Quando le gru … oltre a montarle sarebbe bene anche usarle

Da dieci giorni è stata montata la gru che dovrebbe servire a riparare il tetto dell'hotel San Marco. Da allora il cantiere è rimasto deserto. Grazie al fotoritocco abbiamo cercato di dare un senso estetico a questa struttura

Visto l'inutilizzo della gru, l'abbiamo immaginata come opera d'arte

Che il pubblico non brilli per efficienza organizzativa in Italia è cosa nota. Parrebbe dimostrarlo anche quanto sta accadendo in via Cittadella,  a 50 metri da Piazza Cavalli. Qui da parecchi anni c’è un palazzo di proprietà dell’azienda Ausl (per due terzi) e del Comune (per un terzo) che sta letteralmente cadendo a pezzi. Non, tra l’altro, un edificio qualsiasi ma l’ex albergo preferito da Giuseppe Verdi, con una bellissima pensilina liberty all’esterno e pregevoli elementi architettonici interni, fra cui una notevole scalinata. Un edificio che l’azienda sanitaria ha abbandonato anni orsono e che ha tentato di vendere senza mai trovare acquirenti realmente interessati. L’ex hotel San Marco è così divenuto casa di decine di piccioni che hanno riempito di guano il sottotetto, l’androne e ogni spazio “volabile”.

Da quando (luglio 2020) alcuni pezzi di cornicione hanno iniziato a precipitare in strada i tecnici degli enti proprietari hanno pensato fosse giunto il momento mettere la classica toppa, rifacendo parte del tetto ammalorato. Avrebbero potuto programmarlo mentre la città era in zona rossa e gli abitanti costretti in casa ed invece hanno atteso giusto la fine del lock-down per montare la gru. Poco male. Se però vi immaginate un’alacre partenza del cantiere … siete fuori strada. Perché da dieci giorni la struttura metallica è immota. Con aria perplessa, appoggiati su quel che resta di una persiana, gli stessi noti pennuti (che del centro storico sono i veri ed indisturbati padroni) osservano il traliccio grigio e si domandano che diamine mai sia. Intanto gli abitanti, i fornitori, i corrieri che speravano i disagi fossero rapidi ed indolori … incominciano a disperare.

Stante l’attuale inutilizzo della gru abbiamo pensato di trasformarla in una pregevole opera d’arte con tanto di mago e piccione. Non si sa mai che ci scappi pure il miracolo e qualcuno possa con stupore gridare “eppur si muove”.

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