Respighi e Colombini. Sulle aule spostate nei container la Provincia “non si confronta con gli insegnanti”

In una lettera l'ente di via Garibaldi risponde ai sindacati dicendo che gli unici interlocutori sono i presidi. Gilda: "faremo un ulteriore passo di buona volontà, poi ci riserviamo le azioni più opportune"

Continua a far discutere la questione del trasloco temporaneo di parte delle aule dei licei Respighi e Colombini che per due anni, causa lavori di ristrutturazione, traslocheranno per 2 anni in “moduli didattici temporanei”. I sindacati degli insegnanti avevano chiesto di poter dire la loro riguardo questa scelta ma la Provincia di Piacenza, ha messo per iscritto attraverso una lettera (qui il testo) che non si confronterà con le rappresentanze di docenti e personale scolastico essendo “i dirigenti scolastici unici interlocutori per la provincia di Piacenza nell’ambito della gestione dei propri immobili”.

A renderlo noto, in un comunicato è il sindacato Gilda Insegnanti.

«La Provincia di Piacenza in merito al trasloco temporaneo dei Licei Colombini e Respighi, i cui edifici dovranno essere ristrutturati, ha dato una risposta che lascia perplessi in merito alla quale certamente non rimarremo impassibili. La Gilda degli Insegnanti (Gilda Unams) nelle scorse settimane aveva lamentato un modo di procedere pesantemente irrispettoso politicamente e probabilmente viziato da profili legali che, se permarranno, ci riserviamo di sottoporre alla magistratura. La vicenda del trasloco era divenuta di dominio pubblico senza che i rappresentanti delle centinaia di insegnanti e operatori scolastici coinvolti ne sapessero nulla: solo da poche ore e dopo varie rimostranze formalizzate nelle scorse settimane, la Gilda ha ricevuto un atto ufficiale della Provincia in cui viene riferito testualmente che le due scuole saranno trasferite per 2 anni in “moduli didattici temporanei” e si scrive senza remore che per l’ente locale gli interlocutori saranno solo gli appartenenti all’assai minoritaria categoria dei dirigenti scolastici. Secondo la provincia di Piacenza le rappresentanze (democraticamente elette) di centinaia di docenti e operatori scolastici tutti non hanno titolo ad essere interessate da una vicenda di questo tipo. Una posizione politica che dimostra quale sia il rispetto che gli esponenti locali hanno per i docenti, cambiano i rappresentanti politici e partitici ma anche a Piacenza l’atteggiamento irriguardoso verso una parte così importante e consistente della collettività sembra essere sempre lo stesso».

Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Piacenza e Parma, così commenta: «Ricordo ai politici che governano la provincia e ai loro funzionari, che se qualcuno dovesse permettersi di prendere impegni a nome e per conto dei docenti né risponderà nelle sedi competenti, la categoria ha eletto sei soggetti rappresentativi tra cui anche la Gilda Unams e non altri, inoltre l’organizzazione del lavoro e le questioni afferenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro comprese le scuole sono materie di relazioni sindacali, lo dice un contratto sottoscritto con l’Aran (l’agenzia governativa preposta alle contrattazioni) che impegna tutte le pubbliche amministrazioni italiane, Piacenza non fa parte di un’altra nazione – “prossimamente indiremo delle assemblee nei due licei durante le ore di lezione, solleciteremo un formale confronto con il Presidente della Provincia e agli altri interlocutori istituzionali e inviteremo il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dott. Di Palma ad agire per i profili riguardanti i dipendenti del suo ufficio (i dirigenti scolastici)».

 

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