Primi incontri in casa PD pensando alla prossima campagna elettorale per le comunali di Piacenza

Nuova iniziativa promossa ieri dalla segreteria provinciale del partito di Letta. Ospiti l'on. Paola De Micheli e Giovanni Diamanti esperto di strategie elettorali

“La campagna elettorale perfetta non esiste, le campagne dipendono da molti fattori e soprattutto dal contesto. Allo stesso modo non esiste il candidato vincente”.

Parola di Giovanni Diamanti, giovane docente universitario, fondatore di YouTrend ed esperto di strategie elettorali. Lo ha invitato il Partito Democratico di Piacenza in un appuntamento conviviale e di autofinanziamento significamente intitolato “Una campagna elettorale vincente”. Nel ruolo inedito di intervistatrice la deputata piacentina ed ex Ministro Paola De Micheli che ha interrogato Diamanti sull’esito delle recenti amministrative dal Pd e sulle ragioni delle vittorie nelle città.

“Pensavamo di averlo trovato il candidato vincente – ha spiegato Diamanti – e che fosse il Barack Obama del 2008, empatico, giovane e trascinatore. Dopo quella campagna tutti avevano l’obiettivo di cercare l’Obama locale, il candidato ipercarismatico. Ma di Obama ce n’è uno solo. In realtà non ci sono tanti Obama in circolazione e non è detto che possa vincere sempre un candidato così. Ogni campagna elettorale vive dentro uno scenario, ad esempio a Roma Roberto Gualtieri si è affermato perchè è riuscito ad unire mondi diversi fin dal primo turno. E lo ha fatto anche al secondo turno, grazie alle sue caratteristiche personali, al suo profilo rassicurante con un altro grande pregio: non ha mobilitato gli elettori avversari contro di lui. Ciascun contesto ha le proprie caratteristiche specifiche e le campagne si fanno sui candidati, ritagliate sulle loro qualità. E poi bisogna studiare le esigenze dei cittadini per costruire la campagna elettorale giusta, per entrarci in sintonia. Ogni campagna elettorale ha bisogno di coerenza narrativa perché è una storia con un inizio e con una fine”.

Uno dei temi politici sollevati riguarda la prospettiva del Partito Democratico. La domanda a Diamanti è stata quella di commentare l’affermazione del segretario dem Enrico Letta: “Dalla crisi di esce a sinistra”. “Attenzione perchè la stessa cosa si diceva nel 2008 – ha fatto osservare Diamanti – ma oggi è cambiata l’agenda degli italiani, dopo la pandemia si sono affermati temi come la sanità, la protezione e l’uguaglianza. Non è scontato tuttavia che determinati bisogni siano intercettati da chi pensiamo sia più capace di interpretarli”. E sulla bassa affluenza alle urne ha fatto osservare: “L’astensione fa parte di un trend sovranazionale che investe anche l’Italia, la partecipazione così bassa deve farci rivalutare anche il ruolo del Movimento 5 stelle, che intercettava un voto periferico, molto popolare, e che oggi non riesce più a catalizzare nessuno e che si rifugia nell’astensione. La speranza è che si riesca a invertire la rotta prima che qualcosa di più pericoloso catturi questa fascia importante di elettorato. È un tema su cui riflettere, la politica dovrebbe tornare tra la gente e ad affrontare lo scontento sociale”.

“Per combattere la disillusione dell’elettorato – ha concluso Diamanti – occorre partire dall’ascolto e dalla conoscenza, e da una politica in grado di dimostrare di saper risolvere i problemi della gente”.

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