Rancan (Lega): “i medici emiliano-romagnoli svantaggiati per l’accesso alla specializzazione”

Secondo il consigliere regionnale della Lega Rancan “I nostri medici discrimati rispetto a quelli delle altre regioni poiché in Emilia-Romagna, a differenza di quanto accade in altre parti d'Italia, per l'accesso alla prova di ammissione alla specializzazione non è richiesto alcun requisito (come la residenza)"

Matteo Rancan, consigiere regionale Emilia Romagna, Lega

“Fuga di cervelli in altre parti d’Italia, quando non all’estero? Inevitabile considerando come la nostra Regione tratta i suoi medici”.

Così il consigliere regionale Matteo Rancan, primo firmatario di un’interrogazione con la quale il Gruppo della Lega in Regione stigmatizza le modalità di accesso alla prova di ammissione per le scuole di specializzazione medica.

“Il 17 luglio prossimo – spiegano i consigliere del Carroccio – si svolgerà la prova di ammissione per le scuole di specializzazione medica, e ancora una volta i candidati emiliano-romagnoli si troveranno a competere in una situazione di oggettivo svantaggio rispetto agli altri. Perché? Semplicemente perché si ritroveranno a dover “sgomitare” con un maggior numero di candidati in riferimento alla quota regionale”.

“Questo perché – continua il documento vergato da Rancan e sottoscritto ancheda Alan Fabbri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Fabio Rainieri, Andrea Liverani, Massimiliano Pompignoli eMarco Pettazzoni – la Regione Emilia-Romagna, in merito ai posti finanziati dalla medesima, non ha posto alcun tipo di restrizione ai futuri candidati, aprendo alla possibilità d’accesso qualunque cittadino in possesso di una laurea in Medicina e Chirurgia, a differenza di numerose altre regioni le quali, per favorire l’occupazione dei propri residenti e/o per dare ragione del proprio investimento, hanno inserito alcune restrizioni in fase di accesso”.

“Per fare un esempio – sottolinea Rancan – alcune regioni hanno inserito il requisito della residenza all’interno del territorio regionale in uno specifico arco temporale oppure l’obbligo di esercitare la professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea”.

Vien da sé che “porre talune restrizioni gioverebbe anche alla Regione Emilia-Romagna in quanto, considerata la penuria di medici specialisti, si porrebbero le basi per garantire al proprio investimento una rendita futura, favorendo l’inserimento lavorativo dei propri residenti e/o il mantenimento entro i confini regionali dei medici a conclusione del ciclo di studi della scuola di specializzazione” ribadiscono i consiglieri del Carroccio.

Il numero di medici che potranno accedere tramite concorso alle scuole di specializzazione è di 6.934, di cui 6.200 finanziati con risorse statali, 640 con fondi regionali e 94 con fondi di altri enti pubblici o privati.I 640 posti finanziati con fondi regionali, suddivisi poi a loro volta tra tutte le regioni italiane, godono di specifiche regolamentazioni sancite da ogni singola regione, prevedendo dunque differenti restrizioni.

“Pertanto – chiede il gruppo leghista nell’interrogazione -, perché la Giunta non intende prendere in considerazione l’ipotesi di inserire nei futuri bandi di accesso alle scuole di specializzazione talune restrizioni, quali l’obbligo di residenza da uno specifico arco temporale e/o l’obbligo di esercitazione della professione medica all’interno della regione successivamente al conseguimento della seconda laurea, al fine di favorire l’inserimento lavorativo dei propri cittadini e/o il mantenimento dei medici specialisti all’interno del territorio regionale?”

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