I ragazzi del Respighi portano in scena Gogol

Il cappotto di Gogol

Sono sempre più numerose le scuole e le classi che partecipano ai laboratori teatrali organizzati dal  Teatro Gioco Vita e coordinanti artisticamente da Nicola Cavallari. Studenti che escono dalle tradizionali aule, riscrivone ed adattano classici del teatro e li portano in scena. Un’esperienza di crescita e di apprendimento diversa ed apprezzatissima. Questa volta ad essere coinvolti sono i ragazzi  della classe 1L del Liceo “Respighi” di Piacenza che da mercoledì 16 a venerdì 18 maggio saranno impegnati nel laboratorio teatrale intensivo ispirato a “Il cappotto” di Gogol’.

La lettura scenica “IL CAPPOTTO”, esito del persorso laboratoriale, è in programma venerdì 18 maggio alle ore 20.30 al Teatro Gioia di Piacenza nell’ambito della rassegna Pre/Visioni proposta da Teatro Gioco Vita e Associazione Amici del Teatro Gioco Vita con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano  e dedicata ai giovani artisti delle scuole di teatro, ai laboratori e alle azioni teatrali.

“Il cappotto” è una creazione collettiva della classe, con la supervisione artistica di Nicola Cavallari. In scena Alessia Bergamaschi, Alessandro Bozzini, Lodovico Cabrini, Riccardo Chiesa, Giorgia Dolciroli, Federico Ferrari, Sofia Ferrari, Dunja Lukic, Deusa Malacalza, Vittorio Montesissa, Linda Pagani, Tommaso Perotti, Francesco Petrali, Sofia Pomati, Flavio Rigoni, Amelia Sampaolo, Letizia Scotti, Sara Strini, Sofia Tappani, Filippo Vitiello. Staff tecnico Alessandro Gelmini (luci) e Davide Giacobbi (macchinista).

L’iniziativa del laboratorio è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Dirigente del Liceo “Respighi” Simona Favari, della professoressa Maria Ludovica Bussi e di tutti gli insegnanti della classe 1L.

Pietroburgo, Russia degli zar: un’organizzazione burocratica, statica, minata dalla prepotenza della classe superiore su quella inferiore e dal tentativo dei più di risalire la scala sociale, ascesa spesso non esente da sopruso e corruzione. Akakij Akakievic si sottrae a tale “prassi”: egli vive soltanto della passione per il suo mestiere di impiegato copista. È pertanto un “uomo contro”, un diverso, anche se manifesta questa sua diversità in modo totalmente passivo, anti-eroico, conducendo un’esistenza grigia, uniforme e sempre uguale a se stessa. Ma nella società non vi è spazio per la diversità dell’individuo: il diverso va osteggiato, denigrato, possibilmente annientato. Fatale si inserisce a questo punto la vicenda del cappotto, attraverso la quale il destino fa rientrare il protagonista nell’ordine sociale precostituito. La sorte infatti sembra in un primo momento giocare a favore di Akakij Akakievic facendogli acquisire, grazie al cappotto nuovo, quel rispetto sociale che gli era sempre mancato. Anzi, la sola attesa dell’indumento ordinato al sarto Petrovic è un’autentica luce nel grigiore della sua vita. Tuttavia quella stessa la sorte, che inizialmente pareva così benevola, conduce il nostro impiegato alla rovina: “E Pietroburgo rimase senza Akakij Akakievic, come se questi non fosse mai esistito. Scomparve e dileguò un essere che nessuno aveva mai difeso, che nessuno aveva mai amato, che non aveva suscitato mai l’interesse di nessuno (…); un essere che sopportò pazientemente gli scherni dell’ufficio e che scese nella tomba senza aver compiuto alcuna opera eccezionale”.

Come dunque portare in scena un grande racconto classico? Ce lo spiegano gli studenti della classe 1L del “Liceo Respighi”: «La nostra urgenza è trovare un senso. Molti vivono come se non dovessero mai morire e muoiono come se non fossero mai vissuti: con il nostro testo vogliamo comunicare che avere un sogno, uno scopo delle proprie fatiche dà pienezza alle giornate e un senso alla vita. Nella sua esistenza Akakij ha avuto solo due obiettivi, prendere il cappotto e riaverlo indietro. Nonostante tutto gli remasse contro, il suo desiderio di trovare un senso, di raggiungere il suo obiettivo è stato più forte, e non si è fermato neanche davanti alla morte».

Il laboratorio teatrale intensivo con la classe 1L è solo una delle varie iniziative frutto della collaborazione tra Liceo “Respighi” e Teatro Gioco Vita in questa stagione teatrale 2017/2018. Oltre all’impegnativo progetto su “Veleia amor mi” al festival nazionale del teatro scolastico di Cesena e a varie iniziative collegate alla visione di spettacoli della Stagione di Prosa (incontri, lezioni, approfondimenti), è stato realizzato un altro laboratorio teatrale intensivo condotto da Nicola Cavallari, che ha visto impegnata la classe 1B, sempre con un esito finale aperto al pubblico nell’ambito del cartellone Pre/Visioni. Tutte queste attività laboratoriali e di educazione al teatro sono inserite nel programma “InFormazione Teatrale” che l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita promuove con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Teatro Gioia – PRE/VISIONI – venerdì 18 maggio 2018 – ore 20.30 – Biglietti posto unico non numerato euro 5.

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