Registrazione figli di coppie gay. Dalla Cgil sostegno a Claudia Ferrari, sindaco di Sarmato

La CGIL di Piacenza, attraverso una nota nota a firma di Stefania Pisaroni, Segretaria confederale con delega alle Pari Opportunità e Bruno Carrà, responsabile Ufficio antidiscriminazioni, dà il proprio convinto sostegno alla decisione del sindaco di Sarmato, Claudia Ferrari, “che registrerà la nascita di “Ginevra” (nome di fantasia), figlia di una coppia omogenitoriale. Dare tutto il supporto giuridico e amministrativo a una bambina è un atto consapevole e responsabile che apprezziamo”.

“Le istituzioni – proseguono Carrà e Pisaroni – devono essere inclusive e la CGIL, oltre ad intensificare le proprie linee di intervento nel mondo del lavoro, attraverso la contrattazione e la tutela collettiva e individuale, vuole partecipare alle rivendicazioni che vanno nel senso dell’inclusione e dell’accoglienza a prescindere dalle caratteristiche personali. Non c’è, tra l’altro, alcuna normativa esplicita che lo vieti, e se ci fosse ben vengano azioni positive di disobbedienza”.

“Quando i bambini sono accolti e accuditi – sostengono i sindacalisti – non c’è traccia di egoismo, ma di amore. Necessitano quindi di riconoscimenti giuridici incontrovertibili che possoao tutelarli e che si accompagnino all’affettività di una famiglia. Il suggerimento è di non avere un’idea di famiglia troppo schematica, e la destra dovrebbe smetterla di raccontare un paese che non c’è più attraverso una desolante narrazione che non riesce a riconoscere una realtà esistente.

E’ davvero incomprensibile non porsi il problema dei diritti dei minori come esseri esistenti, il loro reale bene, la loro condizione quotidiana e cura. Questo in considerazione del fatto che la stessa Corte costituzionale in tal senso ha più volte ripetuto e richiamato il superiore interesse del minore.

Bisogna quindi battersi contro l’attuazione di un’agenda reazionaria  che va contro i diritti delle donne e delle persone LGBTQI+ per fermare una deriva dalle pulsioni più estreme che ci spinge sempre più tra le braccia del gruppo di Visegrad e ai margini dell’Unione Europea. Bisogna  impedire di avere un futuro simile all’oscuro presente di Polonia e Ungheria”.

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