecchiamento e di esaurimento (a differenza, per es. di quanto avviene con un altro virus endemico, il citomegalovirus) con la conseguenza che alla fine il virus prevale e nel tempo diventa la causa di varie patologie tra cui la sclerosi multipla.

Ciò che è importante segnalare è che questa scoperta apre un nuovo scenario nella lotta al controllo del virus e dei virus in generale: vaccini o farmaci antivirali appositi permetterebbero di aprire un nuovo fronte di battaglia e contenimento degli effetti provocati dal virus e quindi contribuire a prevenire il successivo sviluppo di una patologia tanto debilitante come è la sclerosi multipla.

Adriano Benazzi

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